Tassisti livornesi a Firenze, botta e risposta tra Azione NCC e sindacati
Botta e risposta tra Azione NCC e i sindacati dei tassisti riguardo l'accusa di taxi abusivi a Livorno.
La nota di Azione NCC
“Chiediamo ai Comuni di Firenze e di Livorno di intervenire contro un fenomeno di abusivismo che continua a crescere indisturbato e che riguarda la sempre più numerosa presenza di tassisti livornesi nelle vie del centro storico fiorentino. Si tratta di una infrazione a tutti gli effetti. La Legge 21/92 parla chiaro: il tassista non può prelevare un turista al porto e 'scorrazzarlo' dovunque faccia richiesta mettendosi così al servizio dell'utente quando è, per legge, obbligato a lasciarlo alla prima sosta appena esce dai confini comunali.”
E' quanto dichiarato da Giorgio Dell'Artino, presidente dell'associazione Azione NCC, che chiede maggiori controlli per i taxi che circolano in centro a Firenze e che secondo l'associazione sono in arrivo dal porto di Livorno – e anche da La Spezia - effettuando un servizio di tour operator irregolare.
“I Comuni dovrebbero pretendere che i loro taxi rimangano a soddisfare le esigenze locali e non che stiano per tutta la giornata a svolgere un servizio di noleggiatori. Negli ultimi mesi gli Ncc si sono trovati a essere oggetto di continui controlli da parte delle forze dell'ordine. Non chiediamo di essere esenti ma di ricevere lo stesso trattamento di tutti i mezzi che effettuano trasporto pubblico, soprattutto quando assistiamo a continue infrazioni che avvengono sotto i nostri occhi.”
L'associazione si è organizzata per segnalare alle forze dell'ordine i casi 'sospetti': “Abbiamo creato una task force – continua Dell'Artino – per segnalare evidenti anomalie e abbiamo dato mandato ai nostri uffici legali di inviare tramite pec le nostre segnalazioni agli uffici competenti. Ci auguriamo di vedere presto i primi risultati che possano ridare il giusto equilibrio alla vigilia dell'alta stagione.”
La risposta di Claudio Giudici, presidente nazionale Uritaxi e Roberto Cassigoli, direttivo nazionale Unica Taxi Cgil:
L’altro giorno il vicepresidente nazionale Anitrav, una nota associazione di rappresentanza del noleggio, con un articolo su Repubblica, diffondeva l’esatto contrario di quanto emerso con l’ultima sentenza del Consiglio di Stato, adeguandosi a giurisprudenza consolidata, in merito alla natura locale del servizio di noleggio con conducente, nonché alla vigenza del relativo obbligo di rientro in rimessa per tali vettori.
Oggi, Azione Ncc, un’altra associazione di rappresentanza, accusando i tassisti livornesi di fare servizi abusivi, ci parla di un fantomatico obbligo gravante sul tassista nei confronti del cliente, di “lasciarlo alla prima sosta appena esce dai confini comunali” individuato, a suo dire, in modo “chiaro dalla l. 21/92”. In realtà, il tassista ha l’obbligo, una volta preso in consegna un servizio, di restare nella disponibilità del cliente - che può richiedere anche destinazioni multiple - finché lo stesso non sia concluso, pena altrimenti l’interrompere un pubblico servizio, praticando la tariffa amministrata prevista dal proprio Comune.
Tuttavia, siamo felici che finalmente anche la rappresentanza ncc si rifaccia alla legge quadro, visto che fino a pochi mesi fa ha sempre raccontato, finanche con pubbliche dichiarazioni, di rappresentare “libere imprese rimesse alla sola legge di mercato”, piuttosto che un “autoservizio pubblico locale non di linea” come sancito dall’art. 1 della stessa legge, e come da anch’essi preteso di ribadire al tavolo di lavoro intergovernativo operativo durante la legislatura appena conclusasi per il riordino nella normativa di settore.
Quindi, o è in atto, per scopi di ricerca di visibilità, un campionato di fake news tra alcune rappresentanze ncc, oppure vi è una artata volontà di diffondere false informazioni in merito alla normativa di settore.
L’attività sindacale non è una gara a chi la spara più grossa. Grava su tutti noi che facciamo sindacato, un primario obbligo morale, e deontologico, di rifarsi alle normative, nonché alla giurisprudenza di settore, e quanto meno, di non diffondere false informazioni che ingenerino confusione tra gli operatori. Ciò, alla lunga, infatti, oltre che arrecare danno economico agli operatori, può comportare problemi di ordine pubblico.
Fonte: Ufficio Stampa