Una società di Ponte a Egola chiamata per il risanamento i conti del Comune di Messina
Il 30 giugno 2018 calerà il sipario sul progetto di ricerca e sviluppo portato avanti da inizio 2016 nel capoluogo della Città metropolitana di Messina da Centro Studi Enti Locali, società toscana (ha sede a Ponte a Egola, frazione di San Miniato, NdR) che da quasi 20 anni svolge sul territorio nazionale consulenza, attività formativa ed editoriale nel settore delle amministrazioni e società pubbliche.
Si chiude quindi un percorso lungo 2 anni e mezzo fatto di seminari, tutoraggio e affiancamento agli uffici, incontri e costante collegamento tra gli esperti di Centro Studi Enti Locali e Palazzo Zanca. Anni in cui la distanza Pisa-Messina si è accorciata creando una sorta di ponte ideale che si è retto su un obiettivo comune: gettare le basi per il risanamento economico-finanziario di questa cruciale Città che è la tredicesima in Italia per numero di abitanti e troppo a lungo è stata schiacciata da una massa debitoria enorme che l’ha portata a un passo dal default.
Cosa resta di tutto ciò?
E’ quanto abbiamo cercato di raccontare attraverso la pubblicazione “Il Comune di Messina: un modello di risanamento e rilancio”, basata sui dati comparati tra la situazione attuale e quella ereditata nel 2013 dall’Amministrazione Accorinti, e nella quale si è scelto di dar voce, oltre che ad alcuni degli “attori politici” di questo percorso, anche a voci raramente interpellate: tecnici, funzionari e dirigenti comunali.
Questo nella convinzione che solo guardando anche a ciò che succede “dentro e fuori gli Uffici”, si possano re-almente misurare le distanze percorse in un determinato lasso di tempo.
Cosa ne è emerso?
E' emerso il volto di una Città che, sicuramente, ha ancora molto lavoro da fare prima di poter parlare di parabola “dall’emergenza all’eccellenza” ma di strada ne ha fatta veramente tanta. Basti pensare che adempimenti che una volta paralizzavano 7 persone per un mese intero, vengono adesso svolte in 7 ore da un solo dipendente e che sono state risanate Società pubbliche che una volta erano meri “stipendifici” che di fatto non erogavano alcun servizio pubblico.
In particolare, il progetto realizzato ha lasciato un’eredità tangibile: risorse finanziarie già accertate per un totale di quasi 1 milione di Euro, recuperato attraverso un intervento condotto da Centro Studi Enti Locali per ottimizzare la gestione fiscale. Risparmi questi che, non solo hanno coperto interamente il costo del progetto sperimentale, ma hanno anche liberato ulteriori risorse a disposizione del bilancio comunale per l’acquisto di infrastrutture tecnologiche e tecniche per gli uffici. Inoltre, le buone pratiche introdotte in questo senso potranno continuare ad essere messe in campo dagli uffici comunali, opportunamente formati dagli esperti del Progetto, e consentiranno di risparmiare annualmente e a regime importanti risorse finanziarie.
“Per la prima volta quest’anno – ha detto Daniela Lombardo (Dipartimento servizi finanziari Comune di Messina) – con la collaborazione di Centro Studi Enti Locali, abbiamo predisposto il preconsuntivo per applicare la quota di avanzo vincolato dell’esercizio prece¬dente in esercizio provvisorio”. “Questo – ha spiegato Stefano Magnisi, del medesimo Dipartimento – è fondamen¬tale perché dà respiro a tutte le attività dell’ente, consentendo di pagare i debiti fuori bilancio, di fare lavori di manutenzione stradale o alle scuole. Già da marzo abbiamo insomma potuto rispondere alle esigenze più impellenti”.
Un altro esempio utile per capire come determinate prassi impattino sulla gestione della cosa pubblica è questo: gli enti locali in pre-dissesto, come il Comune di Messina, devono per legge garantire una copertura minima del costo complessivo della gestione dei servizi a domanda individuale (come mense o cimiteri), attraverso i relativi proventi tariffari e contributi finalizzati in misura non inferiore al 36%. Questo obiettivo non era mai stato raggiunto a Messina e questa sistematica contravvenzione ad un obbligo legislativo aveva compor¬tato, di anno in anno, l’applicazione di una sanzione pari a 2,5 milioni di Euro a carico dell’ente. Nel 2016, nell’ambito dell’affiancamento degli esperti di Centro Studi Enti Locali all’area finanziaria, è stata fatta una attenta disamina finalizzata al superamento di questa criticità e sono adottate delle misure che nel complesso hanno consentito di raggiungere, per la prima volta, il livello di copertura minima del 36% prevista dalla legge.
Fonte: Centro Studi Enti Locali