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"Buscemi etichettò il murale di Keith Haring come radical chic": Diritti in Comune chiede le dimissioni

"A Pisa si dà risalto in tutti i modi (si stampano cartoline e manifesti, magliette e souvenir di ogni tipo, perfino tazzine, piatti e bicchieri) per pubblicizzare quel modestissimo e banalissimo murale di ispirazione metropolitana che è Tuttomondo del newyorkese Keith Haring, che qualche mente perversa (e profondamente, grottescamente radical chic) autorizzò una trentina di anni fa ad essere realizzato su un muro del convento di Sant'Antonio". Questo si legge nell'imperdibile pamphlet dal titolo Rivoglio Pisa - istruzioni d'uso per un sindaco (Eclettica Edizioni, 2018) dell'irriducibile stalker locale nonché neo-assessore alla cultura (maschilista) Andrea Buscemi.

Com'è noto, il nostro non è un critico d'arte ma un attore che vanta l'omonimia col grande Steve Buscemi ed alcune collaborazioni con Panariello, Pupo, Pieraccioni, Neri Parenti e Ruffini. Dall'alto della sua autorità egli giudica “radical chic” il Tuttomondo di Haring, murale che l'artista newyorchese ha donato a Pisa nel giugno 1989 e che poi ha ottenuto il vincolo della Soprintendenza, divenendo bene culturale tutelato in quanto opera d'“interesse storico-artistico particolarmente importante”.

I pisani non dimenticano i giorni in cui Haring era in città, al lavoro con i ragazzi della parrocchia di sant'Antonio, ai tempi in cui don Luciano volle ospitarlo. Forse anche i più giovani hanno visto i due video che documentano l'intero processo di realizzazione ed il coinvolgimento del quartiere (L'Arte in diretta e Tuttomondo, entrambi di Andrea Soldani) oppure hanno avuto modo di visitare la bella mostra di serigrafie di Haring che si è tenuta a Palazzo Blu nel 2012, a conclusione del restauro dell'opera pisana, promossa dalla Fondazione Haring e finanziata dalla Caparol Center – ditta che nel 1989 fornì gratuitamente a Haring la vernice – oltreché da Università di Pisa, Regione Toscana e Comune di Pisa, sotto la direzione della Soprintendenza. Interessante poi sottolineare che una parte dei proventi dalle vendite di quei gadget contro cui lancia i propri strali Buscemi, vada alla Fondazione Haring per la ricerca sull'AIDS.

Buscemi si è sempre distinto per queste perle di saggezza reazionaria e conformista, fin dai tempi in cui conduceva la trasmissione televisiva l'Impallato in un Teatro Rossi senza agibilità, concessogli dall'allora Soprintendente Malchiodi. Già allora le sparava grosse sull'arte contemporanea, richiamando le glorie della città medievale con tutta la tiritera della repubblica marinara. “Sebbene in questo tempo oltraggiata e vilipesa” – afferma ancora il nostro – Pisa è “un esempio di civiltà, che ha insegnato al mondo”: dimentica che in quel tempo Pisa era ancora più meticcia di oggi e che proprio allora cominciava a formarsi un'identità grazie all'incontro con culture più o meno lontane (bizantina, araba, spagnola, francese, Nord Europea, etc.). Tutto ciò è stato ben documentato nel 2003-04 dalla mostra Pisa e il Mediterraneo, curata da Marco Tangheroni, che non era certo un intellettuale di sinistra.

Insomma, la colpa più grave di Buscemi è lo stalkeraggio, e ciò basterebbe a estrometterlo da qualsiasi incarico pubblico, se fossimo in un paese normale. Ma per lo specifico ruolo che egli è chiamato a ricoprire in città, quel che pensa (e dice) in materia di cultura lo squalifica senza appello".

Diritti in comune: Una città in comune- Rifondazione Comunista - Possibile

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