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Quando la Francigena passava da Santa Croce: le prime schermaglie con Fucecchio

Dev’essere saltata più di una mosca al naso ai fucecchiesi, quando nel 1284, secondo una scrittura di Giovanni Lami, o nel 1281 secondo Malvolti, i conti di Rosaiolo, insediati nell’attuale Poggio Adorno, alleati dei santacrocesi, costruirono un ponte sulla Guisciana, oggi Usciana, e si trattò di un ponte, detto ponte di Rosaiolo, in pietra e fortificato con una torre.

La dinastia dei conti di Rosaiuolo che fiorì nel XIII e XIV secolo, estendendo le sue proprietà dall’Usciana al rio di Cappiano e al rio di Spedaletto, comprendendo le località di Montegemoli, Paradiso, Inferno, Belvedere, Caprile, Poggio Adorno; nonché quattro chiese: San Salvatore, nell’estimo delle chiese della diocesi di Lucca del 1260; S. Maria Maddalena forse costruita nel XIII secolo, ed ancora esistente al tempo del Lami (Sec. XVIII); S. Maria in Canova che compare nel 1260; S. Stefano di Spicchiello (forse corrispondente a Stefano di Poppio). Particolare importante e degno di nota è che Rosaiuolo, pur stendendo i loro possessi anche su Spicchiello e Canova, risiedettero, di norma a Santa Croce, facevano parte della comunità.

Il motivo di tanta irritazione e gelosia dei padroni del castello Salamartano erano più che fondati. La “terra nuova” di Santa Croce nata nel 1254 per ordine di Lucca, in funzione antifiorentina e pisana, mentre Fucecchio era già un fiorente comune alleato di Lucca, non contenta di aver sottratto terre ai fucecchiesi in pianura e nelle Cerbaie orientali, ora insidiava i lauti guadagni che derivavano dai traffici di merci e pellegrini sulle direttrici della Francigena-Romea.

Infatti questo nuovo ponte sul quale passava una “via nuova” che raggiungeva il castello della Santa Croce in linea retta dal ponte attraversando il nucleo urbano da quella che sarà chiamata la Porta Reale, si rappresentò una concorrenza formidabile per le linee di traffico fucecchiesi perché si snodava dall’altezza di Poggio Adorno fino al nuovo ponte, e di lì raggiungendo Santa Croce e il porto fluviale San Vito sull’Arno, di fronte a San Donato sulla riva sinistra, si apriva la via verso le terre di Cigoli, Leporaia e San Miniato.
Furono anni di liti, non solo per il ponte ma anche per questioni di confini, che sembrava fossero risolte definitivamente con un lodo di Lucca nel 1287.

A quanto pare il lodo non riusciva a controllare tutte le situazioni tanto che il ponte fu distrutto in un anno imprecisato, ma probabilmente in occasione della battaglia di Montecatini nel 1314 che vide la sconfitta di Firenze, e risultò rovinato fino al 1325 quando i fiorentini, per attraversare l’Usciana, dovettero costruirsi un ponte in legno.

A questa “rivoluzione stradale”, come scrive A. Malvolti, si accompagnò una definizione dei confini comunali con quasi tutti i comuni vicini negli anni fra il 1286 e il 1294 ma non finì qui. Gli scontri e le dispute si accompagnarono per molti anni ancora fino ad un lodo del 1418 fra S.Croce, Fucecchio e Castelfranco, che fu risolutivo per l’assetto dei confini fra Santa Croce e Castelfranco e la divisione della Cerbaia in tre parti fra Fucecchio, Santa Croce, e Castelfranco. Il territorio di Orentano fu assoggettato a Santa Croce segnando anche i confini, dalla via del confine alla punta del Grugno compreso il villaggio di Staffoli.

Valerio Vallini

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