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Consiglio regionale, la Lega protesta con Giani e abbandona la seduta

La seduta del Consiglio regionale si è aperta con un minuto di silenzio e un breve ricordo della strage di Capaci, di cui ricorre oggi il ventiseiesimo anniversario. A ricordare la figura del magistrato Giovanni Falcone, morto nel 1992 in un’esplosione sull’autostrada A29 assieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, è stato il presidente Eugenio Giani. “Falcone ha pagato con la vita il suo impegno di uomo di Stato rigoroso e coerente, che è riuscito a portare sul banco degli imputati il fenomeno della mafia”. “Con le sue eccezionali capacità ha mandato a processo centinaia di persone, un’intera rete mafiosa, dimostrando che il fortino di Cosa nostra poteva essere scalfito – ha proseguito il presidente -. A Firenze abbiamo vissuto importanti momenti di ricordo della sua opera grazie anche ad Antonino Caponnetto, il quale ha scelto di vivere i suoi ultimi anni in questa città”. “Giovanni Falcone ha perso la vita nell’attentato – ha concluso Giani – ma il suo impegno e i valori per cui ha lottato non sono andati perduti. La sua lezione e il suo esempio sono vivi e attuali per tutti noi”.

La Lega abbandona

I consiglieri della Lega abbandonano la seduta odierna del Consiglio regionale in aperto contrasto con la gestione dei lavori d'aula da parte del Presidente Giani.
"Volevamo discutere alcuni atti collegati alla comunicazione sul ciclo dei rifiuti in Toscana quando, inspiegabilmente, ci siamo visti negare la parola dal Presidente. Dopo le rimostranze del Portavoce dell'opposizione, il collega Jacopo Alberti, il Presidente mi ha concesso la parola esclamando: "sentiamo cos'ha da dire di così importante", sminuendo di fatto il contributo delle opposizioni al dibattito" così Elisa Montemagni, Capogruppo leghista, sul motivo dell'uscita dall'Aula da parte di tutto il gruppo Lega.
"Nella prima metà della legislatura - continua Montemagni - il Presidente Giani ha gestito con imparzialità i lavori d'Aula, ma dopo aver ottenuto la conferma di metà legislatura qualcosa è cambiato. Il Presidente Giani, ad esempio, non ha mai censurato Enrico Rossi per essersi rivolto minaccioso ad alcuni colleghi in Aula ed anzi ha spostato l'attenzione sulla necessità di vietare l'utilizzo dei telefoni in Consiglio regionale, proposta assurda. Oggi si supera nuovamente il limite del rispetto istituzionale che si deve alle minoranze. Ci chiediamo se Giani senta aria di campagna elettorale visto che si avvicinano le elezioni comunali a Firenze e la scadenza della legislatura regionale. Non capiamo altrimenti cosa possa essere cambiato."

Acquacoltura in Consiglio

Alleggerire i passaggi procedurali per l’avvio delle attività di acquacoltura in mare. Questo l’obiettivo della legge regionale che è stata approvata a maggioranza dal Consiglio Regionale della Toscana.

“Il nuovo provvedimento – spiega Danilo Di Loreto, responsabile Coldiretti Impresa Pesca della Toscana - modifica la disciplina della commissione consultiva regionale della pesca e dell’acquacoltura, assicura l’operatività della commissione e la normativa sulla programmazione degli interventi regionali alle sopravvenute norme generali in materia. Tra le modifiche introdotte – continua - per velocizzare l’insediamento si prevede la notifica di inizio attività attraverso la segnalazione certificata di inizio attività (scia). Si ‘regionalizza’ la procedura, in precedenza di carattere ministeriale: sarà la Regione a rilasciare l’autorizzazione secondo un quadro di precise garanzie collegate alla qualità dell’ambiente marino. Il nuovo impianto normativo – conclude - dovrà favorire la celerità degli investimenti quanto mai necessari per la crescita del settore”.

Con la nuova normativa le concessioni ai Comuni vengono rilasciate in aree ben definite e per ogni autorizzazione richiesta viene istruita la Conferenza dei servizi con la partecipazione di soggetti come Asl, Arpat, capitanerie per salvaguardare gli aspetti ambientali. Il Comune sarà anche competente per le eventuali sanzioni in materia. La legge modifica la disciplina della commissione consultiva regionale della pesca e dell’acquacoltura ampliando il numero di membri con la partecipazione di rappresentanti di ogni associazione.

“E’ bene ricordare che stiamo parlando di un settore – ha detto Antonio De Concilio, direttore regionale di Coldiretti Toscana– che su alcune porzioni del territorio costiero porta una buona dose di occupazione, di innovazione, di capacità di integrazione e un buon contributo al prodotto interno lordo”. “E’ per questo che Coldiretti Impresa Pesca Toscana – continua De Concilio - ha seguito l’iter legislativo durante ogni passaggio, ed è una strenua sostenitrice di ogni iniziativa che miri a restituire alla Regione ogni competenza e delega afferente alla pesca ed all’acquacoltura, lavorando e collaborando al fine di rendere la Legge 66/05 un modello di efficienza a livello nazionale”.

Rifiuti: Rossi, serve svolta ambientalista nuovo piano per economia circolare entro lestate

Una “svolta ambientalista” nella parte conclusiva di questa legislatura, “come accadde a conclusione di quella passata con  il piano del paesaggio e la legge urbanistica in tema di governo del territorio”. Il presidente della Toscana, Enrico Rossi, chiama il Consiglio regionale a una nuova sfida e annuncia il nuovo piano dei rifiuti “che inizieremo ad elaborare a partire dal prossimo mese di giugno, fissando nuovi obiettivi da raggiungere entro il 2023”. L’obiettivo primario, spiega Rossi, è l’innalzamento della raccolta differenziata dal 70 per cento nel piano vigente “almeno al 75 per cento. Non diciamo l’80 per cento, perché, ci dicono i tecnici, lo sforzo richiesto per il raggiungimento di questa soglia potrebbe avere costi eccessivi, anche se non si capisce fino in fondo il motivo. I dati che stiamo raccogliendo ci dicono che nel 2017 dovremmo salire al 54 per cento, un incremento incoraggiante rispetto al 51 per cento del 2016”, nella consapevolezza che “accanto a città come Empoli, Lucca, in parte Prato, che sono già avanti, altre città rimangono ancora indietro. Su questo fronte – osserva Rossi – non siamo ancora una regione virtuosa, il Veneto già supera il 70 per cento”.

