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Linee guida sull'amianto in Toscana, l'approfondimento Arpat

La Regione Toscana ha profuso un importante impegno sul tema della presenza di amianto sul territorio regionale, come ha sottolineato Ilaria Brogetti in occasione della presentazione delle "Linee Guida sull'amianto", svoltasi venerdì 18 maggio 2018, a Firenze, alla presenza degli assessori regionali al diritto alla salute Stefania Saccardi e all'ambiente Federica Fratoni.

Ministeri, Regioni e talvolta anche Comuni prevedono bandi che supportano economicamente chi vuole disfarsi di materiali contenenti amianto (MCA), ma pochi sono destinati ai cittadini.

Brogetti, Saccardi e Fratoni al tavoloPer questo, continua Ilaria Brogetti, il Consiglio Regionale toscano ha introdotto una modifica alla LRT n. 51/2013; con la LRT n. 55/2017, art 9 bis, sostenuto da tutte le forze politiche, il Consiglio ha voluto disciplinare anche la gestione e lo smaltimento dei manufatti in cemento amianto da parte di utenze domestiche.

Renata Laura Caselli - Direzione Ambiente della Regione Toscana - ha affermato che l'obiettivo regionale è

- contrastare gli abbandoni di materiali contenenti amianto che possono risultare pericolosi per la salute e per l’ambiente
- promuovere le buone pratiche
- diffondere la conoscenza delle procedure per disfarsi correttamente di questa tipologia di rifiuto.

Le linee guida hanno al loro interno una sezione sulle azioni per contenere e ridurre il rischio di esposizione all'amianto, che ricomprendono precise e coerenti indicazioni per la cittadinanza ma anche per i soggetti pubblici sulla rimozione e smaltimento di materiali contenenti amianto di provenienza domestica (raccolta e micro-raccolta), che è un aspetto circoscritto ma importante per le implicazioni sanitarie e ambientali ad esso connesse.

Il materiale in modeste quantità, contenente amianto e proveniente da utenze domestiche, gestito in proprio dal proprietario può essere considerato un rifiuto urbano ed in quanto tale deve essere rimosso seguendo precise istruzioni, avvalendosi del supporto del Comune e del gestore dei rifiuti urbani, operante nel territorio, per il trasporto e smaltimento.

La Regione Toscana quindi prevede i criteri e requisiti minimi per gestire direttamente e correttamente questo rifiiuto ponendosi gli obiettivi di

- realizzare un adeguato controllo sulle operazioni di smaltimento
- determinare un’adeguata gestione dei costi ma anche una razionalizzazione degli stessi
- uniformare le modalità con cui questi rifiuti vengono gestiti nel territorio regionale.

Per quanto riguarda i requisiti minimi, le linee guida indicano quali materiali possono essere rimossi in autonomia dal cittadino, si tratta di manufatti/ materiali di matrice cementizia o resinoide:

- in buono stato di conservazione, ovvero integri, evitando di rimuovere manufatti che risultano compromessi
- in modesta quantità
- facilmente raggiungibili, bisogna infatti tenere conto dei rischi di caduta, quindi i materiali devono essere ad un’altezza non superiore ai 3 metri (la persona che effettua il lavoro non può trovarsi ad un’altezza superiore ai 2 mt dal piano campagna).

Il soggetto che può effettuare l'attività di rimozione è il proprietario o una persona appartenente al nucleo famigliare ma non un soggetto legato alla famiglia da rapporti subordinati di lavoro. Il gruppo di lavoro, che ha lavorato alle linee guida, ha affrontato questo punto, ritenendo più corretto fare riferimento al solo proprietario.

Le modalità di rimozione sono anch’esse descritte in modo dettagliato; in primo luogo è necessario munirsi del kit, fornito dal gestore pubblico, che contiene tutti i materiali necessari (dispositivi di protezione individuale e materiali idonei per imballare il rifiuto) per svolgere le operazioni di rimozione in sicurezza.

È importante sottolineare che l’intervento può essere realizzato solo in presenza di condizioni climatiche ottimali non dunque quando piove, tira vento o in caso di altre situazioni che possono determinare rischi.

In tutti i casi, specificatamente elencati nelle linee guida, in cui non sia possibile la rimozione in proprio (es amianto si presenta friabile, vi è il rischio di dispersione, non è integro, è ad altezza superiore ai 3 mt , ecc), è necessario rivolgersi a soggetti specializzati nella rimozione e smaltimento di questa tipologia di manufatto.

Per quanto riguarda il trasporto, le linee guida impongono un divieto di trasporto per il privato che è tenuto a consegnare il rifiuto, debitamente imballato, al gestore locale dei rifiuti urbani o ad un soggetto incaricato dallo stesso, che deve garantire questo servizio gratuitamente.

Il rifiuto dovrà, quindi, essere trasportato esclusivamente da soggetti autorizzati (Categoria 5), accompagnato da formulario e classificato con il CER 17 06 05 * (l’asterisco indica la presenza di un materiale pericoloso).

Le linee guida contengono anche la procedura amministrativa che il cittadino è tenuto a seguire. Il privato è tenuto a presentare una comunicazione indirizzata al Comune e per conoscenza al gestore e all’ASL, inserendo con modalità semplificata il piano di lavoro nel sistema SISPC in modo da garantire il censimento di tutte le operazioni effettuate nel sistema informativo con l’obiettivo ultimo di raggiungere una progessiva bonifica del territorio regionale.

I lavori potranno essere avviati dopo 30 giorni dalla comunicazione di avvio ed al termine dovrà essere effettuata la comunicazione di conclusione degli stessi, concordando con il gestore la data del ritiro.

Nelle linee guida sono inoltre contenute tutte le istruzioni per rimuovere questo materiale in modo corretto e sicuro, nel rispetto di quanto indicato dal DM 6 settembre 1994, prevedendo misure per la protezione e sicurezza personale (vestizione e svestizione), per la gestione dell’area in cui i lavori vengono realizzati, per il trattamento, confezionamento e rimozione del materiale stesso.

Ad ARPAT e ASL viene assegnata la competenza di effettuare controlli a campione sulle comunicazioni presentate dai cittadini. La ASL può fare controlli prima e durante l’esecuzione mentre ARPAT è chiamata a verificare la corretta classificazione e smaltimento del rifiuto. ISPRO invece compie il monitoraggio annuale delle quantità rimosse di materiali contenenti amianto da parte delle utenze civili in territorio toscano.

Renata Laura Caselli ha concluso precisando che le linee guida sono indicative, non sono cogenti, ma rispondono all’esigenza di dare indicazioni uniformi valide su tutto il territorio regionale, in modo da fornire anche alle tre Autorità di ambito territoriale precisi riferimenti in base ai quali stipulare protocolli per l’attuazione delle linee guida stesse.

(testo a cura di Stefania Calleri)

Fonte: Arpat

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