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Chiude la Bekaert, 318 posti a rischio a Figline: "Attentato al lavoro"

La Bekaert (ex Pirelli) di Figline e Incisa Valdarno è stata occupata dai lavoratori, dopo che stamani la dirigenza ha comunicato la chiusura della fabbrica entro 75 giorni (già partite le lettere di licenziamento per i 318 dipendenti). Il sito fiorentino è dedicato alla produzione di rinforzi in acciaio per pneumatici e il gruppo belga che sta a capo di Bekaert ha annunciato la chiusura dicendo di aver informato Rsu, sindacati e autorità competenti. Di seguito tutte le reazioni del mondo della politica e del lavoro.

Franchi e Beccastrini (Cisl): "Annuncio shock"

“Quello di Bekaert è un annuncio scioccante, un atto vile nelle modalità e irresponsabile per le conseguenze drammatiche nei confronti di 320 famiglie dello stabilimento di Figline Valdarno.”

Così Fabio Franchi, segretario generale aggiunto Cisl Firenze-Prato e Alessandro Beccastrini, segretario Fim-Cisl Firenze-Prato, commentano l’annuncio da parte della multinazione belga di voler chiudere lo stabilimento di Figline Valdarno (Fi), mentre i lavoratori, riuniti in assemblea stanno decidendo l’occupazione dello stabilimento.

“Questa azienda ha fatto shopping in Italia, appropriandosi di tecnologie e professionalità italiane ed oggi abbandona il nostro Paese e i suoi lavoratori con questa modalità ingiustificabile: alle 7,30 di stamani, un’ora prima dell’incontro fissato con i sindacati, ha preannunciato la sua decisione alle istituzioni. Un comportamento che rappresenta un ulteriore affronto a chi vive il dramma della perdita del lavoro.”

“L’unico modo per indurre Bekaert a ritirare questa scellerata decisione è la mobilitazione di tutte le forze coinvolte, istituzionali e sociali, a cominciare dal Governo. Lunedì mattina saremo in Regione dal presidente Rossi e sono in corso contatti con il ministero dello Sviluppo economico per un incontro lunedi pomeriggio. Chiederemo al ministro Di Maio di attivarsi per difendere i posti di lavoro, ma anche la tecnologia storica dello steel-cord ex Pirelli. E chiediamo alla stessa Pirelli di intervenire a tutela dei propri prodotti.”

Campofiloni (Fiom Cgil): "Non pensavamo alla chiusura"

“Sapevamo che ci fossero dei problemi finanziari e di mercato, ma non che si potesse chiudere lo stabilimento da un giorno a un altro. Chiediamo subito il ritiro della procedura. I lavoratori sono arrabbiati, la loro età media è sui 50 anni, troppo giovani per andare in pensione e troppo anziani per trovare nuove occupazioni. Per il territorio si rischia un impatto devastante, con l’indotto sono più di 400 le persone coinvolte”, dice Yuri Campofiloni della Fiom Cgil Firenze. L’occupazione ad ora è oltranza, ora dopo ora sarà valutato il da farsi. Sul posto, allo stabilimento (che produce cordicelle di metallo per pneumatici) di via Petrarca 104, c’è anche il segretario generale della Fiom Cgil Firenze Daniele Calosi.

Cerza (Cisl): "Attentato al lavoro"

“Decisione ingiusta e inaccettabile, nel merito e nel metodo, un vero attentato al lavoro.” Così il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza, commenta l’annuncio da parte di Bekaert dell’intenzione di chiudere lo stabilimento di Figline Valdarno.

“Chiudere uno stabilimento produttivo è sempre ingiusto, ma in questo modo è ancora più grave. Quello di Figline è un sito produttivo importantissimo; quando c’è stata la cessione da parte di Pirelli ci erano state date delle garanzie e oggi ci troviamo davanti a questa decisione secca e annunciata come irrevocabile. Non è così che si può trattare il lavoro in Italia.”

“Ci batteremo, in tutti i modi e a tutti i livelli, per cambiare questa decisione e tenere aperto l’impianto e continuare a dare lavoro a oltre 300 persone. E certamente avremo bisogno anche del Governo per reagire alla decisione di una multinazionale come Bekaert.”

