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Convegno al San Ranieri di Pisa su ictus

L’ictus, come l’infarto, appartiene a quella categoria di malattie tempo-dipendenti in cui la tempestività dell’intervento terapeutico, unita all’appropriatezza, fanno la differenza fra la vita e la morte. Di come il percorso ictus in Aoup, a seguito delle disposizioni della Regione Toscana sulle cosiddette “Reti tempo-dipendenti”, sia ormai avviato e coinvolga una serie di figure professionali delle Unità operative di Medicina d’urgenza e Pronto soccorso, Neurologia, Neuroradiologia, Neuroanestesia, Neuroriabilitazione, si è discusso recentemente all’Hotel San Ranieri, nell’ambito del convegno “Ictus ischemico: il percorso intraospedaliero”, coordinato dal professor Mirco Cosottini, direttore dell’Unità operativa di Neuroradiologia dell’Aoup.

L’evento, cui hanno partecipato numerosi professionisti dell’Aoup direttamente coinvolti, è stato introdotto dal commissario dell’Aoup Carlo Rinaldo Tomassini e dal direttore medico di presidio Mauro Giraldi, che hanno sottolineato come i percorsi diagnostico assistenziali siano necessariamente caratterizzati da un “lavoro di equipe”. Sul palco si sono quindi alternate le varie figure che prendono in carico il paziente affetto da ictus cerebri durante il suo percorso intraospedaliero.

Dal trasporto in ospedale tramite il 118, al triage in Pronto soccorso e alla diagnosi neurologica e strumentale; dal trattamento fibrinolitico o endovascolare all’assistenza intensiva fino al ricovero in Stroke Unit e alla successiva riabilitazione, i vari relatori hanno riportato, ciascuno per le proprie competenze, in modo sequenziale, le attività che si svolgono intorno al paziente come fossero i componenti di una staffetta finalizzata al trattamento più appropriato dell’ictus ischemico.

Una sessione particolare ha previsto la simulazione di un caso clinico con il coinvolgimento attivo dei partecipanti, sessione che si è conclusa con un trattamento simulato con flow model di trombectomia meccanica, una tecnica che si va affermando nella rivascolarizzazione per via endoarteriosa dei pazienti che non beneficiano del solo trattamento medico.
In conclusione sono stati riportati i dati riguardanti l’incremento dei casi di ictus cerebri giunti in Aoup da tutta l’area vasta e trattati con terapia medica ed endovascolare e discusse le criticità del percorso, identificando le azioni di miglioramento che saranno necessarie a renderlo più efficiente.

Fonte: Aoup

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