La parte restante dei rifiuti, “il 25 per cento, a obiettivo raggiunto, vogliamo riservarlo alle discariche e ai termovalorizzatori”. Traguardo raggiungibile, spiega il presidente della Toscana, “riducendo nel complesso sia gli inceneritori sia il numero delle discariche”. La Giunta regionale ha bloccato di recente il conferimento di rifiuti da altre regioni, che “ammonta a circa 150mila tonnellate l’anno, pari a circa il 7 per cento dei 2milioni e 300mila tonnellate di rifiuti urbani che la Toscana produce ogni anno”. Per il raggiungimento dell’obiettivo e per far crescere la raccolta differenziata, prosegue Rossi, “la Giunta ha stanziato 30milioni di euro per i tre Ato. Ci siamo convinti che quella della raccolta porta a porta è la scelta fondamentale per compiere il salto. Chi si oppone proponendo scorciatoie e sostiene che termovalorizzatori e discariche costino meno, penso che non abbia fatto bene i conti”.

Nasceranno “sei impianti per la biodigestione anaerobica”, ai quali conferire “circa 600mila tonnellate l’anno di rifiuti urbani dei 2milioni e 300 mila prodotti. La separazione della parte organica consentirà una più estesa separazione degli altri rifiuti: carta, plastica, vetro, metalli, che potranno essere reimmessi nei cicli produttivi toscani secondo il principio dell’economia circolare, di recente oggetto di una direttiva e di un regolamento dell’Unione europea”.

Il presidente ricorda che “l’Unione europea nel 2015 ha adottato un piano di azione per l’economia circolare, l’obiettivo esplicito è di creare un numero significativo di nuovi posti di lavoro, di stimolare un notevole potenziale di crescita e di promuovere modelli di consumo e produzioni sostenibili”. La Toscana avrà un nuovo Piano per la raccolta dei rifiuti, che ”vogliamo accompagnare con un piano attuativo relativo in particolare ai problemi dei rifiuti dei nostri distretti industriali: carta, cuoio, tessile”. E in merito al tessile, precisa Rossi, “è bene sapere che per legge non si possono immettere nel possibile futuro inceneritore i rifiuti del tessile di Prato. Bisogna trovare un altro verso, qualche altra soluzione”. Sulla raccolta della carta: “Ne raccogliamo ogni anno 200mila tonnellate, mentre il fabbisogno delle cartiere di Lucca supera il milione di tonnellate. Dovremo capire se l’attuale 200mila possa diventare 400mila. Con i distretti della Toscana – aggiunge – apriremo una serie di tavoli, lo abbiamo deciso nell’ultima Giunta, per concordare modalità di raccolta e di riuso dei materiali provenienti sia dai rifiuti urbani che dai rifiuti speciali”. Senza escludere “che in qualche caso, come dicono i regolamenti europei, sia necessaria la valorizzazione energetica per chiudere il ciclo produttivo”. Qui, Rossi osserva che “l’Europa non esclude la termovalorizzazione, ma pone paletti ben precisi, ci richiama la necessità di valutare bene la disponibilità degli attuali termovalorizzatori e ci sconsiglia di scommettere su nuovi inceneritori, nuovi impianti che dovrebbero essere avviati a un ciclo di vita di almeno venti anni”.

“L’Europa individua cinque settori prioritari”, ricorda Rossi e si sofferma sulla carta, sulla plastica, ricordando “la bella iniziativa presa dalla Giunta con l’assessore Bugli per il recupero del materiale che i pescatori raccolgono in mare”. “C’è l’impegno dell’Europa a finanziare queste partite”, ricorda ancora il presidente, che rilancia: “Mi piacerebbe che si riuscisse a produrre a conclusione di questa legislatura una svolta ambientalista analoga a quella che abbiamo prodotto in tema di urbanistica e governo del territorio con il piano del paesaggio e la legge urbanistica”. Quella svolta, “per la quale voglio ancora ringraziare il Consiglio e l’assessore Anna Marson – spiega Rossi – ha portato la Toscana ad essere la prima regione italiana con la legislazione più avanzata in materia di governo del territorio. Anche sui rifiuti mi piacerebbe fare questo salto di qualità con un apposito piano e con l’economia circolare che ci impegniamo a presentare  entro l’estate”.

Rifiuti, Monia Monni (Pd) “Sfidiamo Rossi, su Case Passerini si portino i numeri. Pd pronto a fare la sua parte sul nuovo piano regionale"

“Abbiamo ascoltato con attenzione l’intervento del presidente Rossi che contiene spunti condivisibili e coerenti rispetto a quello che abbiamo da sempre proposto sul tema dei rifiuti. Ripartiamo dalla proposta del Partito Democratico, approvata nel luglio dello scorso anno, che contiene una strategia articolata per gestire la filiera nella sua interezza ed attuare la transizione verso l’economia circolare”. Così la vice capogruppo del Pd in regione Monia Monni intervenendo in Consiglio durante la discussione sul sistema di gestione dei rifiuti e dopo l’intervento sul tema del presidente Enrico Rossi. “ Abbiamo bisogno di investire con forza su riduzione, riuso e riciclo e riconoscere che il recupero di energia dai rifiuti rappresenta un’opzione ambientalmente più sostenibile rispetto alle discariche. Le nostre stelle polari – ha aggiunto Monni- rimangono, da una parte, l’efficacia, l’efficienza e l’economicità del sistema e, dall’altra, la necessità di non pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini toscani. Il Partito Democratico raccoglie con serietà la sfida per l’aggiornamento del piano regionale dei rifiuti e ci faremo trovare pronti, senza alcun tipo di dogmatismo ambientale o ideologia preconcetta. Abbiamo chiesto al Presidente di confrontarci su numeri ed evidenze scientifiche perché non c’è altro modo per fare una programmazione seria, capace anche di guardare al ciclo dei rifiuti in una prospettiva temporale più ampia”. Infine, "su Case Passerini abbiamo sfidato il Presidente Rossi: si dimostri con i numeri che è possibile fare un piano senza quel tipo di impianto. Se sarà fatto saremo pronti a discuterne".

