Amministrative, il commento di Valerio Fabiani (Pd Toscana)
Dopo il disastro delle amministrative, l’unica reazione che è in grado di mettere in campo una parte del gruppo dirigente del Pd è un susseguirsi di dichiarazioni e indiscrezioni su assetti futuri e future candidature. Questo spettacolo surreale semplifica il lavoro di chi si sta cimentando, in queste ore, nell’analizzare le ragioni della sconfitta, poiché è a questo punto indubbio che abbiamo perso anche a causa di gruppo dirigente totalmente scollegato dalla realtà. Se continuiamo così potremo anche risparmiarci la fatica di individuare candidature per le prossime tornate elettorali, potremmo lasciare questa incombenza direttamente ai nostri avversari.
Smettiamola, smettiamola anche con gli scambi di accuse che non servono a nessuno, si prenda invece finalmente atto della crisi del Pd in Toscana che fino ad oggi è stata testardamente negata.
Adesso servono segnali di umiltà e discontinuità. Nel Partito ed in tutte le scelte che il Pd sarà chiamato a fare. Scelte che non potranno in alcun modo minare la stabilità delle istituzioni che governiamo. Per questo credo che debba essere detto con chiarezza che la legislatura regionale deve arrivare alla scadenza naturale, da folli aprire ora una fase conflittuale con il Presidente Rossi. A Rossi il Pd assicuri sostegno e insieme a Rossi, e alla coalizione che attualmente governa la Regione, apriamo una fase nuova, prima di tutto in termini di politiche e, se serve, anche in termini di assetti, a patto che anche queste scelte siano nel segno della discontinuità e dell’apertura. Apertura prima di tutto alla società toscana, alle energie migliori, fresche e nuove, alla Toscana del lavoro, dell’impresa, del volontariato e della cultura, con cui abbiamo smesso di dialogare. Il mito dell’autosufficienza mi pare definitivamente scomparso, ora occorre allargare e ricostruire, davvero. Non basterà una semplice sommatoria elettorale di sigle e simboli. Il lavoro che si aspetta è più lungo e complesso e non sarà possibile farlo chiusi all’interno del nostro recinto.
Basta con la lottizzazione correntizia, basta con la spartizione fra renziani di tizio e renziani vicini a caio o legati a sempronio, tutto questo ha contribuito non poco a uccidere il Pd e la sinistra.
Predisponiamo da subito un rilancio programmatico della nostra azione politica e di governo e a coloro che ci hanno lasciato in eredità un partito diviso e perdente chiediamo ora un passo indietro favorendo un rinnovamento vero basato su criteri meritocratici e non su logiche di corrente o di filiera. O adesso si ha il coraggio di fare questo oppure, ancora una volta, dimostreremo di non aver capito il messaggio che le cittadine ed i cittadini hanno voluto nuovamente mandarci. Quello delle ultime amministrative non è che l’ultimo disastro annunciato di una stagione caratterizzata da una continua rimozione delle sconfitte. Chi ha fatto parte di quel gruppo dirigente che ha colpevolmente messo la testa sotto la sabbia non può pensare di continuare a tenere in ostaggio il Pd.
Fonte: Ufficio Stampa