“Chiediamo a tutti, Regione, Governo, enti locali di combattere con noi l’arroganza aziendale di annunciare in modo unilaterale la chiusura dell’azienda e salvare il sito di Figline Valdarno.”

Dal PD: "Ci mobilitiamo per scongiurare la chiusura"

“Il Partito Democratico si sta mobilitando a tutti i livelli con i suoi eletti per scongiurare la chiusura della Bekaert di Figline. Siamo solidali con i lavoratori e riteniamo inaccettabile il comportamento dell’azienda. Il governo deve convocare immediatamente le parti per scongiurare la cessazione dell’attività della fabbrica, che avrebbe ricadute drammatiche su centinaia di famiglie del nostro territorio”.

Così i parlamentari del PD Luca Lotti, David Ermini e Dario Parrini, insieme all’eurodeputato Nicola Danti, che ieri hanno partecipato a Figline all’assemblea sulla vertenza Bekaert.

Sarà depositata dal Pd anche un’interrogazione urgente sia alla Camera che al Senato a firma David Ermini e Dario Parrini. La stessa iniziativa è stata presa da Nicola Danti al Parlamento europeo.

Il sindaco di Figline Incisa Mugnai allo stabilimento

La sindaca Mugnai è arrivata alla Bekaert di Figline dopo aver appreso, stamani, della chiusura dello stabilimento con licenziamento di 318 persone.

Al momento la sindaca è in contatto con Prefettura, Regione e Ministero per la convocazione dei tavoli di crisi già attivati.

Sul posto arriveranno anche gli altri sindaci del Valdarno.

Si ricorda che Bekaert, impresa con sede centrale in Belgio, è leader mondiale nel mercato e nelle tecnologie di rivestimento e trasformazione dei fili d'acciaio. Il sito di Figline, dove lavorano 318 dipendenti, è dedicato alla produzione di rinforzi in acciaio per pneumatici.

Spinelli (Mdp), Capirossi (PD) e Vadi (PD): "Decisione vergognosa"

“La decisione della multinazionale belga di chiudere lo stabilimento di Figline V.no è vergognosa, non rispetta gli impegni presi con i lavoratori, con i sindacati e con le istituzioni a tutti i livelli. Esprimo la mia totale solidarietà ai 318 lavoratori coinvolti: è tempo di mobilitarci e di contrastare questo modo predatorio di fare impresa. Questa mattina ho fin da subito aderito alla protesta dei  dipendenti presso lo stabilimento, e partecipato all’incontro con i sindacati, la dirigenza, le istituzioni del territorio. Quella della Bekaert è una scelta che si basa su una motivazione non vera poiché non c’è stata nessuna crisi delle commesse e nessun calo della produzione. Ricordo che a maggio scorso ho presentato una mozione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta di attivarsi presso l’azienda per capire le reali intenzioni della proprietà, a seguito della notizia del mancato rinnovo contrattuale per i lavoratori interinali. Questo modo di fare impresa è inaccettabile: ignora l’impatto devastante sui territori e sulle vite delle persone ”. È quanto dichiara Serena Spinelli capogruppo Articolo Uno Mdp in Consiglio regionale a seguito dell’annuncio della Beakaert di chiudere lo stabilimento di Figline V.no.

“Il Valdarno è un territorio attraversato da diverse situazioni di crisi e l’attenzione della Regione e delle istituzioni locali in questi mesi è stata costante – spiega Fiammetta Capirossi, consigliera regionale Pd – Proprio ieri si è svolta un’iniziativa pubblica organizzata dal Partito Democratico con tutti i sindacati per discutere della situazione del sito di Figline V.no, ed oggi arriva questa comunicato dall’azienda che lascia attoniti. Non può essere disperso un tale patrimonio produttivo e umano. Credo che sarebbe un passo falso per l'azienda stessa, per questo esprimo tutta la mia solidarietà e la porterò quanto prima personalmente ai lavoratori che hanno occupato la fabbrica”.