Rifiuti, ok del Consiglio alla risoluzione Pd che  impegna la Giunta a favorire il passaggio all’economia circolare e a presentare nuovo piano di gestione

 Passare all’economia circolare e presentare nel più breve tempo possibile il nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinanti ai fini di un aggiornata definizione delle politiche regionali che tengano conto della necessità di ridurre il conferimento in discarica senza aumentare le tariffe a carico dei cittadini. E’ l’impegno richiesto alla giunta  e contenuto nella risoluzione del Partito democratico approvata oggi in consiglio regionale col voto favorevole anche di M5S, Mdp e SI Toscana e collegata alla comunicazione del presidente della giunta Enrico Rossi. Nella risoluzione si chiede anche di tenere conto , nella formulazione di tali proposte,degli  obiettivi riguardanti la destinazione finale dei rifiuti urbani totali, in materia di raccolta differenziata e trattamento dei rifiuti sul territorio regionale e che sono quello di raggiungere il più rapidamente possibile il 70% di raccolta differenziata in tutta la Toscana e quello di limitare il conferimento in discarica per non oltre il 10% dei rifiuti urbani totali, senza prevedere l’apertura di nuove discariche sul territorio regionale e l’ampliamento di quelle esistenti. Per quanto riguarda il termovalorizzatore non bisogna superare il 20% di smaltimento attraverso la termovalorizzazione. Il  capogruppo del Pd Leonardo Marras intervenendo in Consiglio per illustrare la mozione ha enunciato in aula l’indirizzo politico del Pd “Guerra alle discariche, raccolta differenziata, no ai rifiuti delle altre regioni e impattare il meno possibile sulle tasche dei cittadini Sono questi i nostri paletti  e – ha aggiunto Marras- sfidiamo amichevolmente il presidente Rossi a presentare un piano che li rispetti” . Rifiuto l’approccio ideologico- ha proseguito  Marras- . Ciò che ci preme  è che si parli  di sistema regionale dei rifiuti  e non di questioni particolari legate ad aree specifiche , tenendo conto di alcuni punti: bisogna superare la finzione dell’autosufficienza dei 3 ambiti e serve un piano regionale unico che tenga conto di alcuni principi. Oggi siamo al 33 per cento di smaltimento in discarica, al 16 per cento di inceneritori, al 50 per cento di raccolta differenziata. C’è un’emergenza ambientale che è quel 33 per cento in discarica. Il mondo sta cambiando, c’è un impulso innovatore, la necessità e l’importanza di puntare al riuso della materia. Bene dunque il confronto con la Giunta che a breve ci presenterà il suo piano, tenendo conto che già nel 2017 il Consiglio ha approvato la risoluzione del Pd  “in merito agli orientamenti del consiglio regionale in materia di gestione dei rifiuti nell’ambito della transizione della Toscana verso l’economia circolare e il rafforzamento delle politiche regionali in vista dell’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati, con la quale si esprimevano una serie di azioni tese a rafforzare le politiche regionali in materia di rifiuti ed economia circolare”.

Rifiuti, Marcheschi (FdI): «Rossi senza vergogna: di fronte al fallimento del suo piano dei rifiuti, rinvia le decisioni. Porteremo i costi del suo non-fare alla Corte dei Conti»

«La nostra richiesta di portare in aula la questione dei rifiuti ha ottenuto un risultato politico che fa chiarezza: il centrodestra si è presentato con un documento unitario mentre il Pd si è confermato ormai lontanissimo dal Presidente Rossi, peraltro eletto proprio con quei voti» a dichiararlo è il presidente del gruppo consiliare regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi.

«Rossi rilancia ma dimentica che oggi avrebbe dovuto portare risposte chiare e non farsi ancora domande su quanto costano il ciclo dei rifiuti, la raccolta differenziata e gli impianti. Dove è stato finora? La sua comunicazione è stata di un’impreparazione inaccettabile – prosegue il consigliere – inoltre, nonostante l’oggettivo imbarazzo per un piano che lui stesso ha voluto e firmato e che ora vuol cambiare, non ha indicato alcuna soluzione rimandando tutto ad un nuovo piano che nelle premesse sconfessa quello in vigore di appena 4 anni fa».

«Il Pd dal canto suo, che oggi, forse, è riuscito ad arginare la volontà di Rossi di cancellare il termovalorizzatore della Piana inserito da Renzi fra le opere strategiche nazionali, non è però risuscito ad evitare una clamorosa dimostrazione di inefficienza per un settore che presto sarà all’emergenza. Visti i numeri ci saremmo francamente aspettati decisioni immediate e non, come al solito, decidere di non decidere e rimandare prendendo in giro gli elettori».

«I Comuni e i cittadini sopportano i costi del non-fare: tutte le politiche adottate finora da Rossi e il Pd hanno moltiplicato la Tari e senza migliorare le criticità evidenti di un settore che ancora oggi getta in discarica oltre il 30% dei rifiuti, anche trattati e differenziati – conclude Marcheschi – Non ci interessa la battaglia politica di Rossi contro Renzi e il Pd, i cittadini non possono pagare i costi del fallimento di strategie nate già vecchie. Porteremo i costi che ci presenterà il Governatore alla Corte dei Conti, riservandoci di avviare una class action».

Fattori (Sì): “Rifiuti, svolta ambientalista di Rossi. Ora a parole seguano i fatti, cancellare Case Passerini e avanti tutta con Rifiuti zero ed economia circolare”

“Il presidente Rossi propone oggi una ‘svolta ambientalista’ che ricalca il programma elettorale con cui Sì - Toscana a Sinistra si è presentata alle elezioni regionali del 2015, in alternativa a Rossi. Meglio tardi che mai, ma aspettiamo che alle parole seguano i fatti, a partire da un nuovo piano regionale sui rifiuti che cancelli l’inceneritore di Case Passerini”, ha affermato il capogruppo di Sì Toscana a Sinistra intervenendo in aula a proposito della comunicazione della giunta sul piano dei rifiuti. “Gli inceneritori sono macchine stupide e costosissime, che sanno solo mangiare rifiuti indifferenziati e che per essere ripagati devono funzionare per venti o trenta anni, ostacolando di fatto il raggiungimento di più alte percentuali di raccolta differenziata e di recupero di materia”.

“Dobbiamo porci obiettivi ambiziosi di raccolta differenziata, in modo da poter affamare e chiudere gli inceneritori e le discariche. E gli obiettivi ambiziosi possono essere raggiunti solo investendo nel porta a porta, sposando il meccanismo della tariffazione puntuale, incentivando la filiera del riciclaggio, moltiplicando i centri del riuso. Ma serve anche un importante lavoro a monte, rispetto alla prevenzione dei rifiuti e alla riprogettazione dei prodotti”, continua Fattori.

