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Publiacqua pubblica e Toscana Energia privata, Cgil-Cisl-Uil: "Sui Servizi Pubblici due posizioni inconciliabili"

Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Toscana giudicano estremamente positiva la posizione espressa nell’intervista di due giorni fa sulla stampa dal sindaco di Firenze Nardella in merito alla volontà di rafforzare il ruolo pubblico in Publiacqua e di avviare una discussione sul consolidamento territoriale della gestione del servizio idrico, posizione che i sindacati confederali e di categoria hanno più volte espresso negli ultimi anni, senza trovare finora un’adeguata attenzione da parte degli enti proprietari.

Per questo motivo sono pronti e, anzi, sollecitano l’apertura immediata di un confronto su questo tema fondamentale per lo sviluppo e la qualità dei servizi sul territorio regionale.

Di fronte a questa posizione, Filctem, Femca Uiltec e giudicano invece fortemente contraddittoria (oltreché sbagliata e controproducente per le comunità locali) la scelta che i comuni, direttamente o attraverso la controllata Publiservizi, si accingono a fare in merito alla privatizzazione di Toscana Energia.

Nell’incontro che si è svolto ieri presso Toscana Energia con l’assessore di Firenze Perra, il Presidente Lovadina, il Sindaco di Massarosa Mungai, il Presidente di Publiservizi Travaglini (in rappresentanza del territorio Empolese e di Pistoia) e il membro di Cda di parte pubblica Sorani, Filctem, Femca e Uiltec hanno ribadito come la modifica dello Statuto e dei Patti Parasociali taglierà fuori i comuni da buona parte delle decisioni aziendali.

Il nuovo statuto e i nuovi patti svuoteranno inoltre il ruolo del Presidente, che resta espressione della parte pubblica e che perderà l’attuale e importante funzione di coordinamento e partecipazione alla definizione del piano strategico e di quello sugli investimenti, mentre manterrà quello di proporre al Cda le iniziative di sponsorizzazione. Inoltre, attraverso la soppressione del Comitato di controllo interno per la verifica dell’andamento della società, si lascerà in mano al partner industriale il, quasi assoluto, potere decisionale.

I sindacati di categoria hanno inoltre evidenziato come gli impegni previsti nei nuovi Patti parasociali non siano in alcun modo cogenti,tranne quello forse del partner industriale di votare (una volta acquisita la maggioranza delle quote) la deliberazione di distribuzione delle riserve straordinarie, aspetto che i sindacati hanno fortemente criticato.

Nessuna garanzia vincolante invece sul necessario presidio territoriale del personale, sulla salvaguardia delle attività svolte e sul mantenimento dei livelli occupazionali diretti e indiretti, con il forte rischio di trasferimento di alcune funzioni in altre regioni. Infatti i sindacati hanno ricordato come la delocalizzazione delle decisioni, delle strategie e delle funzioni, porti inevitabilmente con sé, come già avvenuto in casi analoghi, pesanti riflessi sull’occupazione diretta e indiretta, sulle attività trasferite e sul possibile demansionamento del personale, sull’organizzazione interna e su un possibile peggioramento della qualità del servizio.

È stata inoltre evidenziata la necessità che anche la Regione Toscana assuma una posizione e un ruolo in questa vicenda che riguarda lo sviluppo e la ricchezza del territorio toscano.

I rappresentanti della parte pubblica presenti all’incontro hanno dichiarato che avrebbero approfondito i temi legati alle garanzie con il partner industriale per cercare di rafforzarle, ma hanno mantenuto la posizione in merito alla scelta di privatizzazione compiuta. In particolare hanno dichiarato l'impegno a discutere con Italgas di possibili integrazioni ai patti parasociali per rafforzare le garanzie in merito ad alcuni dei punti sottolineati dai sindacati n relazione al mantenimento-incremento dei livelli occupazionali (già estremamente carenti in Toscana Energia), al mantenimento delle sedi e delle attività/funzioni svolte.

I rappresentanti sindacali hanno infine evidenziato i rischi che l’operazione “privatizzazione” avrebbe comportato sul versante degli appalti, con le garanzie da riconoscere ai lavoratori delle ditte in appalto, e sottolineato il negativo approccio manifestato fino ad ora da partner industriale e dalle amministrazioni pubbliche presenti rispetto alla definizione di clausole sociali per i lavoratori diretti e in appalto.

Fonte: Ufficio Stampa - Cgil-Cisl-Uil

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