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Carnevale Sancascianese, le chiavi del borgo vanno al Giglio di Magazzini

Giglio, dipinto di blu nel riflesso di un libro d’acqua che scorre, genera, muore e rinasce. E’ sgorgata da fontane, versata da brocche, ha risucchiato la vita e poi l’ha restituita risalendo la china, dall’interno di un pozzo. L’acqua che guarisce, l’acqua che compie miracoli, l’acqua che salva dalla rabbia e dalla vendetta di un amore non corrisposto, l’acqua che devasta il cuore. E’ stato l’elemento naturale dell’acqua, contemplato in tutte le sue diverse declinazioni, incastonato in una storia di straordinaria forza simbolica e carica emotiva, a conquistare la giuria della nona edizione del Carnevale medievale sancascianese. Un tema perfettamente in linea con il Medioevo, epoca dominata dalla cabala delle superstizioni, che ha legato elementi scenici, intrecci drammaturgici, allestimenti scenici e coreografici.

Ad ottenere le chiavi del borgo di San Casciano, vincendo l’edizione 2018 del Carnevale medievale, è stata la contrada del Giglio, capitanata da Emilio Magazzini e da un folto gruppo di contradaioli dinamici e profondamente innamorati del loro paese. Una storia piena di poesia e amore che ancora una volta ha messo in rilievo il confine tra bene e male, pace e guerra, vita e morte, lanciando un messaggio originale attraverso il fluire evocativo dell’acqua.

“E’ il nostro modo per dire che la vita non sorride solo ai vincitori, a volte strizza l’occhio ai più deboli e premia chi perde, offre la possibilità agli sconfitti di prevalere – dice Emilio Magazzini, capocontrada del Giglio – nella nostra visione di vita medievale il destino è capace di capovolgere la storia di un insuccesso e convertirla in un trionfo, a condizione però che ci siano amore, sincerità dei sentimenti, onestà, rispetto. E’ il nostro libro dei valori medievali che abbiamo messo in scena e interpretato con un filo conduttore che riteniamo sempre di grande attualità, vince non chi esprime prepotenza e volontà di sopraffazione ma chi ama nel rispetto dell’altro, chi condivide, accoglie, esprime bene e lo sa trasmettere nell’interesse, individuale e collettivo, della propria famiglia e della vita comunità”.

Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco Massimiliano Pescini che ha rivolto parole di elogio e stima a tutti i contradaioli. “Un lavoro e un impegno lodevoli – ha detto il sindaco - espresso coralmente dalle cinque contrade, all’opera da mesi nella realizzazione di una manifestazione spettacolare che ogni anno esprime talento, creatività, ingegno e fine artigianalità, una forza che esprime un senso di comunità davvero ineguagliabile, grazie di cuore a tutti i contradaioli”. Il valore aggiunto della rievocazione storica, che prende spunto dalle vicende di Castruccio Castracani e dall’assedio al castello di San Casciano, è la creazione di una scrittura drammaturgica, l’elaborazione di un testo, ideato e composto dalle contrade, poi teatralizzato con il supporto di costumi, scene, oggetti, musiche, danze e narrazioni. “Ogni anno le contrade – aggiunge l’assessore alle Feste Popolari Roberto Ciappi – si preparano, si documentano, fanno ricerche e studiano sfumature e variazioni di un’epoca piena di fascino e contenuti come il Medioevo”.

Il Giglio guida la classifica con 77 punti, seguito dal Cavallo al secondo posto con 75 punti. Terzo posto ottenuto dal Gallo (64). Le ultime due posizioni sono occupate da Torre con 55 punti che ha distanziato il Leone di due punti (53). “Un’esperienza indimenticabile che ha fatto emergere la grandezza di una piccola comunità che lavora per coinvolgere, divertire e divertirsi attraverso le emozioni dell’arte scenica, strumento di espressione efficace e comunicativo”. E’ l’espressione che ha accomunato le valutazioni della giuria composta da esperti, storici e giornalisti.

Hanno fatto parte della tribuna d’onore i giurati Giovanna Barbiero Bonaventura, presidente dell’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia , Andrea Mazzi, responsabile della comunicazione della Fondazione Carnevale di Viareggio, la giornalista de La Nazione Olga Mugnaini, il vicepresidente della rete nazionale delle Bandiere Arancioni Touring Club Italiano Giuliano Ciabocco, la giornalista Adele Tasselli, collaboratrice de Il Tirreno, l’assessore al Turismo del Comune di San Ginesio nelle Marche Simone Tardella e le tre storiche medieviste degli atenei universitari di Firenze, Siena, Bologna. Si tratta di Angelica De Gasperi, archeologa medievista docente alla scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell'Università di Firenze di Numismatica medievale, Irene Bueno del Dipartimento di Storia Culture Civiltà-Settore scientifico dell’ateneo di Bologna, Mariange Causarano della cattedra di Archeologia Medievale di Siena.

 

Fonte: Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino

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