“La regione Toscana, tutt’altro che virtuosa, è solo tredicesima per percentuali di raccolta differenziata in Italia, ossia 20 punti percentuali al di sotto delle regioni che fanno meglio. In particolare gli ATO della Toscana sud e della costa fanno malissimo e allora bisognerebbe capire quali sono le ragioni profonde di questo fallimento. Una di queste è il conflitto di interessi fra chi siede nel CDA del soggetto gestore, come ad esempio SEI Toscana per quanto riguarda il sud della regione, e al contempo siede nelle società proprietarie di impianti di incenerimento, che si alimentano di rifiuti indifferenziati. E’ ovvio che chi fa l’interesse dell’incenerimento, non può fare quello della raccolta differenziata, come dimostrano anche le conclusioni della commissione d’inchiesta parlamentare.” “Ma bisognerebbe anche guardare a quelle realtà intercomunali toscane o del resto d’Italia che hanno registrato i migliori risultati di raccolta differenziata e per l’appunto si vede che si tratta di soggetti gestori a totale capitale pubblico che operano su aree territoriali omogenee e di dimensioni assai più ridotte degli attuali ATO. Insomma, serve una gestione integralmente pubblica e un dimensionamento adeguato degli ambiti territoriali ottimali”.

“Se Rossi sembra fare finalmente un passo avanti è invece meno chiara la posizione del PD, molto contraddittoria rispetto alle scelte concrete da compiere nel prossimo futuro, a partire dalla cancellazione di case Passerini, sulla quale avevamo presentato un atto articolato il cui voto è stato rimandato alla prossima seduta del consiglio regionale. Vedremo se il PD voterà a favore.”

“Alla destra che in aula oggi afferma che gli par di sentire dai banchi della maggioranza parole che ricordano gli interventi della consigliera Sgherri di Rifondazione comunista o di Romanelli dei Verdi quando anni fa parlavano di ‘rifiuti zero’, diciamo che finalmente quelle idee che allora apparivano visionarie sono diventate cultura diffusa e informano persino le recenti direttive europee. Quando al Social Forum Europeo di Firenze nel 2002 discutevamo di rifiuti zero ed economia circolare eravamo anticipatori, peccato che si siano persi venti anni, ma non è mai troppo tardi”, conclude Fattori.

Rifiuti: il dibattito sulla comunicazione della Giunta

“Far seguire alle buone parole i buoni fatti” è l’esortazione lanciata dal consigliere del Movimento 5 stelle Giacomo Giannarelli in apertura del dibattito sulla comunicazione del presidente Enrico Rossi su raccolta differenziata, trattamento rifiuti e Piano regionale. “Parrebbe – ha detto – che il governatore si sia pentito e convertito alle nostre idee di economia circolare. Riconosco la sua onestà intellettuale, ma è evidente che la maggioranza del Consiglio è andata in direzione opposta”. Secondo Giannarelli, gli atti votati sino ad oggi dimostrano una discrasia e tra quelli citati, anche la modifica al Piano regionale dei rifiuti approvata il 29 marzo 2017 con lo stralcio dell’impianto di Selvapiana a Rufina (Fi), l’entrata di quello a trattamento meccanico biologico (Tmb) realizzato nella discarica di Legoli a Peccioli (PI) e la “conferma di Case Passerini”. Da qui l’inciso: “Siete i primi a non rispettare le norme che avete approvato” e come conferma, il consigliere ha parlato anche della nuova lunghezza della pista di Peretola che, anticipando la comunicazione sui ritardi della Piana rinviata probabilmente alla prossima seduta del Consiglio, da 2mila metri passa a 2mila 400. Scelta che Giannarelli ha definito “contro programmazione”.

“L’Europa è chiara. Si deve recuperare. E dalla comunicazione di Rossi mi aspettavo di più. Mi aspettavo una presa di coscienza per aver commesso sbagli”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi è intervenuto in Aula esortando ad un “cambiamento della mentalità”. Ricordano il lavoro fatto dalla commissione speciale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti nel 2009, al tempo presieduta dallo stesso Marcheschi, e la visita al Consorzio Priula di Treviso, il capogruppo ha parlato della necessità di dare “risposte certe e immediate” alla Toscana. “Non abbiamo bisogno di slogan ma dati chiari su cui lavorare o – ha avvertito – oltre ai cassonetti salteranno anche le tariffe”. E sui 30milioni annunciati da Rossi per incrementare e favorire la raccolta differenziata, Marcheschi è stato deciso: “saranno inefficienti. Non serve dare soldi a un sistema che non produce risultati”.

Secondo Elisa Montemagni (Lega) “è indubbio che oggi, per quanto riguarda la raccolta differenziata, in Toscana siamo indietro, così come è indubbio che la gestione fino a oggi non ha funzionato come doveva. Molti amministratori locali si sono trovati in difficoltà perché, ad esempio, mancano le gare”. Importante, inoltre, per la consigliera, la questione dei costi. “Si parla di raccolta porta a porta – ha aggiunto – ma si è calcolato quanto ci possa costare? In Veneto le tariffe pagate dai cittadini sono del 50% più basse rispetto a quelle pagate dai toscani, che hanno le bollette più alte d’Italia. Se poi si considera che in molti casi la raccolta porta a porta non funziona, e basta girare per qualche cittadina dove ci sono sacchetti in mezzo di strada tutto il giorno per rendersene conto, è evidente che c’è un problema. Per questo aspettiamo la riforma, e mi auguro che sia il più condivisa possibile”.

“Il presidente Rossi ha annunciato un cambio di linea che è apprezzabile – ha dichiarato Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) – e che sembra il nostro programma per le scorse elezioni regionali”. “Siamo assolutamente convinti – ha proseguito Fattori – che la materia deve essere conservata e salvata, visto che si tratta di una risorsa limitata, mentre l’energia solare è illimitata. E’ assurdo dunque che si usi materia per produrre energia, e su questa linea si sta muovendo anche l’Unione europea”. Per andare in questa direzione, secondo il consigliere “è necessario superare alcune contraddizioni: fino ad oggi è stato incentivato più l’incenerimento che il porta a porta e il riciclo. Dobbiamo affrontare un nodo fondamentale, che è quello del conflitto di interesse di chi siede nei consigli di amministrazioni degli ambiti e anche nelle società di gestione, e che quindi fa gli interessi di chi ha bisogno di rifiuti da incenerire e non di raccolta differenziata”.

