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Acustica in edilizia, i professionisti: "Serve una revisione delle linee guida, aumenteranno liti tra vicini"

I professionisti toscani chiedono una urgente e profonda modifica delle “Linee guida per l'effettuazione dei controlli sui requisiti acustici passivi degli edifici” approvate dalla Regione Toscana lo scorso settembre. “Oggi che la loro applicazione è diventata realtà i nostri timori sono stati purtroppo confermati. I nostri professionisti specializzati in acustica e più in generale tutti coloro che si occupano di edilizia ci segnalano, allarmati, le conseguenze concrete dell'applicazione della norma, soprattutto in relazione agli interventi sul patrimonio edilizio esistente”, spiegano dalla Rete Toscana delle Professioni Tecniche, riferendosi alle verifiche per determinare se un edificio rispetti i valori di isolamento dai rumori.

“Di fatto le linee guida configurano in Toscana un'applicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) 05/12/1997 assai più severa che nel resto d'Italia, estesa a molta parte degli interventi sul patrimonio edilizio esistente – sottolinea la Rete – alcune delle disposizioni sono di fatto inapplicabili. Ci riferiamo in particolare ai piccoli interventi sul patrimonio edilizio esistente o agli interventi su edifici sottoposti a Restauro e Risanamento conservativo. Altro punto critico – continua la Rete – riguarda gli ingenti costi, necessari a conformarsi alle disposizioni, che gravano sul cittadino e che, spesso, non sono commisurati all'entità delle opere. Un esempio su tutti: in caso di rifacimento di un pavimento e del sottostante massetto in un solaio a confine con altri proprietari (caso che riguarda la quasi totalità delle unità immobiliari ogni qual volta in cui si rinnovino impianti e finiture), saremo costretti ad adeguarci a parametri di legge pensati per le nuove costruzioni. Noi tecnici sappiamo bene che ciò, nella maggior parte dei casi, è materialmente impossibile, soprattutto in presenza di edifici sottoposti a Restauro e Risanamento conservativo, perché gli interventi su solai tradizionali, per raggiungere i requisiti di legge, dovrebbero prevedere opere anche all'intradosso, ossia dovremmo intervenire in casa di un soggetto terzo rispetto a chi sta effettuando le opere, il quale difficilmente darà il suo assenso, impedendo di fatto la possibilità a chi sta sopra di ristrutturare la casa”.

E in questa situazione, evidenzia la Rete Toscana delle Professioni Tecniche, “è facile prevedere un aumento esponenziale delle liti tra vicini e di quelle tra professionisti, imprese e committenti. Ma temiamo ancor di più la rinuncia da parte di cittadini e aziende ad effettuare quegli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente che tutti considerano auspicabili a parole ma che sono gravati da molti costi, a cui oggi si aggiunge questo ulteriore fardello, tanto costoso quanto spesso sproporzionato all'effettiva entità delle opere e al contesto storico architettonico in cui si realizzano”.

Su questo tema sono state tante le segnalazioni e le preoccupazioni espresse dai professionisti ricevute dalla Rete Toscana delle Professioni Tecniche , che a marzo si è incontrata con la Regione Toscana, a cui è stato chiesto “di affrontare il tema dei requisiti acustici passivi degli edifici esistenti, senza proporre scorciatoie, non consone a un tema che riguarda il benessere ambientale dei cittadini e la salute pubblica, ma neppure in modo coercitivo, imponendo ad edifici antichi il rispetto di parametri pensati per le nuove costruzioni, di fatto non raggiungibili senza stravolgere l'intero edificio”. “Già sul tema dell’efficienza energetica o del rischio sismico, lo Stato e anche la Regione Toscana hanno promosso normative di carattere prestazionale che prevedono una gradualità degli interventi e che consentono pertanto di commisurare l'intervento alle effettive caratteristiche di un immobile esistente, perseguendo lo scopo di migliorare il patrimonio edilizio esistente attraverso interventi ragionevolmente fattibili – illustrano dalla Rete – gli immobili della Toscana, sia quelli storici sia quelli più recenti, hanno necessità di interventi compatibili con le loro caratteristiche e ragionevolmente commisurati all'entità delle trasformazioni che cittadini e operatori economici intendono operarvi”.

Così, la Rete Toscana delle Professioni Tecniche, prendendo come riferimento le norme UNI 11367, ha proposto alla Regione una profonda revisione delle linee guida recentemente approvate. “In conseguenza di ciò, chiediamo un'urgente revisione della modulistica edilizia regionale che, accogliendo le disposizioni delle nuove linee guida, costringe oggi i professionisti ad asseverare il rispetto di disposizioni che di fatto sono in parte inapplicabili, con tutte le conseguenze del caso”, specifica la rete, che sottolinea “la sensibilità e la disponibilità dimostrate dalla Regione durante l'incontro” e che auspica che ora la stessa Regione “proceda celermente per superare le criticità emerse e dare risposta ai molti professionisti che si trovano in difficoltà, stretti tra la necessità di rispettare una normativa e la materiale impossibilità di farlo”.

Fonte: Ufficio Stampa

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