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All'ex carcere delle Murate 'Dal profondo del mio cuore'

DAL PROFONDO DEL MIO CUORE

da DE PROFUNDIS

di Oscar Wilde

con Lorenzo Terenzi

adattamento, scene e regia Dimitri Milopulos

musiche originali Marco Baraldi

pianoforte Marco Baraldi

violino Sofia Astarita

mixaggio Federico Ciompi

si ringrazia per la collaborazione Davide Morelli

responsabile tecnico Amedeo Borelli

organizzazione Franca Sisti

amministrazione Rugiada Cogotti

ufficio stampa Bruno Casini

 

Si dice “l’amore è cieco”. Nulla di più vero. Così Oscar Wilde, uomo forte ma anche fragile, grande letterato e grande frequentatore e animatore dei salotti borghesi di Londra - ma anche di altri salotti dove troneggia il piacere e la lussuria - si innamora di Lord Alfred Douglas, detto Bosie.

L’incontro sarà fatale. Porterà Oscar alla condanna a due anni di lavori forzati per sodomia e all’incarcerazione. I suoi libri furono ritirati dalle librerie, si abbassò il sipario sui suoi spettacoli,  i suoi beni furono venduti all’asta, i figli gli furono sottratti. Il poeta fu umiliato pubblicamente, distrutto psicologicamente e socialmente, allontanato dalla società, abbandonato, completamente rovinato. Tutto questo per l’amore verso un altro uomo, deplorevolmente chiamato “sodomia”.

Si può castigare la carne ma non lo spirito.

In carcere la mente del poeta e dell’uomo non si spegne. Passarono quasi due anni di carcere duro tra salute precaria e condizioni disumane finche negli ultimi mesi gli fu finalmente permesso di leggere e di scrivere. Oscar ricevette dei fogli di carta, uno alla volta, che una volta riempiti gli venivano ritirati.

Lì, nella sua cella, solo, isolato, allontanato da tutto quello che aveva amato, distrutto, rovinato ma allo stesso tempo lucido e tagliente come la lama di un coltello scrive Epistola: In Carcere et Vinculis successivamente chiamato De Profundis.

La lettera forse più lunga della storia, indirizzata a Bosie, nella quale il poeta attraversa la loro storia, attacca l’amante, se stesso, tira le somme, consiglia, rimpiange, si strazia, si libera;  un’apologia dell’amore che tutto innalza e tutto distrugge.

A queste pagine di letteratura e di umanità (che sono state rese pubbliche integralmente solo nel 1962) è ispirato Dal profondo del mio cuore. L’idea è quella di entrare a spiare in punta di piedi l’intimità di un uomo, nel momento della più grande delle sue sofferenze, quella dell’ amore “che non riesce a pronunciare il suo nome”, e della sconfitta nell’assordante isolamento della sua cella

Eppure ogni uomo uccide la cosa che ama….

Alcuni lo fanno con uno sguardo amaro….

Alcuni uccidono il loro amore da giovani, e altri da vecchi….

Alcuni amano troppo poco, altri troppo a lungo…

(da Ballata del Carcere di Reading)

Sono passati 120 anni da quell’infausto periodo ma oggi come allora viviamo in una società che etichetta, giudica, si professa "moderna" e libera ma ancora oggi libera non è. Siamo tutti imprigionati all'interno di gabbie mentali di diversità, di paura, di pregiudizio. Siamo vittime di amori "sbagliati" che ci risucchiano l'anima, ci annullano, ci portano all'autodistruzione.

Le emozioni di Oscar Wilde durante la prigionia in cella e durante la prigionia in libertà - quando era fuori dal carcere ma comunque ingabbiato nel giudizio della società - sono le stesse emozioni che tante persone vivono oggi, perché etichettate e rifiutate dal mondo che le circonda.

  1. M.

INGRESSO GRATUITO. Posti limitati, prenotazione consigliata al 346 0384884

Info: info@teatrodellalimonaia.itwww.teatrodellalimonaia.it

 

 

 

Fonte: Ufficio Stampa

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