Paolo Bambagioni (Pd) ha sottolineato come “sarebbe necessario agire a monte, emanando leggi che diminuiscano la produzione dei rifiuti nelle nostre case, prima che pensare alla loro gestione. Questo sarebbe di enorme importanza, ma non è compito della Regione”. Bambagioni ha sostenuto di avere un approccio “non ideologico” alla questione rifiuti: “oggi – ha spiegato – si parla di una svolta ambientalista di fine legislatura e va bene, ma non si possono riaprire sommessamente alcune discariche o caricare di più i termovalorizzatori, o portare i rifiuti in impianti con costi altissimi. Occorre dare risposte in Toscana, e per questo si faccia un confronto aperto, si trovino soluzioni condivise e si dica apertamente quali impianti si faranno e a quali impianti invece si intende rinunciare”.

“Se il presidente Rossi vuole togliere l’impianto di Case Passerini, lo dimostri con i numeri. E dimostri anche la prospettiva della gestione dei rifiuti nel tempo”. È questo quanto ha chiesto la vicepresidente del Pd Monia Monni. “Non si fa programmazione sui discorsi proponendo di togliere un tassello importante in un sistema molto complesso” ha continuato riferendosi a quanto detto dal consigliere del Movimento 5 stelle Giannarelli e alla proposta di risoluzione, poi bocciata dall’Aula, per il superamento dell’impianto di Sesto Fiorentino. “Da parte nostra – ha continuato – c’è la volontà ad affrontare il tema senza dogmi, consapevoli che la cornice di riferimento è quella europea”. Per la vicepresidente “c’è bisogno di lavorare sulla raccolta differenziata, ma – ha avvertito - questo non vuol dire riciclare”. “Bene allora agli investimenti annunciati e ai 30milioni lanciati da Rossi, ma poi servono investimenti poderosi su riciclo e riuso”. “I nostri riferimenti – ha aggiunto – rimangono efficacia, efficienza ed economicità del sistema da una parte, necessità di non pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini dall’altra. L’aggiornamento del Piano è sfida che raccogliamo con serietà e senza preconcetti”.

Il servizio di raccolta differenziata, soprattutto per quanto riguarda il porta a porta, è tema caro alla presidente del gruppo Misto – Toscana per tutti Monica Pecori che ha chiesto di “vedere e capire come è stato organizzato”. E sul tema inceneritori la presidente ha detto di “non sapere come funzionano quelli in nord Europa. Conosco i nostri impianti in compenso: sono vecchi e le emissioni rilasciate non sono salubri”. Anche per questo si è detta d’accordo per “cancellare Case Passerini dall’agenda della Giunta” e sull’elogio di Rossi all’operato di Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale), ha avanzato dubbi: “Viene pagata con soldi pubblici per controllare e verificare. Nel suo operato io vedo molta gestione dell’emergenza”. Quindi una richiesta: “coinvolgere la commissione competente e il Consiglio nello sviluppo del percorso annunciato. Non vorrei – ha chiosato – accadesse quanto già verificato con il Piano regionale sull’amianto, presentato appena pochi giorni fa e sul quale non abbiamo potuto dire nulla”.

“È un percorso di lavoro che mi piace ed è nostro dovere tenere tutto insieme: ambiente, economia, sviluppo e benessere dell’uomo” ha detto la capogruppo di Art1./Mdp Serena Spinelli. “La governance deve essere funzionale all’obiettivo che ci siamo posti” ha continuato rilevando che “si può lavorare sul nostro territorio, ma abbiamo bisogno di un pensiero culturale che vada oltre i nostri confini” ovvero: serve una visione d’insieme e di Paese. E sul nodo Case Passerini si è detta “convinta che il Piano in elaborazione consentirà di non fare l’impianto”. Ai territori coinvolti, a detta della capogruppo occorrerà dire che si hanno “opzioni diverse” perché servono “nuove risposte per un mondo che cambia”.

A lanciare una “ricetta” per superare il 70 per cento di raccolta differenziata e “arrivare al 100 per cento”, il consigliere della Lega Roberto Biasci che ha fatto capire come il sistema, in termini di produzione e costi, pesa se ci sono troppi operatori e si alleggerisce se sono i cittadini a conferire direttamente. Per contestualizzare il suo pensiero ha ricordato la storia della discarica di Scapigliato, a Rosignano Marittimo (Li), nata negli anni Ottanta e “presentata ai cittadini come soluzione per una tariffa dei rifiuti vicina allo zero”. “Ebbene – ha rilevato - dopo oltre 15 milioni di tonnellate di rifiuti, inquinamento e molte assunzioni, il costo del conferimento è lievitato”. “Occorre – ha concluso – andare nella direzione di paesi virtuosi che applicano benefici economici ai cittadini che portano direttamente i rifiuti nelle aree dedicate”.

“La Regione ha mancato la chiusura del ciclo dei rifiuti mentre si sta pattinando tra posizioni diverse e un po’ contrastanti. Non vedo punti di contatto in questo gioco al rilancio. Né comprendo quali siano gli obiettivi da raggiungere o le linee di indirizzo da seguire” ha detto il capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti che ha esortato il governo regionale a raccogliere il “grido di allarme, davvero elevato” dei settori tessile e cartario. Il capogruppo è anche tornato sulla svolta ambientalista ricordata da Rossi e varata nel 2014 con la legge 65. “C’è sofferenza nei confronti del governo del territorio” ha detto lanciando un preciso riferimento a quanto, ha riferito, è accaduto nel Comune di Altopascio (Lu): “Si trasformano ettari di terreno agricolo vincolato e si interviene sui coni visivi con una sorta di benestare della Regione”. E su questi riferimenti il presidente Rossi ha preso la parola: “Le dichiarazioni del consigliere saranno riascoltate e faremo le dovute verifiche”.

“Oggi è stata annunciata una svolta ambientalista, che mi auguro sia di buon senso e non ideologica e di convenienza politica, visto che questa maggioranza ora insegue temi che vanno di moda”. Lo ha detto Marco Casucci (Lega). “Ribadisco che il modello Veneto – ha aggiunto – è alternativo a quello di Rossi; noi siamo contrari ai modelli centralizzati e siamo favorevoli a dare autonomia decisionale ai nostri sindaci. L’ambiente si tutela con impianti e tecnologie adeguati, seguendo i principi di autosufficienza e prossimità”.

Jacopo Alberti (Lega) ha citato un dossier “in cui si dimostra che nel sistema Toscana si assiste a un intreccio di società collegate, di scatole cinesi, di coinvolgimento delle banche. Siamo davanti a un cartello controllato da cooperative rosse e banche, e i cittadini finanziano un business senza rischi di imprese e con un alto profitto”. “Mi domando – ha concluso – se è giusto in questo quadro che i toscani paghino tariffe sempre più care”.

