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Preso a sprangate in centro a Castelfranco, trovati i responsabili

Aggressione Castelfranco: i fatti

È legata a una questione di soldi l'aggressione a colpi di spranga avvenuto in pieno centro a Castelfranco di Sotto intorno a mezzogiorno, nel giorno del mercato settimanale, di fronte alla sede della Misericordia. Tre persone a bordo di una Nissan di colore verde (pare un pick-up, non una utilitaria come inizialmente scritto), italiane, sono giunte sul posto dove si trovava un giovane senegalese. Una volta individuato, sono scesi e lo hanno colpito con gli oggetti contundenti. Poi, come sono venuti così se ne sono andati, lasciando il ragazzo a terra.

Aggressione Castelfranco: i soccorsi

Subito intervenuti i soccorsi, tra cui la Pubblica assistenza di Santa Croce, e i carabinieri per indagare sul fatto. Al momento la vittima dell'aggressione si trova all'ospedale 'San Giuseppe' di Empoli: non è in fin di vita ma presenta ferite su tutto il corpo. A quanto sembra la faccenda è legata a motivi di affitti non pagati. I presunti aggressori sono stati trovati nel pomeriggio e trasferiti in caserma a Castelfranco. Si tratta di un uomo di 47  anni e dei suoi due figli di 23 e 25 anni, residenti a Fucecchio. Il movente è in fase di ricostruzione.

Aggressione Castelfranco: la testimonianza

Ad assistere alla scena l'assessore Federico Grossi: "Un fatto di una gravità inaudita. Stavo andando in Comune e passavo da via De Gasperi. L'aggressione è avvenuta in strada davanti a decine di testimoni. Ho preso la targa dell'auto che sfrecciava a tutta velocità, lo stesso ha fatto un'altra persona. Abbiamo confrontato la targa". Oggi pomeriggio si terrà una giunta comunale straordinaria, guidata dal sindaco Gabriele Toti, in merito a quanto accaduto. Questo l'intervento del primo cittadino.

Aggressione Castelfranco: i precedenti

A fine 2017 si verificò un gesto simile nei confronti di lavoratori, sempre a Castelfranco. Due persone, che rivendicavano il loro salario, sono state attaccate con catene e spranghe da almeno 6 persone. È stato appurato che le persone coinvolte erano le stesse denunciate per i fatti di oggi. L'eco del fatto arrivò a livelli nazionali e la condanna fu unanime da parte del mondo delle istituzioni e delle associazioni di categoria. A rivelare il fatto fu la Cgil.

 

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