Toscana Energia, SI: "Privatizzazione estiva. Quale destino per i servizi pubblici?"
Con le modifiche stabilite lo scorso 28 giugno dall'assemblea dei soci, Toscana Energia ha deliberato alcune modifiche allo statuto, lasciando strada libera al controllo della società all'attuale socio privato, Italgas. Pur disponendo di oltre il 50% del capitale e malgrado le rimostranze di molti sindaci ed amministratori, parte degli enti pubblici (Comuni e Province della nostra regione) ha scelto la strada della privatizzazione.
Toscana Energia è azienda che s'impegna ogni giorno nella distribuzione di gas per moltissimi cittadine e cittadini della nostra regione, con efficacia e capacità di tenere assieme interesse pubblico e generazione di utili. Tuttavia diventerà privata, nel silenzio inevitabile dell'estate politica.
Italgas, la società impegnata nel rastrellamento delle azioni ed attuale titolare del 48% del capitale di Toscana Energia, si è separata consensualmente nel novembre 2016 da SNAM, quotandosi in borsa e presentando un piano strategico per il 2018-2024 in cui è centrale l'aumento della percentuale di mercato dell'energia nazionale da controllare. L'operazione è avvenuta sotto il controllo della Cassa Depositi e Prestiti: segnale ulteriore dell'abbandono, da parte di molte realtà produttive ed efficienti del nostro Paese emerse come aziende statali, del principio di utilità pubblica. L'abbandono fattivo della natura pubblica di tali enti è fatto nel segno della ricerca del profitto privato. Il vantaggio per le aziende è duplice, come ha raccontato il Sole 24 Ore: da un lato, SNAM si è liberata dell'attività no core della distribuzione per interessarsi al trasporto del metano, mentre Italgas si è staccata dalla controllante per ampliare la sua influenza nella vendita.
L'acquisizione di Toscana Energia avviene in questa prospettiva generale, con la partecipazione attiva di Comuni gestiti sia dalla destra (Pistoia) che dal Partito Democratico (Firenze). Una privatizzazione bipartisan, potremmo dire. Consideriamo importante che ci siano state parti politiche, sinistra (come Tommaso Grassi a Firenze) ed esponenti dello stesso centrosinistra (sindaci della provincia pisana) che abbiano combattuto tale prospettiva. Ci rammarichiamo, tuttavia, del fatto che sette comuni della Valdera, inizialmente sostenitori della prospettiva pubblica, abbiano scelto di adeguarsi di fatto al nuovo indirizzo, dichiarando la recessione dalla partecipazione al capitale di Toscana Energia. Tali sindaci hanno dichiarato di scegliere “il male minore”, consapevoli dell'assenza di un ruolo strategico in una società a prevalente capitale privato. Applicando tale riflessione, tuttavia, il Comune di Pisa avrebbe dovuto dismettere le sue quote in Toscana Aeroporti.
In generale, osserviamo che ci si adegua ad indirizzi comuni a tutti gli ultimi governi e maggioranze parlamentari del decennio: la preferenza per il privato, la ricerca del profitto, l'abbandono della prospettiva pubblica come luogo per determinare le scelte in materia di energia e servizi al cittadino. Il tutto in un contesto di aumento continuo e costante delle tariffe per gli utenti.
Chiediamo al Comune di Pisa di esprimere con chiarezza il profilo politico che s'intende dare alla propria partecipazione in Toscana Energia. Esprimiamo solidarietà e vicinanza ai lavoratori che oggi, lunedì 30 luglio, hanno promosso uno sciopero: in questa fase di passaggio è quantomai necessario dare risposte concrete sul destino professionale dei dipendenti dell'azienda.
Ha ragione il sindaco di Camaiore quando, dalle colonne del Tirreno, lancia un avvertimento, valido anche per la vicenda in esame: a fronte della proliferazione di ATO e privatizzazioni senza controllo democratico, bisogna conferire alle Province, con organi eletti direttamente dai cittadini, poteri di controllo sui servizi pubblici intercomunali. Come detto anche dai sindacati, gli enti locali devono poter disporre di strumenti reali per tutelare gli interessi dei cittadini
Ettore Bucci
Fonte: Sinistra Italiana Pisa