Paolo Sarti (Sì – Toscana a Sinistra) ha tenuto a sottolineare brevemente “la memoria storica” nella questione rifiuti. “Le tematiche che si pongono oggi sono state proposte molto tempo fa dalla sinistra. Ora tutti sono all’inseguimento” ha detto.

Secondo Valentina Vadi (Pd) “la revisione del piano dei rifiuti è un passaggio importante, in cui il Consiglio regionale deve essere coinvolto”. “Condivido la svolta ambientalista e l’obiettivo di incrementare la raccolta differenziata – ha detto la consigliera -. Dobbiamo essere consapevoli che in alcuni ambiti siamo al 40% e occorre fare un grande lavoro. Positivo l’impegno nel ridurre il numero di discariche e di termovalorizzatori. Ma chiedo, e rivolgo un appello in questo senso alla Giunta, che la fase di transizione sia attentamente monitorata, per impedire che nel frattempo gli impianti esistenti siano ampliati o abbiano vita prolungata rispetto a quanto già previsto. Altrimenti questa scelta risulterà incomprensibile”.

“Non parlerò di massimi sistemi, mi limiterò a raccontare cosa avviene nel mio territorio”, ha esordito la consigliera Luciana Bartolini (Lega), parlando di una lettera del sindaco che annuncia bollette più care per l’acquisto di cassonetti. “Gli aumenti ci  sono già stati e i cittadini sono molto arrabbiati”, ha concluso telegrafica la consigliera.

Un grazie per “l’onesta e chiara comunicazione” è arrivato dal capogruppo del Partito democratico, Leonardo Marras (Pd), che ha riconosciuto al presidente la lealtà nell’ammettere  anche le carenze del nostro sistema di raccolta dei rifiuti. “Dovremo rimettere l’orologio indietro di qualche mese per non dire bugie tra noi”, ha continuato, ricordando una risoluzione sui rifiuti approvata nel luglio 2017, con un voto quasi unanime del Consiglio. “E’ nostro compito gestire il presente guardando a una visione organica e il presente non può pregiudicare il futuro”, ha sottolineato. Da qui l’invito a fare guerra alle discariche, a investire sulla raccolta differenziata, a sviluppare l’industria del riuso della materia, a trovare un giusto equilibrio nella distribuzione degli impianti, senza aumentare costi per i cittadini. “Questi i paletti del nostro indirizzo politico”, ha concluso Marras.

“Sono molto soddisfatto del dibattito, ci metteremo al lavoro”, ha commentato il presidente Rossi in apertura della replica in aula. “Parliamo di una svolta ambientalista, di un cambio di passo, perché vogliamo che la Toscana diventi una delle prime regioni europee all’avanguardia”. Rossi ha richiamato la risoluzione del Pd toscano del 2017, “documento che faccio mio e che seguiremo”. Ha precisato: “Ritengo che, non essendo ancora partita la creazione di alcuni impianti, si debba riconsiderare la loro validità”. E ha spiegato: “In Toscana abbiamo ridotto il numero delle discariche, ma non riusciamo a scendere al 10 per cento del conferimento perché ce ne sono ancora 24 e finché c’è la discarica, i rifiuti vanno in discarica”. Allo stesso modo, ha spiegato ancora, “se si fa un inceneritore bisogna farlo funzionare. E se si fanno i biodigestori, bisogna far funzionare i biodigestori”. Ancora sul termovalorizzatore di Case Passerini: “Fosse stato fatto il giorno dopo l’approvazione e le procedure fossero andate avanti, forse avremmo potuto fare valutazioni diverse”.

La proposta di oggi in Consiglio regionale, ha detto Rossi, è “una scommessa che sono sicuro di vincere. Il Pd giustamente ci sfida, i conti economici li porteremo e ci doteremo dei poteri necessari per raggiungerli. Gli obiettivi che ci siamo dati sembrano perseguibili. Il Piano può dire queste cose per i rifiuti urbani e per quelli speciali. Alla fine di luglio, prima della pausa estiva, consegneremo il primo documento che sottoporremo alla discussione in Consiglio regionale”.

Rifiuti: Bambagioni (Pd), Con le utopie aumentano le bollette. Subito un piano di emergenza

“In Toscana abbiamo responsabilità di governo, non possiamo permetterci di inseguire le utopie ideologiche facendo pagare il costo ai cittadini che si troveranno tariffe più alte. La giunta regionale ha cambiato idea sul termovalorizzatore di Case Passerini? Bene, ma lo si dica chiaramente, senza giri di parole, e in caso affermativo si indichi contestualmente una soluzione alternativa che non gravi né sugli utenti né su chi lavora nel campo dello smaltimento rifiuti”.

Così Paolo Bambagioni a commento della comunicazione della giunta regionale sulla situazione della raccolta differenziata e lo smaltimento dei rifiuti tenutasi stamani in consiglio regionale.

“Apprezzo la sincerità del presidente Rossi che ha esordito dicendo che la Toscana non è virtuosa in tema di gestione dei rifiuti, ma non condivido la risposta data al problema. A quanto mi risulta l’economia circolare prevede comunque una quota di rifiuti da smaltire, e ricordo che non più tardi di un anno fa il ministro all’Ambiente Galletti intervenne alla Camera affermando che anche con la raccolta differenziata al 70 percento la Toscana avrebbe avuto comunque bisogno di un nuovo impianto di termovalorizzazione. Prendo atto dell'impegno a redigere un nuovo piano regionale dei rifiuti che poggia sul lusinghiero obiettivo del 70 percento richiamato anche dal ministro – incalza il consigliere Pd -  ma non bastano gli investimenti per incentivare la raccolta differenziata, servono anche impianti che trattino i rifiuti selezionati. E nell’attesa che facciamo? Continuiamo ad esportarli nelle altre regioni? Già quest’anno, è bene ricordarlo, oltre 200mila tonnellate di rifiuti – di cui 95mila di indifferenziati – non hanno destinazione certa. E’ dunque necessario che la nostra regione si doti subito di un piano di emergenza per gestire la transizione. Un piano realistico che abbia due obiettivi primari: non aumentare le tariffe e non scaricare su altre regioni i nostri rifiuti”.

"Mi fa piacere rgistrare che il presidente Rossi nella replica finale ha raccolto la sfida, affermando che a fine luglio porterà in consiglio una proposta organica che gestirà il problema tenendo conto dei costi, ma sono curioso di vedere i contenuti", conclude Bambagioni.

