Racket di prostitute in Versilia, cinque arresti: indagini partite dall'incendio di un container
Sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell'immigrazione, spaccio di cocaina e altri reati predatori: per questo 5 persone sono state arrestate quest'oggi dalla squadra mobile di Viareggio con l'aiuto del commissariato e del reparto volo di Firenze, su ordinanza del gip di Lucca Antonia Aracri.
In carcere sono finiti
1. Dashnor Ilnica (Albania, 1987), arrestato il 14 luglio scorso, in provincia di Rovigo, con la collaborazione di quella Squadra Mobile;
2. Gentian Bregu (Albania, 1983);
3. Romeo Costel Iordache (Romania, 1990), attualmente detenuto, per altra causa, presso la Casa Circondariale di Lucca;
4. Idriz Merdita (Albania, 1990), già espulso dal territorio nazionale con accompagnamento alla frontiera.
Ai domiciliari
5. Pamela Balsamo (Viareggio, 1985).
Infine, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora, per aver concorso a vario titolo nei reati sopra indicati, una donna rumena ed un tunisino. Inoltre perquisite, a Viareggio e a Torre del Lago, le abitazioni di altri 6 indagati.
Tra i reati contestati:
- lo sfruttamento della prostituzione di donne rumene, consumato nella Versilia;
- il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso la celebrazione di matrimoni fittizi tra italiane e marocchini o tunisini;
- la tentata rapina ai danni di una ristoratrice di Torre del Lago, che custodiva nella borsa l’incasso della serata, consumata a Viareggio il 2 novembre 2017; la rapina non ha avuto successo per la caparbietà della vittima, che ha trattenuto la borsa nonostante sia stata trascinata lungo strada per diversi metri;
- il furto con destrezza di una collana d’oro sottratta ad un passante, consumato a Torre del Lago il 5 giugno 2017;
- il furto in un’abitazione di Bozzano (LU), consumato il 20.9.2017, che ha fruttato al sodalizio tremila euro; la merce è stata rinvenuta nel corso dell’indagine e restituita all’avente diritto;
- il furto, dal deposito di un cantiere di Torre del Lago, di attrezzi per lavori di edilizia e giardinaggio, per il valore di quattro mila euro, consumato il 23 novembre 2017; la merce è stata rinvenuta nel corso dell’indagine e restituita.
LA RICOSTRUZIONE A SEGUITO DELLE INDAGINI.
Tutto era partito dall'incendio appiccato al containaer del fratello di Iordache, a giugno 2017 25enne. I due autori vennero fermati poco dopo, un uomo e il nipote, mentre scappavano all'estero. Il motivo del gesto una lite per futili motivi. Indagando sulle attività di Iorache e Brecu è emersa la tentata estorsione del primo ai danni della famiglia dell'uomo che appiccò l'incendio per ottenere la somma di diecimila euro a titolo di risarcimento per le lesioni patite e il danneggiamento del container. Le due famiglie hanno composto la lite facendo appello alla giustizia rom, affidata ad un collegio di anziani che avrebbe dovuto determinare il quantum da corrispondere per il risarcimento.
Poi è emersa la prostituzione prevalentemente di donne di origini rumene: i due acquistavano le vittime dalla Romania per destinarle alla prostituzione, per strada e in abitazione, nella Versilia; erano i due uomini a contattare i clienti prospettando loro diverse donne a seconda dei gusti; il prezzo delle donne variava per l’età e la bellezza. Iordache ha inoltre convinto una delle vittime di sfruttamento a celebrare un falso matrimonio con un marocchino allo scopo di favorire l’ingresso in Italia di quest’ultimo dietro compenso di una somma di denaro, con la prospettiva di percepire parte del guadagno.
Nell’individuare le donne da destinare alla prostituzione Iordache poteva contare sui consigli di Balsamo, ex compagna di Merdita, responsabile, in concorso con quest’ultimo, di molteplici reati. La donna ha ideato e partecipato alla tentata rapina ai danni della ristoratrice di Torre del Lago, grazie alle informazioni acquisite da una cameriera del locale, e ha prospettato al gruppo una rapina ai danni di un anziano subentrando alla badante dell’uomo, allontanatasi temporaneamente dall’Italia. La rapina avrebbe dovuto consumarsi per strada allo scopo di sottrarre all’uomo una grossa collana d’oro che era solito indossare. Non è stata realizzata per l’improvviso peggioramento delle condizioni di salute dell’anziano, costretto a letto. La stessa Balsamo ha contratto un finto matrimonio con un tunisino, con il concorso di altri indagati, realizzando un guadagno di seimila euro.
Tutti gli indagati consumavano i predetti reati allo scopo di finanziare la ben più redditizia attività di spaccio di cocaina, nel corso della quale è stata documentata, in capo alla stessa donna, un’estorsione ai danni di un cliente, abituale consumatore, che ritardava nel pagamento della fornitura.