Investimenti socialmente responsabili, incontro all'UniPi
Un altro interessante appuntamento è andato in scena nei giorni scorsi presso il Dipartimento di Economia e Management dell'Università degli studi di Pisa, nell'ambito del progetto Jean Monnet, che troverà la sua conclusione in una due giorni che avrà luogo il 24 e 25 maggio nel complesso delle Benedettine a Pisa.
Il "Progetto Jean Monnet", gode del sostegno e del finanziamento da parte dell’Unione Europea, ha come tema lo sviluppo e l'armonizzazione degli investimenti socialmente responsabili all'interno dell'Unione europea, una tematica che vede il nostro paese all'avanguardia rispetto al resto dell'Europa, essendo stato tra i primi a dotarsi di una disciplina giuridica al riguardo.
L'incontro di qualche giorno fa con gli studenti e di docenti del Dipartimento dell'Ateneo pisano ha visto gli interventi da parte della Prof.ssa Maria Cristina Quirici, Docente in Economia del mercato mobiliare, cui è seguito quello della Dott.ssa Federica Loconsolo nella sua veste di Responsabile dello Sviluppo del Commercio Istituzionale ed Internazionale. "I due documenti pubblicati da esperti della Commissione europea - afferma la Dott. ssa Federica Loconsolo - hanno fatto sì che si sia posta la dovuta attenzione su problematiche di importante attualità, che partono sin dal 1992 allorché con la conferenza di Rio de Janeiro si iniziò a parlare di clima, poi seguito dal Protocollo di Kyoto del '97, purtroppo risultato solo in enunciazioni di principio in tale settore poiché gli Stati più importanti non hanno aderito oppure non adempiuto a tali accordi. Poi nel 2015 ci siamo accorti che il tempo è scaduto, in quanto se non pensiamo ai problemi ambientali saremo tutti responsabili del futuro del nostro pianeta. Ed infine, l'Unione europea ha recepito tale indirizzo affinché il Sistema Pubblico e privato operino per lo sviluppo delle iniziative socialmente responsabili, in quanto si è potuto appurare come i rischi ambientali sono sempre più in aumento nel corso degli ultimi anni, con evidenti impatti anche da un punto di vista sociale e con conseguenti ripercussioni economiche e finanziarie. I cinque maggiori rischi, tra loro interconnessi, sono di conseguenza l'aspetto migratorio, l'acqua, la fame, la sicurezza internazionale e la globalizzazione - prosegue la Loconsolo - ecco quindi come la Commissione Europea ha stilato un Piano d'Azione per contrastare tali problematiche da riassumere in dieci punti, la cui più importante è l'armonizzazione degli investimenti socialmente responsabili, per poi trovare degli standard unitari a livello europeo, come il fatto di indirizzare gli investitori anche a titolo privato verso quelle aziende che operano con investimenti socialmente responsabili, attraverso un percorso a cascata che dall'alto scende sino al singolo depositante, in quanto le direttive dell'Unione europea pongono come obbligo per gli investitori istituzionali (Fondi Comuni etc...) di sostenere le aziende che operano nel settore degli investimenti socialmente responsabili. La Commissione si è data una scadenza al 2019 per una prima verifica dei risultati di questo programma. Al riguardo, la Commissione europea ha fissato delle regole precise nei confronti dell'investitore finale per quanto riguarda la trasparenza e la struttura dei costi di ogni operazione finanziaria, riducendo a sole tre pagine la trasparenza informativa per i clienti. È dunque importante il sostegno del settore privato affinché le aziende possano avere le risorse per poter effettuare gli investimenti per eseguire le opere legate al tema ambientale, divenuto improrogabile per quanto riguarda l'aspetto climatico, il che determina un sostegno di oltre 100 miliardi. È questo il punto in cui interviene il Sistema finanziario, il quale può indirizzare i propri mezzi verso le aziende che investono sull'ambiente rispetto a coloro che ancora resistono. Su questo aspetto la Francia è all'avanguardia attraverso uno strumento che può invogliare il privato, vale a dire un vantaggio di natura fiscale. Sull'aspetto rischio, l'Action Plan europeo non ha tracciato linee guida, anche se per gli investitori resta un punto fondamentale, pur se gli investimenti socialmente responsabili sono visti tra quelli a minor rischio. In conclusione, gli investitori sono al centro del progetto visto che sono coloro che possono fornire le risorse finanziarie per far sì che le aziende possano investire in progetti che abbiano alla base l'ambiente, il sociale e la Governance", conclude la dott. ssa Loconsolo.
Fonte: Ufficio stampa