gonews.it

Molestatori tentano di evadere da Sollicciano, fermati dagli agenti

Hanno tentato di evadere dal carcere di Sollicciano, ma l’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria ha scongiurato sul nascere il grave evento critico. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, che sottolinea come i protagonisti della sventata evasione siano due detenuti, uno italiano e l’altro di nazionalità marocchina.

Ricostruisce l’accaduto Pasquale Salemme, segretario nazionale per la Toscana del Sappe: “L’altra sera, verso le 21.30, due detenuti (italiano e marocchino) della 13^ Sezione del Reparto penale avevano iniziato a “lavorare” silenziosamente per tentare di aprirsi un varco all’interno della cella e darsi alla fuga. La Polizia Penitenziaria di Sollicciano ha però sventato sul nascere il tentativo. I detenuti, ristretti nella Sezione riservata ai sex offenders, hanno tentato di forzare le grate di una finestra della propria cella utilizzando come leva un ferro divelto dalla branda di uno di loro.  L’attività dei soggetti è stata intercettata dal personale della Pattuglia di Polizia Penitenziaria esterna al carcere, una delle pattuglie che effettua la vigilanza sia all’interno che sulla strada pubblica. Dall’esterno, gli Agenti in servizio hanno notato strani bagliori di luce: pare infatti che i detenuti si siano serviti anche di un fornellino a gas, di quelli solitamente utilizzati per scaldarsi vivande e cucinare. In questo caso, il fornellino serviva per indebolire la struttura della finestra e favorire il cedimento del ferro. L’allarme è scattato immediatamente e con un’azione coordinata tra la Sala Regia, le autovetture di ronda e il personale in servizio all’interno delle Sezioni detentive è scattato l’intervento, che ha neutralizzato i soggetti ed ha ripristinato l’ordine e la sicurezza all’interno del penitenziario, vanificando ogni proposito di fuga. Fortunatamente, il tentativo è stato stroncato sul nascere dalla corale opera della Polizia Penitenziaria e i detenuti non hanno avuto neppure la possibilità di aprirsi un varco idoneo a potersi proiettare verso l’esterno. Più che la fortuna, in questo caso ha prevalso la bravura e la grande professionalità della Polizia Penitenziaria, dunque, che in un contesto ancora estremamente precario da un punto di vista dei sistemi di sicurezza e delle risorse a disposizione, ancora una volta dimostra la propria efficienza e l’estrema affidabilità”.

Anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati di poliziotti penitenziari di Sollicciano: “E’ solamente grazie a loro, agli eroi silenziosi del quotidiano con il Basco Azzurro a cui va il ringraziamento del Sappe per quello che fanno ogni giorno, se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie. La situazione nelle carceri della Toscana, dove oggi sono detenute oltre 3.300 persone rispetto ai circa 3.000 posti letto è sempre tesa ed allarmante", denuncia. "I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti nelle celle delle carceri toscane nell'interno anno 2017 sono inquietanti: 854 atti di autolesionismo, 104 tentati suicidi, 627 colluttazioni e 167 ferimenti. Tre sono stati le morti in carcere per cause naturali ed uno per suicidio. Le evasioni sono state 3 da istituti penitenziari e 11 a seguito della concessione di permesso premio, semilibertà e lavoro all'esterno.  E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario 'aperto', ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria".

Il Sappe sottolinea che "nel carcere di Sollicciano a Firenze si sono contati il più alto numero di atti di autolesionismo, 338, di tentati suicidi sventati in tempo dagli uomini della Polizia Penitenziaria, 31. E’ anche il penitenziario che ha il record regionale di colluttazioni (192) e ferimenti (137)". Per il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria "lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti - lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività - è controproducente perché lascia i detenuti nell'apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti". E la proposta è proprio quella di "sospendere la vigilanza dinamica”: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili".

Capece e Salemme tornano a sottolineare l'alto dato di affollamento delle prigioni italiane: "oggi abbiamo in cella 58.087 detenuti per circa 45mila posti letto: 55.646 sono gli uomini, 2.441 le donne. Gli stranieri sono il 35% dei ristretti, ossia 19.818.  Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e se non accadono più tragedie più tragedie di quel che già avvengono è solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari, a cui va il nostro ringraziamento. Un esempio su tutti: negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila tentati suicidi ed impedito che quasi 133mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze".

“I dati ci confermano”, concludono i sindacalisti del Sappe, “che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni - che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante – sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie e certo non leggi che allarghino le maglie della sicurezza penitenziaria. Avere carceri meno affollate e più moderne non vuol certo dire aprire le porte delle celle, come pure prevedeva questa scellerata riforma penitenziaria!”.

Exit mobile version