A Montespertoli il fotoreportage di Francesco Noferini nella mostra 'Le donne nella cava di Pissy'
Rompere gli schemi, scardinare il pregiudizio, riportare l'attenzione all'inclusione sociale e alla storia dei singoli attraverso l'arte. Le fotografie del mugellano Francesco Noferini raccontano per immagini la quotidianità di un territorio, quello della Cava di Pissy, poco distante dalla capitale del Burkina Faso. Donne sorridenti e bambini con gli occhi pieni di vita e speranza che lavorano in condizioni disumane alla cava di granito che dà loro il sostentamento (se la giornata è buona il guadagno si aggira intorno a 1 euro). "Burkina Faso. Le donne e i bambini della cava di Pissy" è il titolo della mostra che sarà aperta al pubblico alle 18 dal 30 marzo e che sarà visitabile fino al 22 aprile presso il centro per la cultura della vite e del vino 'I Lecci' di Montespertoli. La mostra nasce dall'amicizia di Noferini con don Pasquale Poggiali, che ha coinvolto i mugellani nell'Associazione Solidarietà Missionaria e che in Africa conduce progetti che dal nulla hanno creato scuole, ambulatori e chiese.
Raccontare una realtà quotidiana difficile e aprire uno squarcio tra i pregiudizi e il retaggio culturale che vede 'l'altro' come un problema, come un nemico, è l'intento di Nocerini che attraverso il suo reportage fotografico squarcia il velo dell'indifferenza e mostra la dignità di donne e bambini che nel loro quotidiano lavorano in condizioni estreme in una cava che li ammala lentamente.
Questa mattina, presso l'Unione dei Comuni dell'Empolese valdelsa hanno presentato la mostra Elena Ammirabile - assessore alla Cultura del Comune di Montespertoli, Nina Picchi - operatrice ASEV del Centro di accoglienza straordinario di Lucignano, Chiara Di Nucci, coordinatrice del Cas e Felix Oghobase, 25enne nigeriano ospite del centro di accoglienza.
L'arte per ribaltare la narrativa dell'immigrazione è il tema da cui muove la mostra e all'interno della quale il CAS di Lucignano, l'associazione Prima Materia e il Comune di Montespertoli hanno organizzato 'Give us the voice', uno spazio per dare voce ai richiedenti asilo sui temi come casa, lavoro e relazioni. Al 'talk show' interverranno gli ospiti del Centro di Accoglienza di Lucignano e Tommaso Sbriccoli, antropologo. L'obiettivo è quello di aprire un dialogo con i residenti di Montespertoli. E ancora l'arte, la musica come viatico di cultura e messaggio universale con il gruppo musicale composto dagli ospiti del centro di accoglienza e da altri ragazzi, la Spazi Aperti Band che si esibirà al centro 'I Lecci' con un repertorio che spazia dal rock alla musica africana. A seguire verrà servito un aperitivo a offerta libera.
Le relazioni sono il fulcro da cui partire per portare il messaggio di integrazione. "Parliamo di come ci si sente nelle relazioni tra persone, un dialogo tra la comunità ospitante per manifestare i nostri sentimenti - afferma Felix Oghobase, ospite del centro di accoglienza, in Italia da 2 anni -. Vogliamo rompere il pregiudizio versi i richiedenti asilo, perché non abbiamo il privilegio di contribuire alla comunità in maniera spontanea, non siamo pigri come vogliono far credere ed è importante parlare di relazioni per capirsi, e noi puntiamo sulla relazione creativa."
"Il progetto di Francesco Noferini è coinvolgente perché riporta la solidarietà ad atti concreti, alla portata di tutti. Il nostro compito come cittadini, non solo di Montespertoli ma del mondo, è conoscere prima di giudicare e, dopo aver valutato come, attivarci. Perché ci vuole impegno per cambiare le cose. La Toscana è una regione che da sempre ha visto in prima linea associazioni, anche molto piccole, attive nella cooperazione allo sviluppo che in poche parole vuol dire rendere, con progetti piccoli e misurabili, migliore la vita di chi abita in paesi in cui il lavoro ma anche la vita non è tutelata come in Europa. Oggi l''allarme immigrazione' ci fa dimenticare la storia di chi parte- dichiara l'assessore alla cultura Elena Ammirabile -. L'Unione Europea ha deciso di combattere le disuguaglianze sociali per dare diritto alle fasce più deboli della popolazione, quelle non tutelate. Per capire le radici dell'immigrazione di massa il nostro è un approccio che parte dall'arte. Per questo siamo felici di ospitare la mostra sulle donne della cava di Pissy negli scatti di Francesco Nocerini e contestualmente organizzare una serata con i ragazzi richiedenti asilo".
“Questa mostra nasce dalla voglia di raccontare quello che molti non sanno, la vita quotidiana di donne e bambini all’interno di una cava di granito, dove la vita e la dignità della persona non ha valore. Evidenziare uno stato sociale da noi sconosciuto - racconta Noferini - Mi piacerebbe che questa mostra potesse diventare un messaggio e aiutasse a capire le reali difficoltà di questi popoli. Dare un aiuto per far sì che almeno questi bambini possano vivere in un ambiente migliore, realizzando un progetto per creare aule scolastiche e asili in aiuto a queste famiglie”.
Chiarastella Foschini