Elezioni Santa Maria a Monte, intervista a Dini (Lega): "Starò con la gente. Rinuncio all'indennità"
Gianpaolo Dini è il candidato sindaco della Lega a Santa Maria a Monte. Sarà uno dei cinque che si sfideranno alle urne domenica 10 giugno e si è raccontato in esclusiva a gonews.it. 59 anni, imprenditore immobiliare e nel campo dei prodotti chimici, Dini è alla prima esperienza politica e non ha mai avuto tessere di partito. Di recente ha conosciuto personalmente Matteo Salvini e ha l'appoggio della Lega anche a livello nazionale.
Lei ha definito la sua una missione e non un lavoro, perché?
Perché non ho intenzione di farlo per guadagnare. Voglio il bene della città in cui risiedo e che mi ha dato tanto. La famiglia Dini vive a Santa Maria a Monte dal 1500, più santamariamontese di me non ce n'è. Battute a parte, credo che sia importante interpretare il ruolo di sindaco come una missione, non ho intenzione di prendere stipendi e ho in mente di restituirlo alla comunità, magari riutilizzando quei soldi per il sociale. Ho deciso che, in caso di elezione, dunque, rinuncerò all'indennità.
Perché la Lega corre da sola, unico caso in Toscana?
Nei mesi scorsi ci sono stati dei contatti per formare tutto il centrodestra unito, ma sono stati portati alla lunga e alla fine non sono andati a buon fine. La Lega aveva chiesto due consiglieri in lista su dodici, dato che il risultato alle nazionali aveva messo il partito tra i più votati. Il sindaco voleva invece sceglierne una e le trattative si sono fermate. Non è possibile scegliere una sola persona di un partito che ha preso tutti quei voti, è stata una sorta di imposizione dato che le sedie erano tutte occupate.
Cosa cambierebbe a Santa Maria a Monte?
La vera cosa da cambiare è il contatto coi cittadini, farò qualcosa di diverso. Starò con la gente, farò ogni mese una riunione in tutte le frazioni di Santa Maria a Monte. Voglio parlare coi cittadini, loro sanno i problemi del paese. Ascolterò quello che hanno da dire e loro saranno il motore delle mie azioni. Faremo tante piccole cose per tante persone, diversamente a quanto accaduto negli ultimi quindici anni.
C'è una tematica su cui sente di dover intervenire?
Uno dei punti principali è il parcheggio. Gli ex Macelli erano un luogo buono, ma c'è la Usl e quindi non si può più pensare a un progetto per i posteggi in quell'area. La valle del Mori è stata individuata per la zona parcheggi con area camper, ma l'obiettivo è anche la zona dell'ex Usl, per la quale dovremo andare in trattativa. Si è parlato anche della Valle del Marchetti, ma più che un parcheggio la vedevo come un'area giochi e un percorso ciclo-pedonale, vista la presenza dei torrenti e dell'Arno nelle vicinanze.
Quali sono le idee per il centro storico?
Oltre al problema citato dei parcheggi, pensiamo anche al commercio. Per quanto riguarda questo tema, negli anni scorsi sono stati dati gli incentivi ai negozi, ma noi vorremo fare il contrario: marketing territoriale per portare più gente possibile in paese col turismo. Quando c'è tanta domanda, l'offerta viene da sola, è una regola basilare del mercato.
Qual è il programma per le frazioni?
Santa Maria a Monte è grandissima, da San Donato a Tavolaia occorre quasi mezz'ora di auto... Ogni frazione ha i suoi problemi, è logico. Tavolaia ha quello della prostituzione e dello spaccio, a San Donato c'è quello del biogas, a Ponticelli la viabilità, a Cerretti non ci sono strutture per i più giovani. Solo andando nelle frazioni e parlando con la gente si riesce a capire quali sono i problemi. La ricetta è proprio quella del confronto continuo.
Parliamo di sicurezza, quali sono i suoi progetti?
Penso sia uno dei temi più importanti. Il blocco dei vigili urbani è sotto-organizzato, perché 13mila abitanti richiedono circa 11 agenti. Santa Maria a Monte è vasta e non possono bastare queste cifre. Voglio aumentare il numero, magari snellendo la macchina organizzativa del Comune. Sono d'accordo con l'installazione delle telecamere, ma ne servono di più e in posti più sensibili e mirati. Incentiveremo la sicurezza privata per far mettere più possibili allarmi videosorvegliati: un aspetto da non sottovalutare è quello della prevenzione.
Come si pone di fronte al tema dell'accoglienza?
Il nostro modello è quello di Cascina. Prima gli italiani, questo è lo slogan. Non abbiamo il grande problema dell'immigrazione che può avere Cascina, ma comunque anche noi vogliamo privilegiare gli italiani, per esempio, nell'assegnazione degli alloggi popolari.
Gianmarco Lotti