Si salvò dal campo di concentramento, muore a 96 anni il vicarese Giuliano Giani
Se ne è andato a 96 anni, Giuliano Giani, di San Giovanni alla Vena, dopo aver condiviso le sue conoscenze, raccontato e testimoniato più che poteva, soprattutto ai ragazzi, ai più giovani.
Nel maggio del 2015 aveva presentato la sua biografia, "Giuliano racconta", scritta da Margherita Giani, presidentessa dell'associazione "Non c'è futuro senza memoria", in un Teatro di via Verdi gremito di persone e pieno di studenti e studentesse dell'Istituto Comprensivo Ilaria Alpi. Sguardo commosso, parole ferme, Giuliano aveva ringraziato tutti, mentre il Sindaco Juri Taglioli e l'Assessora alla Cultura Catia Cavallini, lo ringraziavano a loro volta a nome della cittadinanza e dell'Amministrazione Comunale, con uno scambio di emozioni e un'impronta di memoria che ancora ci portiamo dentro, indelebili.
Nel portafoglio teneva una foto tessera dei suoi 20 anni, militare in Grecia, prigioniero di guerra dopo il settembre 1943, spinto su un treno che lo condusse diretto al campo di concentramento, giovanissimo, già provato dalla malaria.
"A Mühlberg arrivai a pesare 45 chili - raccontava Giuliano - e quando, una volta a settimana, ci facevano fare la doccia temevo sempre arrivasse il gas invece dell'acqua. Vedere l'acqua, sentirla tra le mani e sulla pelle era sentire di avere almeno un giorno in più di vita, una benedizione, la paura di morire era una compagna fissa."
Dopo Mühlberg Giuliano fu trasferito a lavorare in un campo di aviazione e poi in una fabbrica a Dresda, bombardata dagli alleati nel 1945.
"Non so come riuscii a salvarmi - rivelava Giuliano - insieme a tre amici, c'erano bombe al fosforo, scoppi, esplosioni e incendi ovunque. Dopo qualche mese, quando finì la guerra, in treno raggiunsi Innsbruck, poi Bologna, Firenze, Pisa e Pontedera. Da Fornacette raggiunsi con un barchino San Giovanni alla Vena... non solo i miei genitori, ma l'intero paese mi venne incontro, l'intero paese!". Una scena che solo a pensarla fa commuovere ancora e ancora. Giuliano riprese la sua vita, incontrò una ragazza, si sposò ed ebbe dei figli, Maurizio e Fabrizio. E non smise mai di raccontare, per non dimenticare, perché fosse davvero "mai più".
"Ricordo come fosse ieri - dice l'Assessore alla Memoria, Andrea Taccola - il 28 gennaio del 2011 quando rappresentai l'Amministrazione Comunale al 'Giorno della Memoria', nella Sala delle Baleari del Comune di Pisa. L'allora Prefetto Antonio De Bonis consegnò a Giuliano una medaglia al merito, l'unica della sua vita, rammento i suoi occhi pieni di lacrime, quelli dei suoi figli... le sue parole che sapevano aprire mente e cuore a tutti. Ci mancherà, ma trasmetteremo ai più giovani come faceva lui, anche grazie alla biografia scritta da Margherita Giani, ogni suo racconto, ogni sua frase. Non dimenticheremo e non faremo dimenticare...".
Fonte: Comune di Vicopisano - Ufficio Stampa