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Disabile bullizzato da compagni di classe sedicenni, denunciati dai carabinieri

Al termine di una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Scandicci, sono stati individuati e denunciati due sedicenni che avevano commesso numerosi atti di bullismo nei confronti di un loro coetaneo.

L’indagine ha tratto origine dalla denuncia dei genitori della vittima, presentata nel giugno 2017, nella quale si diceva che il minore persona offesa, affetto da disabilità, era vittima di bullismo da parte di alcuni compagni di classe che tendevano ad isolarlo e deriderlo, arrivando anche a vere e proprie violenze fisiche psicologiche.

Le indagini hanno confermato, da subito, la reale entità delle condotte. Le fonti hanno permesso di verificare che la giovane vittima era stata costantemente derisa durante l’anno scolastico, in più occasioni spintonata ed una volta costretta a compiere un atto di sottomissione nei confronti di un compagno di classe al quale era stato costretto da uno degli indagati proferire parole offensive e di natura sessista.

Addirittura in un paio di occasioni il ragazzo è stato bersagliato da sputi. Queste vessazioni hanno portato la vittima ad avere costantemente paura, costringendolo a non frequentare più la scuola e cambiare le proprie abitudini, accentuandone addirittura la disabilità.

Le indagini hanno permesso di individuare i due bulli, quindicenni all’epoca dei fatti, nei confronti dei quali sono state raccolte numerose fonti di prova che hanno permesso di avanzare nei loro confronti l’avviso di conclusione delle indagini per il reato di atti persecutori, la fattispecie penale che integra appieno la condotta del  bullismo, aggravata dal fatto che la vittima era portatore di handicap.

L’episodio di bullismo è stato investigato con grande attenzione ed impegno di forze sia dai Carabinieri di Scandicci che dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, dott. Antonio Sangermano, che ha voluto seguire personalmente il caso e dare un segnale forte su come il fenomeno debba essere perseguito penalmente, al fine di evitare ben più gravi conseguenze, che purtroppo sempre più spesso assurgono alla cronaca.

Il particolare caso ha inoltre visto intrecciarsi al bullismo altre piaghe sociali, tra cui la discriminazione sessuale come mezzo di offesa e l’isolamento ed il dileggio del più debole che invece dovrebbe essere aiutato e sorretto dai coetanei.

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