Corsi d'acqua inquinati e pesci morti a Collebrunacchi: la denuncia del Comitato di Gestione
Cattivi odori, corsi d'acqua inquinati e pesci morti a San Miniato nella zona di Ripopolamento e Cattura Collebrunacchi. A denunciarlo è il Comitato di Gestione. Da quanto si apprende alcuni corsi d'acqua sarebbero stati inquinati a causa di una cattiva gestione delle operazioni di pulizia dagli arbusti.
Il Comitato spiega che "la macinatura degli arbusti e delle erbe effettuata dalle macchine operatrici per 'liberare' il corso dell’acqua, genera un massa considerevole di detriti vegetali che con la sedimentazione nelle acque dei torrenti, sommata alla scarsità di piogge, genera la formazione di gas", ossia ammoniaca. I conseguenti effetti biochimici avrebbero provocato una scarsità di ossigeno, quindi la morte dei pesci.
Il Segretario Piero Taddeini del Comitato di Gestione Zona di Ripopolamento e Cattura – Collebrunacchi, ha inciato una lettera per segnalare la cosa ad Arpat, comandanti di polizia venatoria provinciale e polizia municipale, alle associazioni venatorie, al comandante C.F.S. e al presidente ATC 15 Pisa Est.
Ecco il testo.
Nella nostra periodica attività di gestione della Zona di Ripopolamento e Cattura Collebrunacchi, abbiamo constatato e prontamente segnalato uno spiacevole evento, che vogliamo sia di attenzione, riflessione e risoluzione.
Più volte le Associazioni Venatorie di San Miniato nei numerosi e “bollenti” incontri, hanno sollevato il problema legato alla gestione della ripulitura e sfalciatura degli argini dei torrenti. Le Associazioni Venatorie promotrici di una gestione virtuosa, hanno sempre richiesto collaborazione e rispetto, nella comune ottica di salvaguardia dell’incolumità e della prevenzione da danni idraulici, in equilibrio con la salvaguardia della biodiversità ed a tutela della flora e della fauna che regnano lungo queste aree umide. Aree, che in questo specifico ed amaro caso, ricadono all’interno di una Zona di Ripopolamento e Cattura.
Montagne di denaro sono state spese per l’assenza della gestione e della ripulitura dei fossi e dei torrenti, con risultati che sono davanti agli occhi di tutti : mancata proporzione fra quanto speso ed il grado di sicurezza.
Gli interventi effettuati, da noi sempre criticati per l’effetto devastante, continuano ad essere realizzat contro ogni Direttiva emanata in materia di salvaguardia dell’ambiente, dalla stessa Comunità Economica Europea : vedasi la Direttiva 92/43/CEE "Habitat e la Direttiva 2009/147/CE "Uccelli" pilastri fondamentali di rete Natura 2000 di cui la CEE ne è la principale promotrice ed a cui l’Italia con il Ministero dell’Ambiente ne ha recepito il significato. Anche la Regione Toscana, in attuazione delle Direttive europee e della normativa nazionale di recepimento, ha emanato la Legge regionale 6 aprile 2000, n. 56 (abrogata e sostituita dalla LR 30/2015 – Norme per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale regionale) ed ha dato avvio ad un'articolata politica di tutela della biodiversità, rivolgendo l’attenzione verso le aree protette.
Ed appunto l’evento riscontrato riguarda proprio un’Area Protetta, quale la Zona di Ripopolamento e Cattura di Collebrunacchi, posta sul territorio del Comune di San Miniato. L’evento riguarda l’avvelenamento dei torrenti non solo all’interno della ZRC ma di tutti i corsi d’acqua che hanno subito l’intervento radicale di ripulitura. La macinatura degli arbusti e delle erbe effettuata dalle macchine operatrici per “liberare” il corso dell’acqua, genera un massa considerevole di detriti vegetali che con la sedimentazione nelle acque dei torrenti, sommata alla scarsità di piogge (lavaggio), genera la FORMAZIONE DI GAS. Ed appunto il gas presente è l’ammoniaca, la quale deriva principalmente dalla decomposizione microbica delle proteine. In presenza di ossigeno, l’ammoniaca viene ossidata a nitrati e nitriti, i quali una volta consumato l’ossigeno vengono ridotti ad azoto gassoso. Contemporaneanente i batteri anaerobi utilizzano l’ossigeno presente nei solfati, producendo H2S dal caratteristico odore sgradevole.
Ed è proprio questo sgradevole odore che ha attirato la nostra attenzione. Il disastro che è si manifestato davanti ai nostri occhi non ha motivi per essere giustificato. Decine di pesci adulti morti. Migliaia di piccoli pesci emergevano per cercare “ossigeno”, una tartaruga in fin di vita. Senza poi immaginare le migliaia di animali che quotidianamente in questo periodo di arsura estiva, si abbevera in queste putride acque.
Con questo scenario, a noi purtroppo noto da sempre, sin dai tempi delle prime “discussioni con i Dirigenti del Consorzio di Bonifica, avevamo proposto alcune soluzioni che puntualmente sono state disattese : quali la creazione di piccole cascate per riossigenare le acque, in quanto i batteri aerobi utilizzano l’ossigeno per degradare il materiale organico inquinante riveniente dalle ripuliture. Infatti se il corpo idrico ricevente è poco profondo, particolarmente fluente e tumultuoso, l’ossigeno atmosferico va a compensare l’ossigeno disciolto, e l’anidride carbonica prodotta dalla decomposizione viene ceduta all’atmosfera. Contrariamente, se il corpo idrico ricevente è poco fluente, e particolarmente calmo, il consumo di ossigeno e l’incremento dell’anidride carbonica sono inevitabili, apportando numerosi cambiamenti. I pesci ed altri organismi che richiedono ossigeno iniziano così a morire, andando ad aggiungersi alla materia organica da degradare. Avevamo proposto la creazione anche di “pescaie” almeno lungo il percorso dei torrenti posti all’interno della ZRC, ma contro ogni logica anche quelle poche presenti, sono state distrutte.
Quello che ci meraviglia di più è il fatto che su questo tema nessuna “Associazione paladina” dell’ambiente e degli animali, abbia mai preso posizione o si sia fatta sentire, in considerazione della serietà su temi sensibili che riguardano il futuro, non solo del territorio samminiatese. Spesso il “populismo” anti caccia echeggia contro l’unico Gestore del territorio il “CACCIATORE”.
Con queste premesse, ci auguriamo che la questione assuma una dimensione tale da non essere più tollerata ma, anzi, affrontata con decisione, a tutela degli svariati aspetti sopra citati con particolare attenzione anche a quello economico senza tralasciare l’aspetto etico ambientale. Con questa affermazione e con azioni propositive diamo la nostra disponibilità ad uno confronto aperto ma risolutore, con tutti i portatori di interesse, dai quali ci attendiamo risposte e proposte.