“La Bekaert costituisce un riferimento lavorativo importante per tutto il Valdarno – prosegue la consigliera valdarnese Pd Valentina Vadi – pensare che 318 famiglie dall’oggi al domani si ritrovino senza lavoro, alla luce dell'accordo siglato lo scorso anno per lo sviluppo dello stabilimento, è una decisione irresponsabile e grave. Credo sia il momento che anche il nuovo governo, dopo l'impegno responsabile della Regione, s’impegni con urgenza per l’apertura di un tavolo al Ministero dello sviluppo economico per tutelare il futuro produttivo in Valdarno”.

Il ruolo della Metrocittà: "Mediamo"

La Città Metropolitana di Firenze, con il consigliere delegato al Lavoro Marco Semplici, si propone per una mediazione con la proprietà belga, attraverso l'unità di crisi, al fine di scongiurare la chiusura dello stabilimento, acquistato nel 2014 da Pirelli e che produce rinforzi in acciaio per pneumatici (steel cord): "E' in gioco il futuro di 318 dipendenti e delle loro famiglie".

Calosi (Fiom Cgil): "Rabbia e delusione, non rassegnazione"

Chiusura della Bekaert di Figline, le parole di Daniele Calosi (Segretario generale Fiom Cgil Firenze, presente all’occupazione dello stabilimento): “Tra i lavoratori ci sono rabbia e delusione ma non rassegnazione. Siamo di fronte a un nuovo caso Embraco: questa scelta aziendale è dettata dalla logica della delocalizzazione, chiudono per produrre in paesi dove costa meno farlo. Chiedo a tutti di stringersi intorno ai 318 lavoratori, la mobilitazione sarà intensa. Al tavolo ministeriale siamo pronti a discutere della vertenza a 360 gradi, ma partendo dal ritiro della procedura. Non si può trattare con la pistola della chiusura e dei licenziamenti puntata alla tempia.

Rossi "Scelta inaccettabile"

"Una scelta incomprensibile, in aperto contrasto con le affermazioni che gli stessi vertici della Bekaert avevano fatto non più tardi di tre mesi fa nell'ultimo incontro al Mise sulla situazione del sito produttivo di Figline. In quella sede si confermavano il buon andamento dei volumi produttivi, la prosecuzione dei rapporti di committenza con la Pirelli e i progressi di tre progetti innovativi del piano aziendale. E oggi arriva la notizia di 318 licenziamenti in tronco. Tutto questo è inaccettabile". Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta con durezza la decisione presa dalla multinazionale belga di cessare improvvisamente l'attività della ex Pirelli di Figline Valdarno, specializzata nella produzione di 'steel cord', le cordicelle d'acciaio impiegate nella produzione di pneumatici.

E annuncia subito un'iniziativa: lunedì prossimo, alle 15.30, la Regione incontrerà a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza, le organizzazioni sindacali. "E' necessario mettere subito in campo – sottolinea il presidente – ogni sforzo per scongiurare la chiusura dello stabilimento e i licenziamenti. La fabbrica di Figline ha una storia gloriosa, è da sempre un centro di produzione e di ricerca avanzata nel settore ‘steel cord', un patrimonio che non può essere disperso. Del resto – prosegue – l'azienda stessa, di fronte alle ordinarie difficoltà di un mercato complesso e a forte vocazione internazionale, mai aveva paventato la possibilità di chiudere e licenziare. E voglio anche ricordare – continua - che da parte di lavoratori e sindacati c'è sempre stata, fin dalle trattative per il passaggio da Pirelli a Bekaert, nel 2015, la piena disponibilità a sostenere processi di crescita della produttività del sito".

"Lavoreremo a stretto contatto con il Mise, che martedì prossimo convocherà azienda e sindacati – conclude Rossi – e come Regione metteremo a disposizione ogni strumento normativo e finanziario previsto per contribuire a scrivere una storia diversa per il sito di Figline. Una storia che parli ancora di lavoro e di sviluppo. Anche nella consapevolezza che ci sono ancora commesse importanti da realizzare a Figline e che la stessa Pirelli deve essere chiamata in causa".

Rossi: "Da Forza Italia solo propaganda"

"C'è un limite, ci deve essere un limite alle volgarità propagandistiche, soprattutto quando in mezzo ci sono i destini di più di 300 lavoratori. Quello che dicono Mugnai e Marchetti è semplicemente falso". Il presidente della Toscana, Enrico Rossi, replica così alle affermazioni dei due esponenti di Forza Italia sulla crisi della azienda di Figline Valdarno.

"La Regione ha seguito sempre la vicenda - prosegue Rossi - fin da quando, nel 2013, si è profilata la cessione dello stabilimento Pirelli alla Bekaert, preoccupandosi innanzitutto di salvaguardare i posti di lavoro. E nonostante che nell'ultimo incontro al Mise, il 29 marzo scorso, i vertici italiani della multinazionale avessero escluso rischi di chiusura, l'unità di crisi regionale aveva segnalato ancora il 22 maggio scorso al Ministero l'esigenza di monitorare attentamente la situazione".

"Noi – concluse Rossi – abbiamo tenuto rapporti continui con i lavoratori e i sindacati: non è la Regione che ‘casca dal pero', è Forza Italia che di fronte ad una situazione così drammatica, senza dire una parola sulle responsabilità e il comportamento della multinazionale, vede solo l'occasione per imbastire una polemica sgangherata e strumentale".

Frantoianni (LeU): "Decisione irresponsabile"

"Irresponsabile decisione quella della proprietà dell’azienda Bekaert di Figline Valdarno. Il governo e il ministro  Di Maio agiscano immediatamente per evitare che  una delle tante vertenze aperte sul territorio toscano siano a pagare il prezzo più alto sono ancora una volta i lavoratori meno tutelati.”
Lo afferma Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali che 5 giorni ha presentato a Montecitorio un’interrogazione parlamentare al governo sulla vertenza.
“Hanno ragione da vendere i lavoratori e le organizzazioni sindacali - prosegue il leader di SI - che oggi hanno occupato la fabbrica. Ora vogliamo sapere  Dal Governo come intenda adoperarsi affinché siano rispettati gli impegni presi da Bekaert rispetto allo stabilimento di Figline Valdarno. Infine - conclude Fratoianni - vogliamo sapere  dal Governo quali iniziative intende assumere per evitare qualsiasi scelta sciagurata dell'azienda che possa depotenziare la presenza in Italia di Bekaert, con l'obiettivo di tutelare la piena occupazione. “

Riunione tra i sindaci del Valdarno

Intanto i Sindaci del Valdarno Fiorentino e Aretino, i sindacati, l’on. David Ermini e l’europarlamentare Nicola Danti sono stati ricevuti dai rappresentanti della società.

“Abbiamo appena incontrato l’azienda, che si è mostrata decisa ad andare avanti con la chiusura e con i licenziamenti  – ha detto la sindaca Mugnai -. La Bekaert non ha accettato nessuna possibile interruzione delle procedure, dimostrando una mancanza assoluta di comprensione della gravità della situazione e di disponibilità al dialogo. Lunedì incontreremo il Presidente della  Regione  e martedì saremo nuovamente al Ministero per lo Sviluppo Economico, dove rappresenteremo ancora una volta la volontà di garantire il più possibile i 318 lavoratori di questo stabilimento”.

In questo momento è in corso una riunione tra tutti i Sindaci del Valdarno nel Municipio di Figline, per decidere i passi da compiere nei prossimi giorni.

Galgani (Cgil): "Si rischia un dramma sociale"

Chiusura della Bekaert di Figline, le parole di Paola Galgani (Segretaria generale Cgil Firenze): “La decisione dell’azienda è intollerabile e irresponsabile verso un intero territorio. Siamo a fianco dei lavoratori in protesta e facciamo appello a tutte le istituzioni e le forze sociali a fare quadrato. L’azienda torni sui suoi passi, il governo intervenga a tutela dello stabilimento e soprattutto di chi ci lavora. La Bekaert è una azienda fondamentale nel tessuto produttivo e sociale del territorio, per questo faremo tutto il possibile per opporci a chi vuole chiuderla aprendo un vero e proprio dramma sociale per centinaia di famiglie”. Aggiunge Massimiliano Bianchi, segretario generale di Filcams Cgil Firenze: “Esprimo la solidarietà mia, della categoria e di tutte le Rsu ai lavoratori della Bekaert di Figline per le modalità brutali e scomposte della decisione comunicata dall’azienda. Vi siamo vicini e siamo a disposizione per qualunque cosa”.

