Blitz antidroga tra Toscana ed Emilia Romagna, 22 arresti: clan egemone nello spaccio di cocaina
Una vasta operazione antidroga dei carabinieri ha interessato due regioni (Emilia Romagna, dove tutto è partito, e Toscana), effettuando arresti all'alba contro un'organizzazione di arabi e albanesi che immettevano cocaina in Italia importandola dall'Olanda. Alle 4 di questa notte è stato visto un elicottero dei carabinieri nel comprensorio del cuoio, a Fucecchio e San Miniato. All'alba sono scattati gli arresti su disposizione del gip del tribunale di Bologna. I reati contestati sono l'associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina.
In Toscana hanno collaborato i comandi provinciali di Firenze, Pisa e Toscana, assieme ai colleghi di Bologna, Modena, Parma, Brescia e Mantova. Due dei 22 arresti dell'operazione 'Sottobosco' sono avvenuti a Fucecchio (Said Jarmonui e AdbelKrim Jarmonui), uno a Montelupo Fiorentino (Hamis El Baroudi). Nel Pisano invece era presente il grosso dell'organizzazione criminale: i 4 Dervishi sono stati presi a Santa Maria a Monte, due arresti sono avvenuti a San Miniato (Klodian Alushku e Fili Shpetim), uno rispettivamente per Montopoli (Festim Hoxah), Santa Croce (Shkelzen Cani) e Ponsacco (Adil Mhiai).
Le indagini erano cominciate nel 2016, documentando l'esistenza dell'associazione a delinquere.
Tutto è partito quando una coppia di Bondeno (Ferrara) ha denunciato di aver trovato gli pneumatici della propria auto tagliati nella notte. I carabinieri hanno potuto appurare, dopo la crisi di pianto della donna, che quel fatto era a scopo intimidatorio dopo le numerose minacce di morte giunte dai creditori del figlio. A loro dire il giovane aveva contratto debiti con spacciatori, e già il giovane aveva avuto comportamenti violenti tanto che i genitori sono ricorsi ai militari per ben 4 volte a marzo 2016. I pusher si 'tenevano' la carta di circolazione dell'auto del figlio e la restituivano solo quando il padre saldava i debiti per conto suo.
Le indagini sulle estorsioni hanno potuto svelare l'organizzata rete di spaccio. Il fornitore era un marocchino che tramite una struttura priamidale gestiva affari illeciti con altri cittadini albanesi operanti tra Pisa e Firenze. Enver, Defrim, Ihaxhi e Besnik Dervishi e Klodian Alushku, questi i nomi dei sodali, curavano l'approvvigionamento di cocaina dall'Olanda con una rete di corrieri. I marocchini provvedevano a spacciare in Emilia Romagna perché lavoravano come braccianti, in Toscana invece gli albanesi erano radicati nel settore dell'edilizia. Versilia, Pisa, Firenze, Lucca, Grosseto, Santa Maria a Monte: queste alcune delle zone in cui si spacciava.
Alushku operava nel Fiorentino con i due connazionali Sphetim Fili e Shkelzen Cani in autonomia ma sempre rifacendosi all'organizzazione dei Dervishi.
Il capo indiscusso era però Mohamed Jarmouni, che gestiva il denaro, l'utilizzo dei mezzi per il trasporto dello stupefacente e molte altre parti organizzative. Il mercato della cocaina era egemonizzato nelle aree di interesse.
Basti pensare al basso costo d'acquisto su ogni chilogrammo reperito, che si aggirava al di sotto di 35.000 curo, quando sulle comuni "piazze" si parlava di cifre che oscillavano dagli 80 a 120 Euro al grammo. Tenendo conto del contenuto medio di principio attivo nelle singole dosi sequestrate, da un chilogrammo di cocaina se ne possono ricavare - se molto ben “tagliata” - quattro chili e mezzo che, venduta a 80 euro al grammo, equivalgono a 360 mila curo. Questo dato, da solo, rende l'idea della cospicuità dei margini di lucro che l'attività illecita offre.
I soggetti arrestati sono tutti regolari sul territorio nazionale e residenti/domicilianti nelle zone dove hanno commesso i reati. Alcuni di loro sono nullafacenti. Durante l’intera attività di investigativa sono stati compiuti diversi sequestri di sostanze stupefacenti, per un totale di 7 chilogrammi di cocaina. Nel corso delle perquisizioni di questa mattina sono stati recuperati 28mila euro in contanti. Sono stati impiegati 140 militari, 3 unità cinofile e 1 elicottero.
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