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Fattorini Gig Economy, Galgani (Cgil): “Non devono più sentirsi soli"

Gig economy, Paola Galgani al convegno Mpd-Art.1 in Regione Toscana: “La Cgil di Firenze ha aperto un progetto apposito: in questi mesi abbiamo incrociato molti di questi fattorini, che a Firenze sono alcune centinaia e lavorano per multinazionali soprattutto del campo gastronomico. La loro attività segna un cambiamento dei nostri costumi. Stiamo ascoltando le loro storie e i loro bisogni di tutela su cui incentrare un’azione collettiva e rivendicativa. Dobbiamo far sì che questi ragazzi non si sentano più soli”.

L’IDENTIKIT DEL FATTORINO 4.0

Nessuno di loro ha un contratto di lavoro dipendente. Alcuni hanno la Partita Iva, altri sono a co.co.co o a prestazione occasionale. Per alcuni (i più giovani) è lavoro per mantenersi lo studio, per altri (meno giovani) è lavoro vero e proprio. È una attività molto fisica (che peraltro si fa col caldo, la pioggia, la neve addirittura), la tecnologia rappresenta una parte minoritaria. Per migliorare la loro condizione, secondo la Cgil serve una azione su due fronti: contrattazione e aspetto legislativo. Cosa può fare la Cgil per loro? Intanto, provare a organizzarli, il collettivo è l’unica dimensione su cui agire tramite contrattazione o conflitto. Poi c’è la questione della sicurezza sul lavoro: ci si sono leggi che impongono regole e formazione. Infine, c’è il tema del patto tra lavoratore e consumatore: queste nuove forme portano maggiore sostenibilità ambientale e sociale?

LE PAROLE DI GRIECO 

"Al di là della forma in cui si esprime, il lavoro deve avere dignità. Esso deve essere svolto, sempre e comunque, con tutte le tutele e le garanzie del caso. Occorre garantire i diritti fondamentali a tutti i lavoratori, anche a chi, pur in un mercato ormai profondamente mutato rispetto al passato, lavora secondo modalità e forme che non sono quelle tradizionali".

Lo ha affermato l'assessore regionale a Lavoro, formazione ed istruzione, Cristina Grieco, intervenendo nella mattinata di oggi, lunedì 4 giugno, a un convegno sulla "gig economy" svoltosi a Firenze.

Con "gig economy" si intende quel modello economico-produttivo, che si sta affermando anche in Italia, secondo cui il posto fisso ed i contratti a tempo indeterminato lasciano spazio al lavoro "on demand" che si attiva solo quando, sul mercato, l'offerta incontra la richiesta di lavoro. Domanda ed offerta, nella "gig economy", vengono gestite on-line attraverso piattaforme ed applicazioni dedicate. Ne sono esempi, tra gli altri, i servizi di trasporto privato alternativi ai taxi e le consegne a domicilio di cibo e generi alimentari.

"Nella gig economy i lavoratori sono in proprio e svolgono attività temporanee o saltuarie", ha specificato l'assessore Grieco. "Ma ciò non significa che tutto possa essere deregolamentato. La Regione guarda con attenzione a queste nuove forme di impiego, ribadendo che il lavoro deve essere tutelato sempre, a prescindere dalla forma contrattuale ed organizzativa. Quindi le sperimentazioni di adozione di carte dei diritti da parte di Comuni o Regioni sono molto importanti per accendere i riflettori su queste nuove forme di lavoro, ma occorre agire in sinergia ed agganciare le politiche regionali al livello nazionale".

Al fine di contrastare diseguaglianze e sfruttamento, la Regione Toscana sta pensando a forme di intervento legislativo compatibili con le norme nazionali in materia di sicurezza sul lavoro, salute, sicurezza, natura assicurativa e previdenziale, oltre che retributiva. L'assessore Grieco, che presiede la commissione Lavoro ed istruzione della Conferenza delle Regioni, ha ricordato di aver partecipato di recente, proprio su queste tematiche, al Tavolo del Lavoro svoltosi al Ministero dello Sviluppo economico.

Fonte: Ufficio Stampa

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