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MusArc Montelupo si presenta a Villa Giulia

Da Montelupo a Roma sulle tracce dell’archeologia. Il MusArc domani sarà protagonista di uno degli incontri della rassegna storie di Persone e di Musei, organizzata dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

La storia, gli allestimenti e i progetti legati al Museo Archeologico e alle aree di scavo montelupine saranno presentate da Marzio Cresci, coordinatore del gruppo di gestione del museo, dall’assessore alla cultura, Aglaia Viviani e dalla professoressa Gloria Bernardi (già dirigente dell’Istituto Comprensivo Baccio da Montelupo che terrà un intervento dal titolo “La partecipazione nei musei: il caso del progetto EDUMUSEO”.

Il ciclo di incontri “Storie di Persone e di Musei” vuole dare spazio e voce alle molteplici realtà culturali locali che popolano il territorio di cui il Museo di Villa Giulia è stato ed è tuttora interprete.
Lo scopo è quello di mettere a disposizione degli amministratori locali e dei curatori di raccolte archeologico presenti nelle regioni del Lazio, dell’Umbria e della Toscana un luogo in cui poter raccontare la loro esperienza di valorizzazione non tanto dalla prospettiva delle “cose” quanto, piuttosto, da quella delle “persone”, intese sia come operatori museali che come fruitori culturali, in modo tale da far convergere l’attenzione anche sulla dimensione immateriale della nostra eredità culturale e sulle persone.

In questo contesto rientra perfettamente il progetto del MusArc di Montelupo.

Il Museo Archeologico di Montelupo Fiorentino è allestito all’interno degli spazi dell’antico complesso ecclesiastico di San Quirico e Santa Lucia alla confluenza del torrente Pesa con l’Arno e immerso in un’ampia area a verde pubblico il cui paesaggio è dominato dalla Villa Medicea.

Le indagini di scavo condotte in occasione dell’intervento di restauro hanno permesso di documentare la presenza di una chiesa fin dall’ottavo secolo d.C. sorta sui resti di una necropoli tardo antica e di un precedente insediamento di epoca romana.
L’edificio ha avuto successivi ampliamenti legati alla storia delle comunità locali e d’importanti famiglie del territorio, i Mannelli ed i Medici, fino al definitivo trasferimento alla fine del 1700 delle funzioni religiose in altra chiesa.

La collezione archeologica proviene da attività di ricerca condotte tra l’area del Montalbano, il tratto della valle dell’Arno che è in relazione con l’area empolese e la valle del torrente Pesa. Con l’obiettivo di raccontare l’archeologia dei paesaggi di questi tre ambiti territoriali, il percorso museale documenta la storia del territorio circostante dalla Preistoria al Medioevo.

L’allestimento si sviluppa attraverso le numerosissime attestazioni preistoriche, il periodo protostorico documentato dal villaggio rinvenuto nel sito di Bibbiani, il popolamento etrusco rappresentato dall’importante insediamento di Montereggi prossimo al fiume Arno, per giungere all’età romana con i materiali della villa rustica del Vergigno (visitabile su prenotazione), e concludersi con testimonianze del periodo alto medievale, tra cui i frammenti architettonici del bellissimo cancello presbiteriale pertinente alla chiesa più antica del complesso dove ha sede il museo.

Nella logica del museo partecipato, il MusArc promuove la propria funzione sociale sviluppando progetti e attività che coinvolgono con un ruolo attivo la cittadinanza e in particolare le scuole del territorio.

Con lo stesso intento applica la formula dell’ingresso a tariffa non prestabilita in cui il visitatore può decidere di sostenere il Museo e le sue attività in base alle proprie possibilità e volontà.

Il museo è in continua trasformazione e offre per questo sempre nuovi motivi per una visita.

«La richiesta che ci è arriva dal Museo di Villa Giulia – afferma l’assessore alla cultura Aglaia Viviani – attesta la qualità del lavoro che abbiamo fatto per la valorizzazione delle nostre aree archeologiche. Il materiale di scavo è il risultato di campagne di scavo portate avanti con meticolosità e competenza nell’arco di circa 30 anni e che di fatto raccontano la storia di un territorio.
L’attuale gestione ha saputo creare interesse nei confronti della collezione facendo diventare questi reperti documenti di studio e di interesse per le scuole; ha creato i presupposti perché il Museo Archeologico di Montelupo fosse un luogo vivo e vissuto. Lo ha fatto anche scardinando quelle che sono le modalità di gestione più tradizionali e trasformando questo luogo in uno spazio da esperire e vivere. Ecco, domani a Roma racconteremo questa esperienza e la storia di Montelupo».

Fonte: Comune di Montelupo Fiorentino - Ufficio Stampa

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