Materazzi (Uilm Firenze): "Comportamento inaccettabile"

"E' inaccettabile che la multinazionale Bekaert abbia deciso la chiusura dello stabilimento senza attivare prima un tavolo di discussione con le OOSS e le Istituzioni. Ad aggravare l'atteggiamento dell'azienda il fatto che a giorni avremmo dovuto incontrarci al Mise per valutare la situazione finanziaria e produttiva dello stabilimento. Chiediamo il ritiro della procedura di chiusura e la dichiarazione del totale licenziamento di tutti i lavoratori, che comporterebbe la perdita di un'azienda presente in Valdarno dagli anni 50. Deve esserci dato il tempo di trovare soluzioni alternative che possano scongiurare la chiusura e coinvolgere le Istituzioni nazionali, governo e Mise, e internazionali, in quanto la dismissione da parte della multinazionale belga di un business impoverirebbe un paese membro della comunità europea come l'Italia".

L'opinione dei sindaci del Valdarno

“L’atteggiamento di Bekaert è irresponsabile e inaccettabile – commentano i sindaci -, la notizia della chiusura è giunta stamani del tutto inaspettata e incomprensibile: ai tavoli istituzionali presso Regione e Ministero, non più tardi di tre mesi fa, l’azienda si era detta convinta nel mantenere a Figline la sede del reparto Ricerca e Sviluppo garantendo, di fatto, un futuro a questo stabilimento. Per di più i lavoratori nel corso degli anni hanno sviluppato alcuni prototipi poi prodotti altrove, garantendo manodopera qualificata 7 giorni su 7 su 3 turni di lavoro. Oggi, in modo inqualificabile, apprendiamo di una volontà completamente diversa che non tiene affatto in considerazione il destino di queste 318 persone e dell’indotto relativo. Il modo con cui l’azienda ha agito ci lascia senza parole: pensare di aprire una procedura di chiusura nei soli 75 giorni stabiliti dalle norme, senza quindi aver precedentemente permesso di costruire percorsi alternativi, di fatto preclude la possibilità di mettere da subito in salvaguardia i lavoratori e lo stabilimento”.
“Come sindaci saremo ovviamente presenti a tutti i tavoli istituzionali per sostenere i lavoratori Bekaert – proseguono i sindaci valdarnesi -, primi tra tutti quelli di lunedì presso la Regione e martedì al Ministero dello Sviluppo economico. Vista la gravità della situazione e l’impatto sociale che questa vicenda ha sul Valdarno, abbiamo coinvolto tutti i i livelli istituzionali perché ci sia un interessamento trasversale, una presa in carico del problema da parte di tutti affinché si trovi una soluzione urgente che dia una prospettiva ai lavoratori”.
“Adesso è necessario mantenere alta l’attenzione su questo stabilimento – concludono i sindaci -, se c’è una possibilità di scongiurarne la chiusura è solo lavorando in modo coeso. Per questo abbiamo deciso di convocare per le ore 21 di venerdì 29 giugno in piazza Ficino a Figline un Consiglio comunale aperto a tutte le rappresentanze istituzionali degli altri Comuni del Valdarno, al quale saremo presenti con la fascia e i gonfaloni. Invitiamo tutti i cittadini a partecipare per manifestare la vicinanza ai lavoratori”.