Rifiuti: presto nuovo piano regionale e proposte per economia circolare, risoluzione Pd

Il Consiglio regionale ha approvato una proposta di risoluzione del Partito democratico, collegata alla comunicazione di Enrico Rossi sulla gestione dei rifiuti in Toscana. La risoluzione, a firma del capogruppo Leonardo Marras, impegna la Giunta regionale a presentare quanto prima le proposte programmatiche per favorire il passaggio verso l’economia circolare in Toscana, in vista del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, tenendo conto della necessità di ridurre il conferimento in discarica, senza aumentare le tariffe a carico dei cittadini. In tema di raccolta differenziata e trattamento dei rifiuti sul territorio regionale, l’atto impegna a raggiungere il 70 per cento di raccolta differenziata in tutta la Toscana; a limitare il conferimento in discarica per non oltre il 10 per cento dei rifiuti urbani totali, senza prevedere l’apertura di nuove discariche e l’ampliamento di quelle esistenti; a non superare il 20 per cento di smaltimento attraverso la termovalorizzazione. La risoluzione è stata approvata a larga maggioranza: con Pd e Art.1-Mdp hanno votato a favore anche i consiglieri di Movimento 5 stelle, Sì-Toscana a sinistra e Gruppo misto-Tpt.

Respinte altre tre proposte di risoluzione: la prima del centrodestra, a firma Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia), Elisa Montemagni (Lega) e Maurizio Marchetti (Forza Italia) intendeva impegnare Consiglio e Giunta regionale “nel caso di revoche delle autorizzazioni per le previsioni impiantistiche adottate e approvate dal Piano regionale dei rifiuti, a comunicare contestualmente le soluzioni per la chiusura del ciclo dei rifiuti e a provvedere al rimborso immediato delle spese inutilmente sostenute dalla Regione Toscana e dagli enti locali per l’attuazione del piano regionale”. Per divergenze nate durante il dibattito in Aula, i consiglieri della Lega hanno lasciato l’assemblea.

Respinta anche la proposta di risoluzione di Sì-Toscana a sinistra, che puntava, tra l’altro, “ad attivare politiche volte a una capillare attività comunicativa, educativa e partecipativa sulla corretta differenziazione dei rifiuti” e a “riorientare la governance regionale verso gestioni di ambito intercomunale omogeneo, totalmente pubbliche, dimensionate rispetto all’equilibrio necessario e razionale tra le quantità di rifiuti prodotti e le capacità impiantistiche di trattamento e smaltimento rifiuti programmate”. La proposta di risoluzione del Movimento 5 stelle, anche questa respinta, chiedeva di prevedere “all’interno del nuovo Piano regionale sui rifiuti e bonifica dei siti inquinati, il superamento dell’impianto di incenerimento ubicato a Case Passerini”.

Operai 3° corsia A1 non pagati, approvata all'unanimità la mozione presentata da Fiammetta Capirossi (Pd)

Una mozione unanime impegna il Presidente e la Giunta regionale ad attivare ogni sforzo per garantire che gli stipendi arretrati vengano pagati ai lavoratori, la mozione era stata depositata dalla consigliera regionale dem Fiammetta Capirossi già nei giorni scorsi ed oggi ha visto l’aula del consiglio regionale esprimersi a favore.

“Una situazione grave – spiega la consigliera Capirossi - che merita la massima attenzione soprattutto alla luce delle notizie riportate oggi dalla stampa. L’unità di crisi della regione è già attiva e sta seguendo in maniera costante l’evolversi della vicenda, ora bisognerà capire se realmente Autostrade riuscirà ad anticipare il dovuto alle maestranze . Insieme alla regione continueremo a mantenere alta l’attenzione sulla vicenda seguendo quelli che saranno gli sviluppi dei prossimi giorni che serviranno a chiarire se realmente sarà Autostrade a saldare gli stipendi che gli operai attendo da troppi mesi ”.

Lavoro: approvata mozione che chiede soluzione al blocco dei lavori sul tratto A1 Barberino-Firenze

Approvata una mozione in Consiglio regionale in merito alla situazione dei lavoratori della ditta G. Costruzioni di Fano, impegnata nei lavori di ampliamento della A1 nel tratto Barberino di Mugello-Firenze nord”.

L’atto, firmato dai consiglieri del Pd Fiammetta Capirossi, Andrea Pieroni, Elisabetta Meucci, Stefano Scaramelli, impegna la Giunta regionale, in seguito al blocco dei lavori per un danno  a una fresa e alla conseguente mancata retribuzione dei 40 lavoratori della ditta, a “intraprendere ogni possibile iniziativa finalizzata a una positiva soluzione della situazione in atto sui cantieri, in virtù sia delle conseguenze di carattere sociale, che di immagine negativa che il protrarsi del fermo dei lavori e della mancata corresponsione dei salari potrebbero riflettersi sul complesso delle grandi opere in cantiere in Toscana”.

Lavoro: mozione chiede chiarezza sul futuro della Bekaert di Figline Valdarno

La Giunta regionale dovrà proseguire nel suo impegno nella vertenza dello stabilimento Bekaert a Figline Valdarno (Fi). Lo prevede una mozione che è stata approvata questa mattina in Consiglio regionale, e che porta le firme delle consigliere Serena Spinelli (Art.1-Mdp) e Fiammetta Capirossi (Pd).

Visto che l’azienda non ha rinnovato i contratti di 23 lavoratori interinali e che i dipendenti sono in stato di agitazione per esprimere preoccupazione e chiedere chiarezza in merito allo sviluppo dello stabilimento, l’atto impegna la Giunta a “porre in essere ogni azione di propria competenza per il mantenimento del sito produttivo e dei livelli occupazionali” anche affinché “siano mantenuti gli impegni assunti dall’azienda sia in termini di volumi di produzione che riguardo agli investimenti su ricerca e sviluppo”. La mozione invita anche il governo regionale a insistere nell’azione già intrapresa nei confronti dell’azienda “per rendere chiare e trasparenti le difficoltà e lo prospettive” della Bekaert.

Tim, prospettive occupazionali. Mazzeo, Nardini e Pieroni (PD): “Preoccupazione condivisa, lavoriamo per una soluzione positiva”

Farsi interprete delle preoccupazioni espresse dai sindacati e dai lavoratori del Gruppo Tim riguardo il piano organico prospettato dall’azienda e attivarsi con il competente Ministero affinché siano messe in campo tutte le azioni necessarie a salvaguardare diritti e professionalità dei dipendenti e qualità dei servizi offerti all’utenza. Questo l’impegno che il Consiglio regionale chiede alla Giunta con la mozione a prima firma Alessandra Nardini votata all’unanimità dall’aula questa mattina.

