Chirurgia al ginocchio, con il nuovo ambulatorio al Santa Maria Nuova boom di interventi tra i giovani
Attivo presso il poliambulatorio dell’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze l’ambulatorio di alta specializzazione dedicato alla cura di tutte le problematiche articolari trattabili artroscopicamente e, in particolare, della patologia del ginocchio. Il nuovo servizio partirà giovedì 26 aprile e sarà gestito personalmente dal dottor Giovanni Zaccherotti, attuale direttore di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, che vanta una notevole esperienza in questo campo sostenuta da un’approfondita attività di ricerca e da una attività chirurgica svolta negli anni. “La chirurgia artroscopica del ginocchio - dichiara la direttrice del presidio ospedaliero, Francesca Ciraolo - va a integrare l’offerta chirurgica del presidio Santa Maria Nuova, che già comprende la chirurgia generale, bariatrica (dell’obesita) e metabolica, l’otorinolaringoiatria e la chirurgia ginecologica mininvasiva”.
All’ambulatorio si accede, tramite Cup, con richiesta specifica dello specialista ma anche del medico di medicina generale. L’ambulatorio sarà attivo tutti giovedì pomeriggio presso il Poliambulatorio dell’Ospedale.
Per rispondere alla richiesta dell’utenza il servizio è dedicato anche alla diagnosi e alla cura della patologia degenerativa del ginocchio. Negli ultimi 15 anni si è registrato un aumento del 141% di quelle di anca e del 226% quelle del ginocchio. In Italia vengono impiantate ogni anno 100mila protesi d'anca e poco più 85mila di ginocchio. Una caratteristica degli ultimi anni è che il boom degli interventi per l'impianto non riguarda solo gli anziani, ma anche i giovani, tra i quali l'aumento è stato del 145% per le protesi di anca e del 283% al ginocchio.
Oggi è possibile pianificare al computer con assoluta precisione l’intervento chirurgico. Con l’ausilio della tomografia computerizzata siamo in grado di ottenere una progettazione tridimensionale dell’intervento e, mediante la produzione di modelli 3-D del ginocchio, predisporre strumentari chirurgici dedicati per lo specifico paziente. La moderna tecnologia ha permesso di ottenere impianti di maggiore durata in termini di usura, un più precoce recupero funzionale dell’arto operato ed una riduzione significativa del fallimento per questa chirurgia.
In Italia, ogni anno vengono eseguiti quasi 300.000 interventi di artroscopia. La diffusione di questa tecnica chirurgica cresce a un ritmo del 3% l’anno. Nel 2014 sono stati effettuate, in Italia, 280 mila artroscopie. La maggior parte, 190 mila, sono state eseguite sul ginocchio. Di queste, 40 mila erano ricostruzioni legamentose. Al secondo posto si trova l'artroscopia alla spalla, con 52 mila operazioni. Infine, sono stati 40 mila gli interventi sulle altre articolazioni, come caviglia, anca, polso e gomito. Il successo di questa metodica mininvasiva, nata nei primi anni Ottanta, dipende dal fatto che riesce veramente a fare la differenza. Un tempo, se un atleta s'infortunava a un'articolazione, rischiava la fine della carriera. Oggi, invece, se trattato con le nuove tecniche chirurgiche artroscopiche, nel 90% dei casi recupera la funzionalità. Ma anche le persone “comuni” che subiscono un danno articolare, possono tornare in buone condizioni grazie a questa tecnica. Oggi, in seguito a incidenti o traumi (dalla caduta sugli sci all'infortunio stradale o giocando a calcetto o di qualunque tipo) che abbiano danneggiato le articolazioni di norma l'artroscopia permette anche alle persone «normali» di ritornare in pieno possesso delle proprie capacità fisiche.
Fonte: Asl Toscana Centro