Angelini (Cgil): "Situazione gravissima"

Chiusura Bekaert (Figline Valdarno): i lavoratori hanno deciso per lo sciopero e l’assemblea permanente (almeno fino a martedì, giorno dell’incontro sulla vertenza al Ministero), superando l’iniziale intento di occupare lo stabilimento. E alla fabbrica questo pomeriggio si è recata la segretaria della Cgil Toscana Dalida Angelini, per portare personalmente il sostegno sua e di tutta l’organizzazione ai lavoratori. “Una situazione gravissima, è inconcepibile ritrovarsi dall’oggi al domani senza lavoro. Questi lavoratori stanno già trasformando la rabbia e lo scoramento in lotta e mobilitazione e noi siamo accanto a loro. È il momento di affrontare, nei tavoli di crisi sulla vertenza locali e nazionali, il tema della delocalizzazioni a livello europeo, basta con questa corsa al dumping verso il basso”, ha detto Angelini.

Capone, UGL: “Chiusura inaccettabile e senza preavviso”

“È inaccettabile mandare a casa 318 persone senza un congruo preavviso. La decisione presa dall’azienda belga non ha rispettato gli impegni accordati lo scorso anno con i lavoratori, i sindacati e le istituzioni. Da stabilire, quindi, il reale calo delle commesse e della produttività dello stabilimento, tale da far perdere il posto a centinaia di lavoratori, arrecando così un grave danno al territorio e a decine di famiglie.” – Ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito all’annuncio di chiusura della Bekeart Group con sede a Figline Valdarne a Firenze, in cui si producono rinforzi in acciaio per pneumatici. – “Il Governo deve agire per limitare questo atteggiamento predatorio da parte delle multinazionali estere, al fine di tutelare i diritti dei lavoratori.” Conclude Capone.

Galletti (M5S): "Solidarietà ai lavoratori. Non si lasci nulla di intentato per salvare i posti di lavoro"

Piena solidarietà dei Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle ai lavoratori della Bekaert di Figline e Incisa Valdarno, azienda belga che stamani ha annunciato improvvisamente la chiusura della sua fabbrica con lettere di licenziamento per più di trecento dipendenti. “Già nel mese di aprile – commenta la consigliera Irene Galletti – avevamo incontrato alcune rappresentanze sindacali della Bekaert, che ci avevano esposto i loro timori per una probabile chiusura o delocalizzazione del sito produttivo della loro azienda. Insieme ai parlamentari toscani M5S, che stanno seguendo in queste ore la vicenda, siamo vicini a questi lavoratori, che come tanti altri in Toscana si trovano ad affrontare all'improvviso una notizia drammatica come questa. Siamo fiduciosi nell'operato del ministro Di Maio, il quale ha peraltro ha già convocato presso il Mise i sindacati  e i rappresentanti della Bekaert per martedì prossimo, e nella sua attenzione al problema delle delocalizzazioni, come ha avuto modo di dichiarare appena insediatosi al dicastero. Il settore dell'industria – conclude Galletti – si dimostra purtroppo ancora una volta fonte di crisi aziendali di grandi proporzioni in Toscana.”

Donzelli (FdI): "Appello ai parlamentari"

“Un appello ai parlamentari toscani per farci carico tutti insieme a Roma della vicenda Bekaert, ammainando le bandiere politiche per portare una voce unitaria contro la chiusura dello stabilimento e in sostegno e aiuto dei lavoratori licenziati”. A lanciarlo è il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli.

Esprimendo ai lavoratori la vicinanza e la solidarietà di Fratelli d’Italia, Donzelli sottolinea come “si tratti dell’ennesima azienda che lascia l’Italia. Da tempo proponiamo la concessione di incentivi soltanto alle imprese che decidono di rimanere nella nostra nazione - conclude - non possiamo più accettare che le multinazionali vengano da noi per sfruttare i territori e poi lasciarli in braghe di tela”.

L'interrogazione di Roberto Speranza (LeU)

