Antenne sui tetti dell'ospedale Le Scotte, Siena Civica: "Rispettate le norme?"
Siamo certi che ai fini dell'installazione chi di dovere (Comune) ha verificato e garantisce il pieno rispetto della normativa in materia, la quale definisce precisi livelli di intensità oltre i quali le radiazioni elettromagnetiche diventano pericolose, e siamo certi che, nel dubbio, sempre chi di dovere (ARPAT) provvederà con le dovute misurazioni, tuttavia ormai già da anni circolano voci contrastanti sugli effetti nocivi dell'esposizione alle onde elettromagnetiche.
Il contrasto, quindi, appare paradigmatico: i limiti imposti dalla norma rispetto al valore della salute in un luogo di cura.
Sena Civitas ritiene che la vita sia un bene non disponibile e che, sia pure nella liceità della norma, ci sia un limite etico a motivo del quale un luogo di cura non può ospitare antenne per cellulari.
Studi del CNR hanno dimostrato che per chi si trova sotto le antenne non esiste alcun "cono" privo di radiazioni; vero è semmai che, esattamente sotto l’antenna, le radiazioni sono minori, ma esistono. Chi può dimostrare, quindi, rispetto alle attuali evidenze scientifiche, che i limiti previsti da legge, anche ove rispettati, non siano in assoluto troppo alti? Innalzati dal governo Monti, quello ai limiti fissati da legge pare un assalto giocato in punta di fioretto ed arrivato a stabilire che la misurazione non deve essere più fatta su sei minuti, come accadeva in passato, ma nell'arco delle 24, così che si diluisce la quantità di campo elettromagnetico rilevata...la notte la rete è scarsamente utilizzata!
Infine prendiamo atto ma non condividiamo che nell'attuale società del profitto ad ogni costo si stia perdendo il concetto di ospedale, la cui etimologia ci riporta al latino hospitalis, con cui si definiva "la persona, o il luogo, che accoglie volentieri e cordialmente gli ospiti, procurando loro quant’è necessario per il vitto, l’alloggio e il benessere fisico e spirituale"
Sena Civitas