"Istituire il Ministero del Made in Italy": la proposta della deputata forzista Ripani
Il nostro Paese vanta eccellenze in settori strategici: abbigliamento, agroalimentare, arredamento e automobili, le cosiddette “4 A”, rendono l’Italia nota in tutto il mondo. Fino ad oggi però il tessuto produttivo italiano ha pagato lo scotto di una totale mancanza di regia nella promozione e nella tutela del Made in Italy. Come deputata di Forza Italia ho sottoscritto con convinzione la proposta di legge a prima firma dell’onorevole Benedetta Fiorini, presentata in conferenza stampa martedì 26 giugno a Montecitorio, per l’istituzione di un ministero che si occupi esclusivamente della salvaguardia e dello sviluppo dei prodotti a marchio italiano. Dal 2008 le competenze in materia di promozione del Made in Italy sono passate dal ministero del Commercio internazionale, soppresso, al ministero dello Sviluppo economico: la Cabina di regia per l’internazionalizzazione, costituita nel 2012 fra il ministero dello Sviluppo economico e il dicastero degli Affari esteri, ha avviato solo un generico programma di “promozione all’estero” che ha visto gli interventi di una pluralità di soggetti senza raggiungere i risultati attesi. Un fallimento dovuto soprattutto alla frammentazione delle competenze: l’Italia ha bisogno di ingranare la marcia giusta e puntare sulle sue qualità principali, peculiarità tra l’altro che già il resto del mondo ci invidia. Ho firmato convintamente la proposta di legge di Forza Italia anche perché provengo da un territorio, la Maremma, ricco di eccellenze nel campo agroalimentare e non solo, che riesce con fatica ad inserirsi nei mercati internazionali spesso proprio per la mancanza di supporto da parte dello Stato e di un’adeguata promozione di ciò che viene prodotto. Le aziende, mai come adesso, hanno l’esigenza di essere accompagnate fuori dall’Italia: il nostro Paese, così come la Maremma, è caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese molto spesso a conduzione familiare che non hanno al loro interno settori dedicati esclusivamente alla promozione e alla tutela di ciò che producono. Il Governo deve fare da trampolino di lancio e facilitatore per le realtà economiche italiane. Il ministero per la tutela del Made in Italy rappresenterebbe un punto di riferimento per gli enti minori, Regioni in primis, e per i privati. La sua mission sarebbe dedicata all’elaborazione e attuazione di politiche e interventi per lo sviluppo e la competitività di settori qualificanti della produzione nazionale; all’attività di supporto tecnico alla Cabina di regia per l’internazionalizzazione; all’elaborazione di indirizzi e proposte all’interno della Comunità europea; alla negoziazione di accordi; ad azioni e interventi a sostegno dell’industria creativa e più in generale delle imprese. I negativi risultati dell’attività fatta fino ad oggi contrastano, peraltro, con le notevoli risorse promozionali che sono state destinate alla strategia di internazionalizzazione, ammontate nel solo triennio 2015-2017 a circa 524 milioni di euro. Da tali considerazioni emerge l’urgente necessità di modificare la normativa vigente, al fine di ricondurre le competenze per la promozione del Made in Italy e l’internazionalizzazione delle imprese in un’unica nuova struttura ministeriale, cui sarebbero trasferite le competenze affidate attualmente a dipartimenti, direzioni e uffici alle dipendenze di altri ministeri, le cui azioni incidono direttamente ed effettivamente sulle politiche di sostegno, di difesa e promozione dei prodotti italiani.
Fonte: Ufficio Stampa