Cava Fornace, stop immediato al conferimento e rapida chiusura
Stop immediato al conferimento dei rifiuti, risposte chiare su tempi e modalità di chiusura, rispetto degli atti di indirizzo già votati. La discarica di Cava Fornace, ex cava Viti, a cavallo tra i Comuni di Montignoso (Ms) e Pietrasanta (Lu), torna a essere protagonista del lavoro della commissione Ambiente del Consiglio regionale, guidata da Stefano Baccelli (Pd), che ieri, mercoledì 11 luglio, ha ascoltato rappresentanti istituzionali e del comitato contro la discarica.
Sul tavolo le criticità di un sito già rilevate da Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale), ma soprattutto la preoccupazione di sindaci e cittadini che rinnovano la richiesta di una Via ex post (Valutazione d’impatto ambientale) e una nuova Aia (Autorizzazione integrata ambientale) con l’integrazione del parere obbligatorio igienico sanitario che certifichi, al di là di ogni dubbio e in piena trasparenza, che l’impianto può ancora operare nel totale rispetto di norme e regole ambientali vigenti.
Da tutti è arrivata chiara anche la richiesta di un “comportamento lineare” e “nel rispetto di volontà politiche già espresse” tanto da parte del Consiglio regionale che dalle amministrazioni locali. L’aula di palazzo del Pegaso ha più volte affrontato il tema e ha votato all’unanimità, nel dicembre 2017, una mozione per la chiusura “più celere possibile” della discarica. Ma è già stata depositata un’altra mozione (firmata dal presidente Baccelli, dal presidente del gruppo misto/Tpt Monica Pecori e dal consigliere Pd Giacomo Bugliani), che sarà discussa, e molto probabilmente integrata, nella prossima riunione di commissione e dopo aver sentito l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni.
Spiega bene i passaggi Baccelli: “Sentite le voci del territorio, procederemo a incontrare l’assessore. Allora tireremo le somme e valuteremo contenuti e indirizzi di un nuovo atto politico”. “La discrasia tra la volontà politica espressa a più livelli e vicende autorizzative non propriamente coerenti è evidente”, continua Baccelli.
Anche il vicepresidente della commissione Giacomo Giannarelli (M5s) stigmatizza il mancato seguito ad atti votati dal Consiglio regionale. “Ci sono doveri da rispettare che non afferiscono solo alla sfera politica, ma fanno parte del diritto” e nel ricordare “interessi pubblici del Comune di Prato”, si dice contrario ad avallare un “mero interesse economico che sta di fatto bloccando la volontà di sindaci e cittadini”.
Il vicepresidente chiede poi che la registrazione della seduta e gli atti portati da amministratori e cittadini vengano inviati alla Procura di Genova e di Massa e si dice disponibile a farlo lui stesso in qualità di presidente della ‘commissione d’inchiesta su discariche sotto sequestro e ciclo rifiuti in Toscana’.
Tra gli atti depositati in commissione anche il verbale della polizia municipale, che attesta come al momento (la nota è di metà giugno) non sembrano iniziate attività di ampliamento, ossia riferibili alla costruzione per la coltivazione oltre quota +43 metri sul livello del mare. Le due fasi successive porterebbero la coltivazione e il riempimento del sito fino alla quota massima consentita +98 metri. Ma amministratori e comitato chiedono una verifica e un controllo maggiori per assicurare che i lavori non siano partiti (o non siano in procinto) e comunque di vincolare ogni ampliamento a nuove procedure autorizzative.
La situazione è definita “abbastanza paradossale” dal capogruppo Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori: “Oggi ci chiedono di esprimere una volontà politica che abbiamo già ampiamente affermato. La situazione è fuori controllo”, dichiara commentando che il sito “era ed è evidentemente non idoneo”.
La capogruppo della Lega, Elisa Montemagni, chiede invece un intervento diretto del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani: “È il presidente di tutti. Deve fare pressione perché sia fatta la nota di attuazione della mozione sulla discarica, ma anche su altri atti votati cui non è stato dato seguito”.
Fonte: Consiglio Regionale