Tagli alla sanità, Rossi: "Vicinissimi al punto di rottura, è ora di tornare a investire"
Dopo anni e anni di tagli continui, un sistema come quello sanitario, così ampio e vasto, rischia di collassare. Siamo ormai vicinissimi al punto di rottura".
Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi a proposito del Documento di Economia e Finanza, il cui esame è in corso presso le commissioni speciali di Camera e Senato.
"Come ha ricordato questa mattina Davide Caparini, a nome della Conferenza delle Regioni, la spesa sanitaria nel 2019 potrebbe scendere oltre il livello minimo per garantire la tutela della salute. In Italia si spendono 600 dollari in meno pro capite rispetto alla media europea. Non è pensabile – prosegue Rossi – che la tenuta dei conti pubblici passi sempre dai tagli alla sanità, è inaccettabile".
"Un sistema come quello della sanità – continua il presidente della Toscana – non si può tenere sempre al limite, altrimenti si rischia che si spezzi la corda. Oggi, a quarant'anni dall'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, è ora che si torni a investire, perché la sanità pubblica può essere un settore di traino per la crescita dell'intero Paese".
"Senza dismettere la lotta agli sprechi e alle inefficienze, che anzi deve accentuarsi, c'è bisogno – sottolinea Rossi – di una fase di respiro che consenta di riprogrammare le attività, gli investimenti, le infrastrutture, le tecnologie, le assunzioni del personale, il capitolo decisivo delle specializzazioni, senza le quali rischiamo tra qualche anno di trovarci senza personale adeguatamente qualificato in determinati settori".
"Inoltre – conclude il presidente della Toscana – trovo pericolosissime le tendenze di cui si parla sul welfare aziendale: i contratti che prevedono copertura sanitaria si fanno nelle grandi aziende, nelle imprese che vanno bene, mentre in Italia, come è noto, è pieno di disoccupati, di contratti precari e di piccole imprese. Il fatto che si facciano contratti che tolgono risorse al SSN, rischia di creare 'due sanità'. A questo si aggiunge il ticket che, anche quando viene applicato solo alle categorie più ricche della popolazione, finisce per rendere i servizi privati competitivi con quelli pubblici; così come il superticket, che va abolito
Fonte: Regione Toscana