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Vice prefetto all'Elba ordina bomba contro presunto truffatore: arrestato assieme a boss 'ndrangheta

Dalle prime ore del mattino, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno stanno dando esecuzione, su ordine del Procuratore Capo della Repubblica di Livorno, dottor Ettore Squillace Greco, ad un’ordinanza - emessa dal G.I.P. del locale
Tribunale, Dott. Marco Sacquegna - di applicazione della misura cautelare personale nei confronti di nove persone, di cui due in carcere (il Vice Prefetto reggente l’Ufficio distaccato della Prefettura dell’Isola d’Elba Giuseppe Daveti, 66 anni, ed un pregiudicato appartenente ad una nota famiglia di ‘ndragheta attiva in Piemonte, a suo tempo mandante dell’omicidio del Procuratore di Torino Bruno Caccia, Giuseppe Belfiore, 61 anni) e sette sottoposte agli arresti domiciliari.

Nel corso delle investigazioni, era già stato, altresì, tratto in arresto in flagranza di reato altro soggetto, durante lo scorso mese di novembre.

Secondo quanto ipotizzato dalla guardia di finanza Daveti, ritenendosi vittima di truffa immobiliare, aveva dato l'incarico a un complice di reperire una bomba per far esplodere la vettura di famiglia del presunto truffatore. Questi gli ordigni trovati in un'auto con a bordo uno degli arrestati.

Tra gli altri arrestati figura un commercialista torinese di 50 anni, due livornesi di 41 anni e 53 anni, tre persone originarie della provincia di Ravenna e un trentottenne di Trani.

L'associazione era intenta nel frodare lo Stato tramite il mancato pagamento delle accise, i prodotti erano sigarette e alcolici. Venivano organizzati inoltre finti viaggi di alcolici con falsi documenti di trasporto verso destinazioni extra-UE. Coinvolta anche una società di trasporti torinese, ad oggi non più operativa. Il 'deposito fiscale' aveva sede a Castelnuovo Don Bosco di Asti. Ogni mese venivano evase accise per circa 100mila euro. Le 9 tonnelate di sigarette valevano 1,5 milioni di euro: sarebbero andate di contrabbando dalla Guinea Bissau passando per Tangeri e finendo a Livorno. Alla dogana era stato dichiarato che il carico conteneva tavoli e sedie.

L’attività, rientrante nell’operazione denominata “Vicerè”, si inserisce nell’ambito di un’articolata indagine svolta, sotto la direzione del citato Procuratore Capo della Repubblica, da militari della Compagnia di Portoferraio e del Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria di Livorno, che ha portato alla denuncia all’A.G. di 27 soggetti, responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere, porto abusivo di esplosivi (detenuti al fine di compiere un atto di intimidazione), contrabbando di 9 tonnellate di sigarette, indebita compensazione di debiti tributari tramite fittizie compensazioni, illecita sottrazione al pagamento delle accise sugli alcolici, anche mediante falso in documenti pubblici informatici.

Contestualmente alle misure cautelari, sono in corso di esecuzione perquisizioni personali, domiciliari e locali (con la collaborazione dei Reparti del Corpo competenti per territorio) in 7 Regioni (province di Livorno, Torino, Asti, Padova, Ravenna, Forlì, Pisa, Pistoia, Campobasso, Napoli, Salerno, Lecce e Brindisi), nei confronti degli indagati, con l’impiego complessivamente di circa n. 120 militari.

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