È in corso un’operazione, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Firenze, nei confronti di un’associazione dedita al traffico di stupefacenti tra Spagna e Italia. Militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Firenze stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Firenze Paola Belsito nei confronti di 4 soggetti localizzati nelle province di Firenze e Bergamo ed in Catalogna.
Le indagini, avviate nel dicembre 2016, coordinate dal sostituto procuratore Giuseppina Mione e condotte dai carabinieri, hanno permesso di documentare come due fratelli siciliani, Renato e il 60enne Giovanni Sutera, titolari di fatto di un noto bar–pasticceria nel centro di Firenze, abbiano preso parte con il ruolo di finanziatori e organizzatori ad un’associazione finalizzata alla coltivazione, in Spagna, di ingenti quantitativi di marijuana da importare e commercializzare in territorio nazionale.
Gli spostamenti di Renato Sutera in Spagna sono stati documentati, ricostruendo come abbia organizzato in prima persona l'attività nell'area di Calafell, vicino Tarragona, assieme a Ruben Crespo Guerra, pregiudicato di Valladolid con precedenti penali per omicidio, rapina e traffico di stupefacenti. La droga commercializzata arrivava nelle mani di Pavlin Delia, residente a Cenate di Sotto (Bergamo).
Le perquisizioni sono giunte nei confronti di 11 indagati, ritenuti responsabili di trasferimento fraudolento di valori e bancarotta fraudolenta, in relazione all’intestazione a prestanome del bar-pasticceria e al fallimento di varie società create negli anni per la gestione dell’esercizio commerciale.
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, i fratelli Sutera hanno:
- costituito società commerciali fittizie, intestate a prestanome, così schermando la titolarità e la disponibilità effettiva del bar–pasticceria, a loro pienamente riferibile;
- cagionato il fallimento di tali società, omettendo sistematicamente di versare i contributi previdenziali e le imposte e, con il concorso dei prestanome, sottratto i libri e le scritture contabili delle società con lo scopo di procurarsi ingiusto profitto e recare pregiudizio ai creditori.
Giovanni Sutera è attualmente sottoposto alla liberazione condizionale, dopo la condanna all’ergastolo come autore dell’omicidio di un gioielliere fiorentino e di quello della 17enne Graziella Campagna, avvenuto in provincia di Messina nel 1985.
I Sutera avrebbero finanziato con circa 40mila euro, l'associazione a delinquere che coltivava marijuana in Spagna da importare e spacciare in Italia.
Le operazioni condotte in Spagna nei confronti di Crespo Guerra sono state eseguite con il supporto di personale dell’Area del Crimine Organizzato del Mossos D’Esquadra, organo di polizia catalano. Dalle ricostruzioni dei carabinieri, Sutera incontrò al bar nel centro di Firenze, da lui gestito di fatto insieme al fratello, lo spagnolo Ruben Crespo Guerra in almeno due occasioni. Anche quest'ultimo è stato arrestato oggi con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla coltivazione di marijuana a Calafell di Tarragona. Qui il 22 giugno 2017 la polizia spagnola ha sequestrato una piantagione di cannabis indoor.
Il procuratore capo di Firenze e della Dda toscana Giuseppe Creazzo ha così commentato l'arresto di Giovanni e Renato Sutera:"Due esponenti di Cosa Nostra, perché tali sono, avevano acquistato un bar nel centro di Firenze e intanto si dedicavano al traffico di stupefacenti." Questo episodio, secondo Creazzo, fa capire che: "occorre controllare se chi riceve i benefici per uscire dal carcere sia effettivamente sulla strada della redenzione perché il decorso del tempo non basta".
Giovanni Sutera e la Toscana
La storia di Giovanni Sutera si lega da oltre 35 anni a Firenze e la Toscana. Il 60enne fu arrestato per l'omicidio dell'orefice Vittorio Grassi, ucciso durante una rapina finita male nel pomeriggio del 4 maggio 1982, in via Datini. Il gioiellerie rispose al fuoco dei rapinatori e fu colpito a morte. Sutera faceva parte della banda.
Fu arrestato una seconda volta a Empoli il 19 marzo 2008 in seguito alla sentenza della corte di appello di Messina che confermò per lui e il boss Gerlando Alberti jr la condanna all'ergastolo per l'omicidio di Graziella Campagna, uccisa nel 1984, a 17 anni, nel Messinese. È poi uscito in libertà condizionata, ma a quanto pare non ha perso tempo per mettere su un altro progetto criminale.
Notizie correlate
Tutte le notizie di Firenze
<< Indietro