L’azienda ha inviato al Ministero del Lavoro la comunicazione per l’avvio delle procedure per la richiesta di cassa integrazione straordinaria per 30mila persone: il piano di esuberi prevede la cassa integrazione a partire dal 18 giugno 2018 fino al 17 giugno 2019 per un numero massimo di 29.736 lavoratori, i quali saranno sospesi dal lavoro per un numero medio di giornate non superiore a 26.

“In Toscana la cassa integrazione straordinaria interesserebbe 1309 lavoratori su 2163 impiegati complessivamente dal Gruppo Tim – spiegano i consiglieri regionali Antonio Mazzeo, Alessandra Nardini e Andrea Pieroni –, in particolare a Pisa sarebbero 98 su 210. L’entità del coinvolgimento rende più grave la situazione che sarebbe, ovviamente, critica anche se interessasse un numero ben inferiore di lavoratori. Sì perché sono il lavoro e la professionalità che vanno tutelati e garantiti affinché si possa svolgere al meglio e con serenità la propria occupazione e, in questo caso, si continui ad offrire all’utenza un servizio importante come quello delle telecomunicazioni che sia di alta qualità. Per il territorio pisano il Gruppo Tim rappresenta una realtà occupazionale rilevante, dopo la provincia di Firenze è il territorio in cui sono impiegate il maggior numero di persone, seguiremo da vicino l’evolversi della vicenda e continueremo a mantenere alta l’attenzione della Regione”.

“Ci eravamo già occupati in Consiglio regionale delle prospettive occupazionali del Gruppo Tim con una mozione del 2016 in merito al rischio di depotenziamento dell’azienda – proseguono –, oggi siamo di fronte ad una situazione ancor più critica (il personale del Gruppo è sceso di migliaia di unità dal 2013 ad oggi) e crediamo sia fondamentale che le istituzioni facciano il possibile per individuare insieme all’azienda una soluzione positiva. Grazie ai colleghi che hanno sottoscritto e votato l’atto: diamo così un segnale importante che certamente la Giunta saprà interpretare al meglio già in vista dell’incontro previsto per domani al Ministero”.

In Toscana la situazione relativa alle unità del personale interessato dalla cassa ntegrazione straordinaria verrebbe ad articolarsi come di seguito: Firenze: 1071 su 1414; Siena: 50 su 145; Prato: 8 su 72; Lucca: 18 su 95; Massa Carrara: 4 su 31; Arezzo: 41 su 102; Livorno: 19 su 94; Pisa: 98 su 210.

Lavoro: salvaguardare diritti e professionalità dei lavoratori Tim in Toscana, mozione unanime

Presentata dal Partito democratico, prima firmataria la consigliera Alessandra Nardini (Pd): “Ribadiamo attenzione su prospettive occupazionali, sviluppo del Gruppo e centralità della rete”.

La Giunta toscana è chiamata a farsi interprete delle preoccupazioni espresse dai sindacati e dai lavoratori del gruppo Tim riguardo il ‘piano organici’ prospettato dall'azienda ad “attivarsi presso il Ministero”, in vista dell’incontro fra le parti previsto per domani, 24 maggio, “affinché siano esperite tutte le azioni possibili finalizzate alla salvaguardia sia dei diritti e della professionalità dei lavoratori delle sedi toscane del Gruppo TIM, sia della qualità dei servizi offerti all’utenza”. E, nel contempo, viene impegnata a “ribadire la propria attenzione in merito alle prospettive occupazionali e di sviluppo del Gruppo TIM e alla centralità della rete e del consolidamento del settore delle telecomunicazioni  in funzione della crescita del sistema socio-economico regionale”. È quanto richiede una mozione del Partito democratico, prima firmataria Alessandra Nardini, approvata con voto unanime dal Consiglio regionale nella seduta di oggi.

La mozione ricorda che l’azienda ha inviato al ministero del Lavoro la comunicazione per l'avvio delle procedure per la richiesta di cassa integrazione straordinaria per 30mila lavoratori. In particolare, si legge nel testo, in Toscana la cassa integrazione interesserebbe 1309 lavoratori su 2163: 1071 su 1414 a Firenze; 50 su 145 a Siena; 8 su 72 a Prato; 18 su 95 a Lucca; 4 su 31 a Massa Carrara; 41 su 102 ad Arezzo; 19 su 94 a Livorno e 98 su 210 a Pisa.

Nexi, Scaramelli e Bezzini (Pd). “Arrivano notizie positive ma occorre prudenza e aspettare referendum lavoratori”

“Su Nexi  la trattativa fra azienda e sindacati portata avanti anche grazie all’impegno della Regione Toscana fa un passo avanti . È comunque necessario essere prudenti e attendere l’esito del referendum che vedrà i lavoratori esprimersi sulla vicenda”. Così i consiglieri del Pd Stefano Scaramelli e Simone Bezzini commentano l’accordo raggiunto fra l’azienda Bassilichi e le organizzazioni sindacali di categoria di CISL e CGIL, sottoscritto ieri sera al tavolo della Regione . Bezzini e Scaramelli, sottoscrittori di una mozione presentata in Consiglio regionale specificamente dedicata alla questione Nexi, nei giorni scorsi avevano più volte espresso preoccupazione per  il piano di allontanamento dal perimetro dell’azienda di centinaia di lavoratori  e di attività di core business delle sedi in provincia di Siena.

“Da molti anni Bassilichi – ribadiscono  Bezzini e Scaramelli- costituisce un’importante realtà occupazionale per il nostro territorio in virtù degli stabilimenti di San Martino-La Tognazza e di Pian del Casone con oltre 250 addetti impiegati in servizi di pagamento e back office” . Nella mozione si spiega che “in questo contesto di riorganizzazione aziendale  il back office bancario e per uffici di Pian del Casone, verrebbe ad essere  ceduto ad Ausilia s.r.l.; questo dopo che per questa sede, a seguito di una lunga trattativa sindacale conclusasi all’inizio del corrente anno, era stato raggiunto l’obiettivo del rinnovo delle commesse con MPS e Poste Italiane”.

“Una prima buona notizia, arrivata grazie anche all’’intervento di Regione Toscana, che ci rende fiduciosi – concludono Scaramelli e Bezzini- ma anche prudenti nell’attesa di capire come si chiuderà tutta la vicenda”.

 

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