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Baratto sociale, raddoppiano domande e contributi ad Altopascio

È facile girare per Altopascio e notare le panchine di piazza Gramsci, di via Cavour o di parco Aldo Moro (solo per citarne alcuni) completamente risistemate. Oppure sedersi su quelle rinnovate di piazza delle fontane o ancora passeggiare per i parchi, ad Altopascio, a Marginone o a Spianate, e trovarli puliti, curati, con i giochi e le panchine come nuovi.

Così come il boschetto di via del Valico, reso finalmente accessibile e frequentabile. In poche parole: interventi per il bene comune a tutto tondo, portati avanti e gestiti da chi, disoccupato, si è rivolto all'amministrazione comunale per ricevere un contributo economico. Ecco il baratto sociale, la restituzione sotto forma di impegno civico, con opere e azioni di manutenzione ordinaria per il decoro urbano e il miglioramento della qualità della vita di tutti, di ciò che la comunità, attraverso la spesa sociale comunale, dà a chi ha più bisogno.

Il progetto, lanciato dall'amministrazione comunale e partito in via sperimentale nel 2017, si è rinnovato quest'anno con il doppio delle domande e dei contributi e, nelle intenzioni della giunta, crescerà ancora nei prossimi mesi, grazie a nuove risorse.

L'obiettivo, inoltre, non è erogare solo un servizio, ma ricreare un tessuto sociale cittadino: parte attiva del progetto, infatti, oltre all'ufficio sociale, in collaborazione con l'ufficio tecnico, sono le associazioni di volontariato del territorio, in particolare la Misericordia, e il tutore del bene comune, Mario Sarti, che ha il compito di coordinare il progetto a livello operativo, organizzare le varie squadre direttamente sul campo, individuare aree o situazioni su cui intervenire.

«L'obiettivo è rendere il baratto sociale un progetto strutturale di Altopascio – spiega l'assessore al sociale, Ilaria Sorini – Per farlo abbiamo bisogno di nuove risorse: per ora siamo riusciti a ottenere altri 15mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Con questo progetto siamo stati dei pionieri, altri Comuni, anche in Toscana, hanno replicato l'idea, chiedendoci consigli, materiali e supporto, perché, di fatto, è un progetto che funziona. Abbiamo inventato il baratto sociale, che in questa prima parte dell'anno sta coinvolgendo una ventina di persone, numero che crescerà nei prossimi mesi, per favorire un nuovo inserimento lavorativo, sociale e umano a chi ha perso il lavoro e rischia di cadere in un profondo isolamento. Senza assistenzialismo, ma con un'azione di accompagnamento, che crei maggiore responsbilità, maggiore coesione, integrazione e, soprattutto, emancipazione».

Il baratto sociale è legato a doppio file al fondo anticrisi comunale, rivolto a disoccupati, giovani coppie e pensionati altopascesi, che quest'anno l'amministrazione ha portato da 50mila a 57.500 euro, e ai servizi sociali comunali: alle persone disoccupate che si presentano per ricevere un contributo economico viene proposto il progetto del baratto. Per chi partecipa il contributo ammonta a 1000 euro, esattamente il doppio rispetto all'anno scorso.

«C'è chi si prende cura del verde pubblico e del decoro urbano, attraverso manutenzioni ordinarie – conclude Sarti – e chi, invece, presta servizi sociali per persone in difficoltà, come anziani soli, disabili minori e adulti. In questa prima parte dell'anno, per esempio, ci siamo dedicati alle panchine del centro e delle frazioni e abbiamo riaperto al pubblico il boschetto di via del Valico, inaccessibile in quanto invaso da pruni e sterpaglie. Si attivano tutti, donne e uomini, italiani e stranieri, ed è una grande soddisfazione ricevere i ringraziamenti dei cittadini che passano o vedere come il frutto della tua fatica serva agli altri. Grazie al baratto sociale le persone mettono a disposizione del bene comune le proprie capacità e, in questo modo, così come è nelle intenzioni dell'amministrazione comunale, i partecipanti recuperano anche un senso di dignità personale, legata al sentirsi utili, molto importante per trovare un nuovo lavoro».

Fonte: Comune di Altopascio

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