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Criptovalute, dal G20 importanti aperture per le valute digitali

Quando si parla di criptovalute, Mark Carney, governatore della Banca d'Inghilterra e presidente del Financial Stability Board (FSB), drizza sempre le sue antenne più critiche. Carney ha spesso elogiato la blockchain, la tecnologia alla base degli ecosistemi criptovalutari, ma ha altrettanto di frequente fatto riferimento al denaro digitale come a una “bolla”, sostenendo che le criptovalute non diventeranno un “sostituto per contanti” o per carte di credito.

In tal senso, sono hanno destato scalpore le dichiarazioni che Carney ha formulato a inizio mese, quando il governatore disse che “è arrivato il momento di condurre l'ecosistema criptovalutario verso gli stessi standard del resto del sistema finanziario”, affermando poi che “la volatilità media delle prime dieci criptovalute per capitalizzazione di mercato è stata 25 volte maggiore di quella del mercato azionario statunitense nel 2017”.

Tuttavia, il recente G20 ha cambiato le carte in tavola.

L’apertura di Carney e l’esito della riunione del G20

Meno di 24 ore prima che parlasse alla riunione del G20 a Buenos Aires, Carney ha infatti invertito parzialmente la sua posizione sulle valute digitali, dichiarando che non pongono seri rischi per la stabilità finanziaria e precisando che “la valutazione iniziale del FSB è che i cripto-asset non rappresentano rischi per la stabilità finanziaria globale in questo momento; le loro piccole dimensioni, il fatto che non sono sostitutivi della valuta, e l’uso molto limitato per l'economia reale e per le transazioni finanziarie, evidenzia che i collegamenti con il resto del sistema finanziario siano limitati”.

Di qui, l’impulso successivo. Per il governatore della Bank of England (il cui mandato termina nel 2019) è necessario effettuare una revisione delle norme e dei regolamenti attuali, senza però incidere con l’adozione di standard più rigorosi.

Nonostante il nuovo atteggiamento di Carney nei confronti delle risorse digitali, non tutte le nazioni concordano sul fatto che le criptovalute non siano pericolose. Alcuni Paesi, come Francia, Germania e Giappone, chiedono una specifica regolamentazione su tali asset, e la Banca centrale tedesca ambisce che la stessa sia su scala globale.

Probabilmente, anche per causa di questa frammentazione di intenti, i responsabili delle politiche finanziarie delle 20 maggiori economie del mondo hanno concordato di “tenere d'occhio” le criptovalute, aprendo le porte a una regolamentazione del settore solo in una fase successiva. “Chiediamo agli organismi internazionali per la definizione degli standard (SSB) di continuare a monitorare i cripto-asset ei loro rischi, in base ai loro mandati, e di valutare le risposte multilaterali secondo necessità” – hanno comunicato congiuntamente i leader del G20, che hanno poi accolto con favore i nuovi standard proposti dal Financial Action Task Force (FATF), un gruppo di 37 nazioni istituito a Parigi per combattere il crimine finanziario.

Una delle ragioni dell'inattività del G20 è probabilmente quella che le criptovalute sono interpretate ancora come troppo piccole e marginali per poter mettere a repentaglio i mercati finanziari: il loro valore di mercato congiunto era, al suo apice, meno dell'uno per cento dell'economia mondiale. Inoltre, prima che si possa giungere a qualsiasi azione concreta, i responsabili delle politiche dovranno superare le loro divergenze, e non si tratta certamente di disparità irrilevanti.

Investire nelle criptovalute

In attesa di metter mano su provvedimenti più concreti sul settore delle criptovalute, quel che sembra emergere è un cauto ottimismo e una consapevole attenzione sul monitorare lo sviluppo del comparto. Agli investitori non rimane altro che valutare le criptovalute per ciò che effettivamente rappresentano sotto il profilo speculativo (investimenti ad alta volatilità e, dunque, alto rischio) e di conseguenza predisporre l’opportuno bagaglio di conoscenze e competenze per potersi relazionare positivamente con esse, leggendo magari la guida al trading di criptovalute su Meteofinanza.com.

Insomma, anche per questo settore, val sempre la pena cercare di rapportarsi con la consueta buona regola della pianificazione strategica, comprendendo se questo asset finanziari possa essere efficacemente incluso nella propria politica di investimenti, sulla base delle proprie caratteristiche di investitore (orizzonte temporale, obiettivi, rischi / rendimenti attesi, e così via).

Ricordate altresì di investire nelle criptovalute solo mediante broker autorizzati a fornire tale servizio di investimento, e che potete premettere qualsiasi impiego di capitale “reale” con un investimento di denaro virtuale, mediante i conti demo di trading che i principali operatori online vi metteranno a disposizione.

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