Ripresa e riforme, a Pistoia l’Assemblea di Confindustria Toscana Nord
E’ stata la politica, inevitabilmente, il convitato di pietra dell’Assemblea annuale di Confindustria Toscana Nord, svoltasi oggi a Pistoia nello spazio espositivo “La cattedrale”, molto evocativo per la sua natura di ex stabilimento fortemente identitario per la città e per la sua vocazione al settore ferrotranviario. Il tema della parte pubblica “Ripresa e riforme. Crescita del manifatturiero e strumenti per sostenerlo” andava del resto a toccare un punto cruciale di intersezione fra economia e politica; hanno collaborato alla realizzazione dell’evento la Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia del Gruppo Intesa Sanpaolo e Umana.
“Questo paese ha bisogno di politica, di buona e costruttiva politica che abbia il coraggio di realizzare i cambiamenti che occorrono e l’intelligenza di lasciare inalterati cambiamenti positivi fatti da altri”, ha dichiarato il presidente dell’associazione Giulio Grossi nell’aprire i lavori alla presenza del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e degli altri ospiti Giuseppe Marino, Group COO Rolling Stock Hitachi Rail, e Andrea Montanino, direttore del Centro studi di Confindustria, entrambi intervistati dal giornalista di Radio 24 Luca Telese.
L’Assemblea è stata l’occasione per una ricognizione sui temi che stanno maggiormente a cuore alle imprese di Lucca, Pistoia e Prato e che si incrociano di fatto con le riforme, fatte o da fare, del nostro paese. Giulio Grossi ha tracciato un quadro dell’economia locale positivo ma non del tutto rassicurante, in linea con la situazione italiana che evidenzia segnali di ripresa meno marcati di quanto sarebbe desiderabile. Il quadro politico particolarmente difficile e delicato non fa che accrescere le preoccupazioni: “più di tutto e prima di tutto occorrerebbe senso di responsabilità. Gli interessi del paese devono precedere qualsiasi altra considerazione.” Ha anche ribadito la necessità di rimanere nell’Unione Europea, auspicando che il prossimo Governo sappia rappresentare al meglio in Europa l’industria italiana.
Fra i dati citati dal presidente Grossi anche alcuni riferiti al posizionamento della Toscana nel quadro nazionale, menzionando il rapporto Confindustria-Cerved sulle PMI del nord e del centro Italia. Per quasi tutti i valori presi in considerazione, ha evidenziato Grossi, la Toscana si piazza bene rispetto alle altre tre regione del centro (Marche, Umbria e Lazio) ma male rispetto a quasi tutte le regioni del nord. A titolo di esempio ha citato il margine operativo lordo: nel decennio 2006-2017 la Toscana ha perso il 34,1%, facendo meglio delle altre 3 regioni centrali che superano tutte il -40% ma molto peggio del nord-est e del Piemonte, regioni che sono tutte o quasi sotto, anche abbondantemente, il -20%. La Toscana a metà strada, quindi, fra nord e sud, con la necessità di tenere ben saldo il gancio con le aree del paese dalle prestazioni migliori, ha commentato Grossi, aggiungendo che comunque né la Toscana né il resto d’Italia può dormire sonni tranquilli.
Nel suo intervento Grossi ha seguito il “filo rosso” di un nuovo strumento di lavoro che Confindustria Toscana Nord si è data, “Priorità per lo sviluppo industriale del territorio”, una piattaforma aperta alimentata dal lavoro delle imprese socie e delle sezioni in cui sono inquadrate.
Grossi ha ricordato riforme già fatte che hanno avuto buon successo e che ha chiesto con forza di non cancellare. Fra queste il JobsAct, per il quale ha fornito un dato significativo: il numero totale dei dipendenti nelle province di Lucca, Pistoia e Prato (fonte INPS) mostrano una chiara impennata a partire dal 2015, tanto che il confronto fra il 2014 (pre-JobsAct e decontribuzione, quindi) e la fine del 2016 segna oltre 10.000 unità in più, tutte ascrivibili a posizioni a tempo indeterminato. Non è dato sapere, ha precisato Grossi, quanto in questo incremento abbiano giocato le nuove regole sul tempo indeterminato a tutele crescenti, quanto l’esonero contributivo applicato ai nuovi assunti a tempo indeterminato e quanto, semplicemente, fisiologiche necessità di personale dovute alla crescita che si è verificata in questi anni; ha concluso però sottolineando che l’impennata c’è stata, ha queste caratteristiche e che questo dato che non può essere ignorato.
Plauso anche per le misure a sostegno di Industria 4.0, ricordando che le imprese si sono avvalse massicciamente del super- e iperammortamento, modernizzando i propri apparati produttivi. Agevolare gli investimenti, ha detto, è a sua volta un investimento sul futuro dell’industria italiana; nessuno tocchi le agevolazioni Industria 4.0, ha raccomandato.
Pollice verso, invece per il Codice degli appalti, contro il quale si è più volte pronunciata ANCE Toscana Nord con critiche che Grossi ha fatto sue, denunciandone la lacunosità e la poco chiarezza che hanno aperto la strada ad aberrazioni come il sorteggio.
Fra gli altri temi affrontati (credito, istruzione, energia e gas, fisco, regole europee sull’etichettatura di origine, sostenibilità), ampio spazio è stato dato alle infrastrutture, alle poche in fase di avvio e alle molte che non partono, dagli impianti per lo smaltimento dei rifiuti (è di due giorni fa una severa presa di posizione di Confindustria Toscana Nord sulla vicenda Case Passerini) all’aeroporto di Firenze per il quale si intravedono ancora ostacoli.
L’assemblea è stata anche l’occasione per accogliere formalmente nell’associazione 31 nuove aziende entrate nell’ultimo anno, che hanno ricevuto il benvenuto oltre che del presidente Grossi anche del presidente confederale Vincenzo Boccia.
Fonte: Ufficio Stampa