Cannabis terapeutica: approvata ipotesi CeMiVet Grosseto per la coltivazione
Approvata all’unanimità la mozione relativa al complesso gestito dal Centro militare veterinario (CeMiVet) a Grosseto come “centro autorizzato per la coltivazione della cannabis terapeutica”. L’atto, presentato dal Pd e illustrato dal primo firmatario, il capogruppo Leonardo Marras, impegna la Giunta a valutare (nel rispetto degli spazi normativi in materia e mediante gli opportuni confronti con il Governo e i Ministeri competenti) la possibilità di creare un nuovo polo per la coltivazione della cannabis terapeutica proprio nell’area attualmente interessata da CeMiVet, nell’ambito delle azioni connesse al protocollo tra Regione Toscana e Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.
Sullo sfondo la particolare situazione di difficoltà nell’approvvigionamento di cannabis in Italia, come ricordato nella mozione. Una situazione che potrebbe migliorare grazie all’utilizzo dei terreni del Centro militare veterinario di Grosseto, che ha condizioni logistiche e meteoclimatiche ideali per un incremento della produzione autoctona di cannabis da parte dello Stabilimento chimico farmaceutico
militare di Firenze, cui il Governo (nel 2014) ha affidato in esclusiva la produzione di medicinali cannabinoidi per i pazienti italiani.
Il CeMiVet d’altra parte, struttura dell’Esercito italiano con sede nel comune di Grosseto in un’area di circa 580 ettari, oggi rischia un depotenziamento legato anche al venir meno dell’attività di allevamento di cavalli cui era storicamente deputato. Come spiegato da Leonardo Marras “sarebbe importante mettere a disposizione quei terreni, in un contesto di cura e di terapia del dolore davvero importanti”. Un modo anche per recuperare “un patrimonio pubblico oggi non utilizzato”.
“Assolutamente condivisibile” la mozione che, secondo Tommaso Fattori (Sì Toscana) ha due elementi di forza: “la lotta allo spreco”, legata al mancato utilizzo di immobili e terreni, e la “capacità di incidere concretamente su un problema aperto, ovvero la insufficiente capacità produttiva della materia prima”. Anche Andrea Quartini (M5S) si è associato all’apprezzamento, ricordando il grave problema di importazione della cannabis “con costi irragionevolmente alti rispetto a un prodotto che ha costi di produzione bassissimi”. “Importazione dovuta a insufficiente produzione”, ha ribadito Quartini.
Come ricordato nella mozione, ogni anno il nostro Paese esporta dall’Olanda un quantitativo di cannabis terapeutica per duecento milioni di euro: soldi che potrebbero restare sul territorio e che potrebbero essere reinvestiti per sviluppare un settore di ricerca che sta dando grandissimi risultati.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana