A Casole d'Elsa va in scena una rilettura moderna dei Medici
540 anni fa, il 28 Aprile 1478, aveva luogo l’epilogo di quella riconosciuta unanimemente come la Congiura dei Pazzi, con bersagli stabiliti Lorenzo De’ Medici e il fratello Giuliano.
Una Congiura molto conosciuta anche perché le Vittime designate furono proprio quei Medici, Lorenzo e Giuliano in particolare, che si distinsero per saggezza, mecenatismo, amore per l’arte e la cultura. Quella cultura che attraverso i secoli ha stigmatizzato Firenze come culla del Rinascimento, appunto.
Mentre Giuliano cadeva sotto i colpi dei sicari, dentro la Basilica di Santa Maria del Fiore di Firenze, in Duomo, Lorenzo riusciva miracolosamente a salvarsi.
La Compagnia AVATAR (20 ATTORI), su testo e regia di Giovanni Guidelli (Rai e Mediaset), propone in Prima Assoluta THE MEDICI CONGIURA 2.0, una messinscena moderna della vicenda, una rilettura quindi attualizzata ai giorni nostri, con una famiglia Medici al centro dei traffici economici fiorentini e non solo, avversata dall’altra famiglia fiorentina dei Pazzi.
Un gioco di equilibri, una sfida di nervi, un risiko di politica e potere che, in un crescendo di tensione e torbidi accordi porterà inesorabilmente a un conflitto senza esclusione di colpi, fino all’agguato mortale e alla successiva vendetta.
Gli eventi che precedono quel 28 Aprile 1478 sono scanditi dagli attori, Lorenzo e Giuliano dei Medici in primis, e poi i Pazzi (esecutori materiali), ma che conta anche sicari, mandanti, e la presenza di illustri personaggi, a partire dal Papa Sisto IV e poi Federico da Montefeltro, Girolamo Riario, Montesecco, ecc…
Ecco quindi che la coreografia dei movimenti scenici fra gli attori richiama alla mente i combattimenti fra i cobra e le manguste, e il testo drammaturgico diventa un patchwork lessicale che spazia dall’endecasillabo al turpiloquio, a marchiare con enfasi i momenti emotivi di questo o quel personaggio che, essendo incastonati in una realtà contemporanea, fanno uso di ogni squisito lessico verbale per imporre la propria linea di pensiero.
I costumi rinascimentali che lasciano il posto ad abiti sartoriali d’Alta Moda.
Uno spettacolo assolutamente dispotico e incredibilmente attuale nei suoi meccanismi scenici di causa-effetto.
Una moderna versione de la congiura, mai portata in scena, così come Baz Luhrman fece per Giulietta e Romeo, ambientando in America la storia concepita a Verona, oppure Kenneth Branagh con il suo adattamento per un Amleto che ha luogo nell’800, oppure ancora Coriolano diretto da Ralph Fiennes, che vede la vicenda Shakespeariana aggiornata dall’antica Roma a una location di una Belgrado in mezzo a un conflitto bellico.
Lo spettacolo si terrà nel bellissimo borgo di Casole d’Elsa in un suggestivo palcoscenico all’aperto che richiama gli antichi teatri (in via dietro le mura) il giorno 26 luglio p.v.
Per informazioni oppure per acquistare i biglietti in prevendita rivolgersi all’Ufficio turistico/Museo civico in piazza della Libertà: 0577948705; uff_turistico@casole.it
Fonte: Ufficio stampa