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Ictus: negli 8 ospedali che lo combattono scende mortalità

La mortalità a 30 giorni è scesa al 9,6%. Uno dei migliori risultati a livello nazionale

Una rete diffusa e collaborativa per combattere l’ictus è stata realizzata nell’Azienda USL Toscana centro. Otto ospedali (Prato, San Giovanni di Dio, Pescia, Pistoia, Empoli, Santa Maria Annunziata, Mugello e Santa Maria Nuova) sono collegati da una struttura organizzativa denominata Stroke System, di cui fanno parte un responsabile organizzativo e un responsabile scientifico per un totale di 16 medici.

In ogni presidio è, inoltre, presente uno Stroke Team formato da 2 medici esperti in ictus (neurologo o internista), 2 del pronto soccorso, 2 del 118, 2 radiologi, 2 tecnici radiologi e 2 infermieri. In totale altri 12 professionisti che in ogni presidio devono gestire i percorsi assistenziali e promuovere la formazione continua degli operatori sanitari.

Reparti specializzati, équipe multiprofessionali, letti a carattere sub intensivo per il monitoraggio delle funzioni vitali attivi 24 ore su 24 e, soprattutto, interventi efficaci che avvengono entro le prime 4 ore dall’insorgenza dei primi sintomi: già nei pronto soccorsi è, infatti, effettuata la terapia trombolitica e i necessari accertamenti diagnostici.

 “Così siamo riusciti a garantire ai nostri pazienti cure tempestive e con grande soddisfazione per i nostri professionisti ad ottenere ottimi dati a livello nazionale per quanto riguarda la mortalità a 30 giorni che è intorno al 9,6% e quella ad un anno si attesta al 15,6%” - spiega il dottor Pasquale Palumbo, direttore dell’area aziendale malattie cerebrovascolari e degenerative e coordinatore dello Stroke System aziendale.

La AUSL Toscana centro, a livello regionale, gestisce il più alto numero di ricoveri per ictus che sono mediamente 2mila e 500 all’anno; solo al Santo Stefano di Prato, sempre in un anno, sono circa 500 preceduto da Careggi (519) e seguito dall’Azienda Ospedaliera Senese (376).

Tutti i centri ictus dell’Azienda USL Tc sono autorizzati alla trombolisi endovenosa e collaborano tra loro non solo sul piano operativo ma anche su quello organizzativo per migliorare l’efficacia e l’efficienza.

Nel 2017 le trombolisi endovenose sono state 277.

Dal novembre dello scorso anno le équipe multiprofessionali di area medica, dirette dal dottor Giancarlo Landini, si sono integrate a quelle della chirurgia vascolare, dirette dal dottor Stefano Michelagnoli, realizzando un ulteriore percorso di urgenza per trattare i pazienti che arrivano in pronto soccorso con le carotidi “chiuse”.

“È un ulteriore punto di forza nei nostri percorsi assistenziali che vede una concreta integrazione tra neurologi, internisti e chirurghi per garantire l’intervento operatorio, in alcuni casi selezionati, anche entro 24 massimo 48 ore dal ricoveroaggiunge Palumboal momento svolto negli ospedali di Torregalli a Firenze, Pistoia, Prato ed Empoli”.

Il nuovo percorso assistenziale, che vede impegnati anche il Dipartimento di Diagnostica per Immagini, il Dipartimento di Emergenza Urgenza ed il Dipartimento delle Professioni Infermieristiche e Tecniche, è inserito nelle reti di emergenza e urgenza di area vasta, per la cura tempestiva delle patologie tempo dipendenti, appunto come l’ictus e le stenosi carotidee, ed è integrato l’AOU di Careggi in un’ottica di collaborazione interdisciplinare, inter-professionale ed interaziendale.

Fonte: Azienda USL Toscana Centro - Ufficio Stampa

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