'Moro, il caso non è chiuso': Calabrò presenta il libro a Spaziosiena
A due giorni dal quarantesimo anniversario della morte di Papa Paolo VI, che Papa Francesco proclamerà santo il prossimo 14 ottobre, giovedì 2 agosto (ore 18) a Spaziosiena in via Fontebranda 5 (a pochi metri dal Campo), verrà presentato a libro “Moro, il caso non è chiuso “ (edizioni Lindau ) alla presenza di Maria Antonietta Calabrò, giornalista del Corriere della Sera e coautrice del libro con Giuseppe Fioroni. Saranno presenti Pierluigi Piccini, da sempre interessato alla vicenda, e monsignor Fabio Fabbri. Quest'ultimo, a quei tempi, era il numero due dei cappellani delle carceri e testimone diretto della trattativa che lo stesso Paolo VI tentò per salvare il suo amico Moro, e il cui esito negativo accelerò – pare - la morte del Pontefice.
Nel capitolo “La Villa Pontificia” del libro “Moro, il caso non è chiuso” si ricostruisce per la prima volta - al di là di ogni ragionevole dubbio, e nonostante anche alcune recenti ricostruzioni contrarie - che questa trattativa vaticana c’è stata ed è durata fino al 9 maggio, giorno dell’assassinio di Moro, e che si è svolta proprio nella residenza estiva dei Papi a Castelgandolfo, compresa la raccolta di dieci miliardi delle vecchie lire per un eventuale riscatto da pagare alle Brigate Rosse, di cui hanno testimoniato monsignor Fabbri in Commissione ed altri testi qualificati.
Nel libro si ricostruisce il ruolo vaticano nei 55 giorni, con luci ed ombre visto che dai lavori della Commissione è emerso che la prima prigione di Moro fu certamente in un palazzo di proprietà dello Ior, la cosiddetta banca vaticana, e uno dei membri del commando era Alessio Casimirri, figlio del numero due della sala stampa vaticana fino al 1972, tuttora latitante. Paolo VI morì di fatto di crepacuore tre mesi dopo Moro il 6 agosto 1978.
A differenza di altri libri usciti in occasione del quarantennale dell’assassinio di Moro, “Moro il caso non è chiuso" è basato solo su fatti e documenti raccolti e vagliati dalla Commissione parlamentare d’inchiesta, per quattro anni, dopo la desecretazione di un milione di file di documenti da parte di servizi segreti, forze dell’ordine,e da parte dei vari ministeri coinvolti eccetera in base a una legge del 2014. Un contributo essenziale alla ricostruzione della verità.
Fonte: Ufficio stampa