A Volterra la seconda edizione del Festival dei Festival
Il progetto “Festival dei Festival” nasce in un territorio estremamente laterale rispetto a quelli che sono oggi i luoghi della cultura e anche della vita sociale. Per fermarsi all'Europa, siamo lontani anni luce da Parigi e da Londra, ma anche da altri centri più alla nostra portata. Proprio da questo decentramento forzato è sempre partito il nostro impegno e anche un lavoro che sarà realizzato in luoghi che non conoscono più, e in un certo senso non hanno mai conosciuto, l'impegno culturale e quello di spettacolo.
Non pensiamo appunto soltanto a Volterra, che dispone di almeno due spazi prestigiosissimi dedicati all'azione teatrale, cioè quello antico – il Teatro Romano – e quello più moderno - il Teatro Persio Flacco. E neanche alla situazione di Pomarance, che ha almeno altri due teatri importanti, cioè il De Larderel e i Coraggiosi. Pensiamo a tutti gli altri centri, anche piccolissimi dell'Alta Val di Cecina. In quei luoghi arriverà il nostro lavoro, che non si limiterà allo spettacolo, ma che cercherà di attivare risorse diverse, ma soprattutto di rispondere ad altre necessità.
Vorremmo investire parte delle risorse proprio in questa delicatissima zona. Investendoci anche una serie di altri fondi, provenienti da privati, ma anche da finanziamenti pubblici. Ci sembra infatti che la cultura di élite non abbia ormai alcun senso, anche se non crediamo sia il numero degli spettatori che decide se un evento è importante, ma semmai la qualità della proposta. Proposta che va evidentemente molto al di là del nome – più o meno televisivo – dell'artista coinvolto.
Conta molto di più il riconoscimento della Comunità. Quando un gruppo fatto di poche anime si entusiasma per un progetto, ci entra dentro attivamente, ecco che quel progetto è vincente. Va al di là di tutto. Insomma il Festival dei Festival opererà in questo senso, mettendo in gioco tante forme di teatro, anche quelle dei gruppi più a margine.
E’ del resto nel senso dell'animazione sociale e di comunità che va inteso tutto il lavoro legato alla Filarmonica Puccini e al Palio di Pomarance, vorremmo valorizzarli e promuoverli a tutti i livelli: già una quindicina di anni fa, la casa editrice Titivillus, allora diretta proprio da Andrea Mancini, pubblicò un libro sul Palio, scritto da Lisa Fedeli, che in qualche modo poneva le premesse di quello che stiamo qui sostenendo.
Gli spettacoli e le serate in programma sono numerosissime; nei luoghi più decentrati, comunque quelli particolari, dove vorremmo organizzare gran parte delle nostre serate, o i tardi pomeriggi, con la cena popolare, l'intrattenimento con un bicchiere e qualche biscotto, che accompagnino l'esibizione di un musicista o di un attore, o – novità di quest’anno – la presentazione di un libro, così come faremo durante tutta la durata dei Festival, al Bistrot dei Ponti di Volterra, dove interverranno grandi nomi della cultura, del teatro, della politica.
Avremo – anche questo una novità – il lavoro del gruppo Madaus, orientato su una interessantissima ricerca musicale; poi il lavoro sul Jazz di Volterra Jazz, organizzatore di una prestigiosa rassegna internazionale e infine la rassegna di teatro antico letto in chiave contemporanea ospitati nel Festival internazionale del Teatro Romano.
Ci sono infine le serate di gala, quelle che negli ultimi anni hanno avuto un esito eccezionale: gli Oscar italiani del teatro, musica, danza: cioè il premio Ombra della Sera, che oltre al pubblico hanno coinvolto i protagonisti della scena internazionale.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale