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Il distributore della discordia, Manetti risponde a un cittadino: "Non abbiamo potuto decidere niente"

Il distributore della discordia fa discutere prima ancora della sua nascita: parliamo di quello che si affaccerà sull'entrata della Firenze-Pisa-Livorno da Ginestra Fiorentina. Un cittadino di Limite sull'Arno ha posto la questione alla stampa e all'amministrazione comunale di Lastra a Signa: "Al posto di un bellissimo campo, girasoli o grano a seconda delle annate, vedremo da qui in avanti le ennesime insegne di un nuovo distributore di carburanti con il suo baracchino/bar e le pompe che alimenteranno 24 ore su 24 le macchine dei passanti. Poco conta che si tratti di pochi metri quadrati di terreno naturale che se ne vanno. Conta l'impatto e la ferita che apre su un intero paesaggio e conta l'utilità e la necessità che questa opera abbia".

E continua: "Mi chiedo, visto che la Regione Toscana si vanta di avere una legge che impedisce il consumo del territorio, salvo opere necessarie ed indispensabili, se un nuovo impianto per la distribuzione di carburante rientri in questa fattispecie e, in caso affermativo, se dovesse essere realizzato proprio in quel posto e mi chiedo anche come sia possibile che un Comune (Lastra a Signa in questo caso) possa decidere in piena autonomia la costruzione di immonde opere ai confini di un altro (Montelupo F.no) in zone a mio avviso di pregio paesaggistico e naturalistico".

Dopo alcuni giorni non è tardata la risposta da piazza Unità d'Italia. L'assessore all'urbanistica Luca Manetti ha sostanzialmente affermato che il Comune non ha alcun potere sulla localizzazione e sull'autorizzazione di un impianto. Non solo, non è in possesso di tali poteri nemmeno la Regione.

I distruttori sono autorizzati in forza del D.Lgs. 32/1998 che in particolare prevede che "l'autorizzazione è subordinata esclusivamente alla verifica della conformità alle disposizioni del piano regolatore, alle prescrizioni fiscali e a quelle concernenti la sicurezza sanitaria, ambientale e stradale, alle disposizioni per la tutela dei beni storici e artistici nonché alle norme di indirizzo programmatico delle regioni. [...] La localizzazione degli impianti di carburanti costituisce un mero adeguamento degli strumenti urbanistici in tutte le zone e sottozone del piano regolatore generale non sottoposte a particolari vincoli paesaggistici, ambientali ovvero monumentali e non comprese nelle zone territoriali omogenee A (ndr zone storiche)".

In più "secondo le norme di liberalizzazione della distribuzione di carburanti, la società gestore dell’impianto può realizzare volumi da destinare anche alla somministrazione di alimenti e bevande e ciò in dispregio delle norme urbanistiche che tutelano gli usi nelle zone agricole. Nella zona in questione non vi è alcun vincolo sovraordinato di quelli previsti dal decreto legislativo citato e dunque il Comune e gli altri Enti pubblici non hanno potuto fare nessuna valutazione nel merito della locazlizzazione del distributore, ma hanno dovuto accettare la scelta del proprietario del terreno e della società petrolifera".

"In conclusione - spiega - il Comune di Lastra a Signa non ha deciso di far realizzare un distributore in piena autonomia. Il Comune di Lastra a Signa non ha deciso proprio nulla, tanto meno di far realizzare un distributore al confine con Montelupo. Il Comune si è limitato ad applicare e far rispettare la normativa edilizia, come suo preciso compito e dovere.

Sicuramente io ed il Comune di Lastra a Signa condividiamo le sue opinioni e volentieri, insieme a lei, a tutti i cittadini che lo vorranno ed agli altri Comuni ed alla Regione, siamo disposti a farci parte attiva per un’istanza di modifica dell’assurda Legge di liberalizzazione (liberalizzazione si fa per dire, considerato che le società petrolifere hanno un potere illimitato ed ingiustificato). Tutti i comuni, dunque anche il suo e quello di Montelupo a cui lei ha indirizzato la lettera, sono vittime di questo sistema".

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