PaP Volterra: "Ecco come arginare la destra"
Le elezioni politiche del 4 marzo scorso hanno registrato, come del resto sta avvenendo in molti altri paesi europei, il profondo malcontento popolare nei confronti delle politiche di austerità attuate sia dai governi di centrosinistra che da quelli di centrodestra.
Laddove la sinistra di alternativa non ha saputo esprimere una opposizione sufficientemente efficace a queste politiche, come nel caso italiano, il voto di protesta si è rivolto verso le destre xenofobe, vedi la Lega, o verso altre formazioni populiste dai connotati difficilmente catalogabili, come i 5 stelle.
La lega ha avuto buon gioco ad indicare il fenomeno migratorio come la causa maggiore dei nostri mali, mentre i 5 stelle hanno saputo più di tutti raccogliere la giusta condanna dei fenomeni corruttivi della politica.
Tuttavia la guerra fra poveri, dei penultimi contro gli ultimi, è solo un bel favore alle classi dominanti, le quali possono dormire sonni tranquilli e continuare a sfruttare indisturbate i primi e i secondi.
Quel poco di antisistema che emergeva negli atteggiamenti di questi due partiti è già abbondantemente riassorbito, si vedano per esempio i pellegrinaggi di Di Maio presso i centri di potere finanziario europeo a rassicurare che non avrebbe messo in discussione l’Euro, le istituzioni europee e la Nato.
Si è potuto costituire così, sia pure con una certa fatica, un governo nettamente orientato a destra e egemonizzato dalla Lega i cui connotati xenofobi e neofascisti stanno purtroppo già emergendo dalle prime dichiarazioni e dai primi atti dei nuovi ministri.
Il Pd, sonoramente battuto, ha di fatto aperto la strada a questa vittoria delle destre sia esasperando il popolo con le sue politiche neoliberiste e contrarie al mondo del lavoro, sia rincorrendo la Lega sulla questione dell’immigrazione, si vedano i provvedimenti infami dell’ex ministro Minniti.
Il successo dei populismi è stato agevolato dal baratro che si è aperto tra la «sinistra» (le virgolette sono d’obbligo), che ha smarrito i fini per cui originariamente esisteva, e il «popolo». La Germania e i Paesi-guida dell’Europa, intanto, hanno continuato a imporre politiche liberiste che hanno danneggiato soprattutto Italia e Grecia, a sfruttare e devastare i popoli africani, determinando un fenomeno migratorio imponente, e a scaricare sui paesi già in crisi profonda le conseguenze di queste migrazioni.
Il «popolo» che i fascisti in varie salse dicono di voler difendere soffre quindi sia della spietatezza della élite europea che chiede «riforme», consistenti nella demolizione del welfare, sia della concorrenza dei poveri esterni. La guerra a questa Europa della finanza sarebbe sacrosanta, ma si fa solo finta di farla, mentre la xenofobia vien praticata realmente, trasformandosi in un’arma di distrazione di massa che fa un grande favore a questo capitalismo decadente.
Cosicché oggi si possono assassinare migranti o far vagare per il mediterraneo navi cariche di donne e bambini in cerca di un approdo, senza che si elevi un moto di ribellione, così come la polizia può uccidere immotivatamente e avere il sostegno pieno del Ministro dell’Interno, o malmenare i lavoratori che stanno difendendo il loro posto di lavoro.
La “fat tax”, che danneggia i poveri e favorisce i ricchi, e l’abbandono di alcuni strumenti di controllo dell’evasione fiscale, rappresentano emblematicamente il carattere di destra e filopadronale di questo governo.
Senza una sinistra che torni a essere protagonista delle rivendicazioni popolari non sarà possibile fronteggiare la peggiore destra che sta sfondando tutti gli ormeggi.
Allora servono a poco i richiami a un “nuovo centrosinistra”, parola quanto mai screditata. Bisogna al contrario mobilitarsi per riparare ai danni fatti dal centrosinistra, dal ”jobs act”, alle leggi Fornero, alla “buona scuola”, alla vanificazione dello Statuto dei lavoratori e del contratto nazionale di lavoro, ai tagli ai servizi pubblici, a partire dalla sanità e agli enti locali, alle guerre fatte direttamente o per procura contro chi non ci ha offeso, al crescente peso della spesa per gli armamenti, a un sistema fiscale che gradualmente ha perso quasi del tutto il carattere di progressività, alla concentrazione dei mezzi di comunicazione in poche mani.
Bisogna inoltre verificare seriamente se ci sono i margini per cambiare le regole europee. E se non ci sono non avere paura di chiedere l’uscita del nostro paese e la ricerca di nuovi punti di riferimento nel mediterraneo e altrove. Bisogna infine chiedere l’uscita dell’Italia dalla Nato che, con la fine dei socialismi dell’Europa dell’Est de dell’URSS si è trasformata da strumento di difesa a strumento di offesa.
Potere al Popolo, esiste proprio per percorrere questa strada e riaggregare la vera sinistra partendo dal basso e non dai giochini tattici di microformazioni e di un ceto politico da cui non c’è da attendesi più niente di buono.
Fonte: Potere al Popolo Volterra