E' nata Arti, l'agenzia regionale per il lavoro
E' nata Arti, l'agenzia regionale per il lavoro, già on line con il suo sito. Il battesimo c'è stato il 28 giugno, venti giorni appena dopo l'approvazione della legge regionale che ha recepito la riforma nazionale, quando tutti i 413 dipendenti che lavoravano per i centri per l'impiego, già in prestito alla Regione da gennaio, sono passati alle dipendenze del nuovo ente, compresi 97 contratti a tempo determinato che saranno stabilizzati entro l'anno.
E' stato comunque un passaggio senza soluzione di continuità. "Siamo stati una delle prime Regioni a dare piena attuazione al passaggio definitivo del personale e delle sedi, secondo quanto previsto dalla legge di bilancio che imponeva di far tutto entro il 30 giugno. Ne siamo quindi molto orgogliosi" sottolineano l'assessore al lavoro della Toscana, Cristina Grieco, e l'assessore alla presidenza e l'organizzazione Vittorio Bugli. "Il lavoro e la formazione - ribadisce Bugli - è una priorità per questa giunta, tant'è che sono anche tra le competenze per cui abbiamo avviato una procedura di richiesta di autonomia speciale. E la nostra intenzione è di rafforzare ulteriormente, nel futuro, i centri per l'impiego".
Arti (acronimo di Agenzia Regionale Toscana per l'Impiego) è un ente dipendente della Regione ed è organizzata in una struttura centrale, regionale, e in strutture periferiche, che ad oggi contano 53 sedi. Rimane da nominare il direttore, per la cui selezione c'è un bando che rimarrà aperto fino al 13 luglio. Fino ad allora il suo ruolo sarà supplito dal responsabile della Direzione Lavoro della Regione. Nella prima fase anche le funzioni trasversali saranno assicurate grazie al supporto degli uffici regionali. L'agenzia ha inoltre acquisito dal 28 giugno, a titolo gratuito, la Fil, ovvero la società in house della provincia di Prato che gestisce il centro per l'impiego del territorio.
"Abbiamo ponderato con attenzione la scelta del modello organizzativo – spiegano ancora Grieco e Bugli – e alla fine abbiamo ritenuto che l'agenzia potesse garantire il maggior grado di efficienza nella gestione di funzioni così complesse e delicate come quelle dei servizi per il lavoro, ma anche opportunità nell'organizzazione del personale".
Alla Regione rimarrà la programmazione, il monitoraggio e le analisi delle politiche del lavoro. Rimarrà anche la definizione degli interventi finanziati attraverso fondi comunitari, nazionali e regionali, e delle linee di indirizzo e degli obiettivi della rete regionale dei centri per l'impiego, nonché degli standard di qualità dei servizi per il lavoro. Sarà sempre la Regione che si raccorderà con l'Agenzia nazionale per l'occupazione (Anpal). All'Agenzia regionale spetterà invece la gestione della rete regionale dei centri per l'impiego e delle misure di politica attiva e dei servizi erogati a cittadini e imprese, in coerenza con i livelli essenziali delle prestazioni stabiliti a livello nazionale e con gli standard qualitativi regionali.
Un'agenzia per il lavoro era già prevista nel 2014 in Toscana. La sua attuazione era stata sospesa in attesa del riordino delle competenze a livello nazionale e poi anche degli esiti del referendum . Ci sono voluti tre anni e due importanti accordi quadro tra Stato e Regioni. Ma quando, pochi mesi fa, il governo ha definito e stanziato risorse stabili per la copertura dei costi del personale - 22 milioni e 400 mila euro sono la quota toscana – il progetto ha potuto rimettersi in moto e lo scorso dicembre la Conferenza Stato-Regioni ha varato il pacchetto che definisce strumenti e regole omogenee per tutti i centri dell'impiego in Italia, che già da qualche tempo non si occupano più solo di incrociare domanda e offerta.
Svolgono infatti un ruolo fondamentale nella gestione di tutte le politiche del lavoro, quelle il cui coordinamento e programmazione spetta adesso alle Regioni. Si occupano di formazione e riqualificazione, orientano, valutano le singole competenze, definiscono profili e offrono consulenze; non solo ai lavoratori ma anche a datori e imprese. Non in modo occasionale ma permanente. Un peso e un ruolo strategico, sottolineato dalla stessa Europa, che in futuro si vuole rafforzare e su cui, già in questa fase transitoria iniziata quando molte delle competenze provinciali due anni fa sono tornate in capo alla Regione, la giunta toscana è già intervenuta attraverso un processo di riorganizzazione e potenziamento.
I centri per l'impiego toscani già ricevono adesso 300 mila utenti l'anno e 17.000 imprese, cui erogano rispettivamente quasi 1 milione di interventi di politica attiva e 30 mila servizi di consulenza specialistica. E chi ne ha usufruito sembra gradire. Da due indagini condotte dall'agenzia nazionale Anpal nel 2017 – la prima sui giovani fino 20 anni e poi sugli utenti con più di trenta – emerge infatti che l'85 per cento dei toscani intervistati si dichiara molto o abbastanza soddisfatto del servizio erogato. E' il quinto dato più elevato tra le venti regioni d'Italia e il più alto tra quelle a statuto ordinario.
"In una situazione di continue sollecitazioni e di oggettiva incertezza sul proprio futuro professionale – si sofferma l'assessore Grieco – vanno sicuramente evidenziate la dedizione e la responsabilità dei dipendenti dei centri dell'impiego, che senza alcun rafforzamento delle piante organiche hanno continuato a svolgere i compiti sempre crescenti assegnati: dalla gestione degli interventi del programma Garanzia Giovani all'assegno di ricollocazione, dal reddito di inclusione al piano integrato per l'occupazione, solo per citare alcuni esempi". "Alternare lavoro e formazione sarà qualcosa di sempre più diffuso in futuro, per mantenere spendibili le proprie competenze - conclude l'assessore -. Le politiche attive avranno un ruolo fondamentale e il nostro obiettivo è integrare sempre di più i servizi per l'impiego con le politiche per la formazione ma anche il sociale".
Fonte: Regione Toscana