Natante rischia di affondare nel canale Burlamacca di Viareggio
Festività impegnative per la Guardia Costiera di Viareggio. Ci sono volute quasi tre ore di lavoro nella giornata di Pasqua, ma alla fine è stato evitato il pericolo che un natante colasse a picco nel canale Burlamacca. Dalle 15 alle 18 circa, gli uomini della Capitaneria di Porto - con la collaborazione della ditta Lenci Sub, della ditta Hobby Mare e di altri volenterosi operatori portuali – hanno evitato che un semicabinato di circa sei metri, in pessime condizioni, diventasse un pericolo per la navigazione lungo il canale.
Le numerose segnalazioni pervenute alla sala operativa della Capitaneria di Porto hanno fatto immediatamente percepire ai militari che non si trattava semplicemente di un “barchino” alla deriva, ma di qualcosa di molto più serio. Il personale della Guardia Costiera, recatosi nel tratto del canale Burlamacca di fronte l’immobile della Dogana ha notato il semicabinato imbarcare acqua velocemente, ponendosi di traverso rispetto alla via navigabile.
I militari hanno vietato temporaneamente il transito delle unità navali in quel tratto, facendo quindi intervenire i sommozzatori locali e il personale di altre ditte specializzate. L’operazione si è ulteriormente complicata dopo che il semicabinato si è rovesciato a causa delle infiltrazioni d’acqua. Alla fine il natante è stato trascinato sullo scalo di alaggio vicino alla curva Berchielli e tirato a secco in sicurezza.
Al momento non si conosce il proprietario del mezzo nautico – al quale saranno eventualmente addebitate le spese sostenute - non rientrando tra le unità navali censite dalla Guardia Costiera di Viareggio per finalità di sicurezza della navigazione. Si tratta, presumibilmente, di un natante utilizzato per tenere occupato il posto sul canale in vista della stagione estiva.
Anche per evitare queste deplorevoli abitudini, la Capitaneria di Porto di Viareggio sta predisponendo un piano di rimozione coatta di tutte quelle unità che non presentino sufficienti garanzie di sicurezza e che possano costituire pericolo per la navigazione e per l’ambiente marino circostante, in relazione al loro possibile affondamento.