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Visitavano in nero in ospedale, 7 arresti nel reparto ginecologia a Prato

Quattro medici dipendenti dell'ospedale di Prato e tre cittadini cinesi sono stati arrestati dai carabinieri per peculato e truffa ai danni dello Stato. I medici, stando alle accuse, effettuavano visite in nero di cittadini cinesi, utilizzando le strutture dell'ospedale, con la mediazione di alcuni orientali. Le ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari sono state emesse dal gip di Prato, su richiesta della procura. Altre 4 persone sono state raggiunte dalla misura di obbligo di firma.

Il gip ha definito 'sistema' quello messo su dai quattro medici in servizio nel reparto di ginecologia all'ospedale di Prato - tre uomini e una donna - arrestati questa mattina assieme a tre cittadini cinesi. Un sistema di visite in nero svolte durante l'orario di lavoro nei locali dell'ospedale. Altre quattro persone sono state raggiunte da notifica dell'obbligo di firma.

Sarebbero 18 gli indagati. L'indagine è svolta dai carabinieri del nucleo investigativo, coordinate dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli. In base agli elementi emersi, le pazienti cinesi venivano inviate ai medici dai tre mediatori, due donne e un uomo, e pagavano loro una parcella che va dai 100 ai 150 euro, che poi ne giravano una parte ai medici. Le pazienti saltavano la trafila della prenotazione al Cup, ma a loro non viene contestato nulla, nella convinzione che non sapessero come funziona il sistema della prenotazione del sistema sanitario regionale toscano.

La procura fa sapere che "l'Asl ha collaborato coi carabinieri, che hanno filmato i passaggi di denaro in contanti".

Le indagini sono partite l'autunno dell'anno scorso, quando una giovane cinese si è sentita male dopo aver ingerito pillole abortive. La ragazza aveva spiegato di essersi rivolta a una mediatrice che l'aveva accompagnata da un medico italiano, che a sua volta le avrebbe dato le pillole. Una perizia ha accertato che quei medicinali potevano provenire solo dal circuito ospedaliero: le intercettazioni telefoniche disposte hanno consentito di risalire ai medici implicati.

AUSL TOSCANA centro: "Subito sospesi dal lavoro i dipendenti arrestati al Santo Stefano di Prato"

Sono stati subito sospesi i dipendenti arrestati all'Ospedale Santo Stefano di Prato. L'Azienda USL Toscana centro, a seguito della notifica da parte del Gip del Tribunale di Prato, con la quale veniva disposto il provvedimento restrittivo della libertà personale dei quattro dipendenti coinvolti nella vicenda, ha immediatamente applicato le vigenti normative e attuato la sospensione dal servizio. Nei confronti dei medesimi dipendenti è stata anche attivata l'ulteriore procedura per la valutazione della responsabilità disciplinare.

L'Azienda Sanitaria ha, inoltre, inviato la comunicazione ai rispettivi Ordini dei Medici e Chirurghi di appartenenza, sempre dei quattro dipendenti.

Nel procedimento penale che sarà instaurato l'Azienda si costituirà parte civile, al fine di ottenere il risarcimento dei danni subiti sia patrimoniali che di lesione d'immagine.

Il direttore generale Paolo Morello Marchese ha definito i comportamenti emersi nella vicenda inaccettabili e da isolare. "Tali comportamenti sono gravissimi  e indirettamente - ha detto il direttore- recano danno alle centinaia di operatori che ogni giorno lavorano con onestà nei nostri servizi e che mi sento di tutelare in tutti i modi".

Morello ringrazia le Autorità inquirenti alle quali esprime la massima disponibilità e collaborazione. 

Jacopo Alberti (Lega): "Fatto grave, non va minimizzato"

“Mentre la stragrande parte dei cittadini toscani-afferma Jacopo Alberti, Consigliere regionale della Lega, Portavoce dell’Opposizione e membro della Commissione Sanità- è costantemente alle prese con le chilometriche liste d’attesa e con ticket sanitari non certo economici, vi sono sempre dei “furbi” che trovano il modo di scavalcare le persone oneste, con la complicità, in questo caso, di chi opera negli ospedali. E’ il caso di quanto avvenuto al nosocomio pratese dove ben quattro medici dipendenti della predetta struttura sono stati arrestati, assieme a tre cittadini cinesi, con pesanti accuse. Se ciò fosse effettivamente vero, come pare si tratterebbe, dunque, di fatti sicuramente rilevanti che non devono essere minimizzati. Nel complimentarci con gli inquirenti vogliamo, viceversa, stigmatizzare il comportamento di questi sanitari che screditano una categoria di professionisti, solitamente inappuntabili. Anche per tale motivo auspico che se le prove verranno confermate, agli arrestati vengano comminate delle sanzioni esemplari anche dall’Usl competente.”

Ciolini (Pd): “Fatti di gravità inaudita”

"Fatti di una gravità inaudita che gettano un’ombra su uno dei reparti più virtuosi della sanità pratese e toscana. Comportamenti inaccettabili sia perché avvenuti all’interno di una struttura pubblica, sia perché tendenti ad approfittare della non conoscenza del sistema e quindi della debolezza di donne straniere alle prese con problemi di salute. Voglio esprimere apprezzamento nei confronti della magistratura e delle forze inquirenti che hanno messo fine a questa sistema di truffe e peculato. Nello stesso tempo, valuto positivamente la tempestiva presa di posizione del direttore generale dell’Asl Centro, Paolo Morello Marchese, che ha annunciato la sospensione dei medici coinvolti e la volontà di costituirsi parte civile nel procedimento penale".

Così Nicola Ciolini, consigliere regionale Pd e componente della commissione sanità, commenta gli arresti di 4 medici del reparto di ginecologia dell’ospedale Santo Stefano di Prato.

 

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