Bekaert in Italia si occupa della produzione di rinforzi in acciaio per pneumatici, nonché vendita e distribuzione degli stessi, di prodotti per l'edilizia e di altro tipo con fili d'acciaio per l’industria italiana. Attualmente impiega 600 dipendenti nelle tre distinte società site in Figline e Incisa Valdarno, Assemini (Cagliari) e Milano. Il sito di Figline Valdarno in particolare è attivo nella produzione e nello sviluppo di prodotti con rinforzi in acciaio, tra cui corde, trafilati per il rinforzo di tubi ad alta pressione e cerchietti, nonché semilavorati da fornire ad altri stabilimenti di rinforzi in acciaio di Bekaert nell’EMEA;

considerato che:

da organi di stampa si apprende che la direzione di Bekaert Group ha annunciato in una nota la decisione di chiudere il sito italiano di Figline e Incisa Valdarno e di cessare tutte le attività ivi svolte. La Direzione ha informato la Rsu del sito di Figline, le organizzazioni sindacali e le autorità competenti in merito a tale decisione. Inoltre, nella nota si legge che, a causa dei suoi costi strutturali notevolmente superiori rispetto a quelli degli altri stabilimenti di rinforzi in acciaio per pneumatici di Bekaert nella Regione Emea, il sito non è stato in grado di generare performance sostenibili dal punto di vista finanziario;

dopo l'annuncio della chiusura vi è stato uno sciopero e una assemblea permanente nello stabilimento Bekaert di Figline Valdarno;

considerato, altresì, che:

sempre da quanto si apprende da organi di stampa questa decisione sarebbe in aperto contrasto con le affermazioni che gli stessi vertici della Bekaert avevano fatto tre mesi fa nell’ultimo incontro al Ministero dello sviluppo economico sulla situazione del sito produttivo di Figline. In quella sede si confermavano il buon andamento dei volumi produttivi, la prosecuzione dei rapporti di committenza con la Pirelli e i progressi di tre progetti innovativi del piano aziendale;

a maggio scorso è stata approvata una mozione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta di attivarsi presso l'azienda per capire le reali intenzioni della proprietà, a seguito della notizia del mancato rinnovo contrattuale per i lavoratori interinali;

quali siano i suoi orientamenti in merito e quali iniziative intenda assicurare, per quanto di sua competenza, in relazione alla situazione in cui versano i lavoratori coinvolti nel licenziamento con conseguenze anche nella perdita di tecnologie e professionalità italiane al fine di evitare ancora una volta un caso di delocalizzazione;

se intenda assicurare, per quanto di sua competenza, iniziative volte ad accertare le scelte compiute da parte dell’azienda.

La solidarietà della Lega

“Questa mattina mi sono recato alla Bekaet di Figline (ex Pirelli)". Commenta Costantino Ciari “. Mi è stato riferito che a Figline è stato messo a punto un nuovo filo per pneumatici (in 8 mesi invece dei 2anni previsti dall'azienda) , ma la produzione è stata affidata alla Romania. È evidente che la Bekaert ha dei grossi vantaggi economici in conseguenza delocalizzazione della produzione.
La Romania fa parte della UE e questa UE non funziona. I lavoratori rumeni non hanno né tredicesima né TFR. Per non citare la tassazione al solo 16% delle aziende straniere presenti in Romania".
"Non possiamo esimerci dall'esprimere la nostra piena solidarietà ai lavoratori della Bekaert di Figline. È nostro dovere fare di tutto per fermare le sempre più numerose scelte di delocalizzare la produzione al di fuori del nostro paese, verso altri che sono molto più vantaggiosi per la massimizzazione dei profitti, ma catastrofici per le famiglie ed i lavoratori". Affermano il responsabile della Lega Valdarno Marco Crocchini ed il segretario provinciale Alessandro Scipioni. " è necessario che le istituzioni a tutti i livelli dai comuni al governo si mobilitino immediatamente per evitare una catastrofe sociale a Figline, una catastrofe che avrebbe ripercussioni gravi per tutta l'economia del Valdarno".
Preoccupazione e solidarietà per tutti i lavoratori e le loro famiglie che esprime anche Elisa Tozzi, capigruppo in consiglio comunale a Reggello: e’ una battaglia di tutti, tutte le forze politiche- sopratutto oggi chi e’ chiamato a responsabilità di governo- devono compiere ogni sforzo perché questa crisi si possa superare, intendendo fortemente per disincentivare la delocalizzazione, abbattere il costo del lavoro e rendere più competitivo questo Paese; ne va della dignità sociale di tutti i lavoratori e delle loro famiglie; per questo a Reggello sosterremo ogni inizitiva politica che vada in questa direzione”

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