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Cave, proseguono consultazioni su proposta di legge della Giunta

Terza tranche di confronto nelle commissioni Ambiente e Sviluppo economico

Prosegue il confronto sulla proposta di legge della Giunta che dovrà varare nuove disposizioni in materia di cave. Un testo che arriva a seguito della sentenza della Corte costituzionale (n. 228 del 20 settembre 2016) che ha dichiarato illegittima la legge regionale 35/2015 nella parte relativa ai beni estimati (art.32 comma 2), e impone quindi alla Toscana di adeguare il proprio ordinamento. La natura pubblica o privata dei beni estimati, infatti ha sancito la Corte, appartiene all'ordinamento civile e quindi è di competenza statale.

Dopo le sedute del novembre scorso, le commissioni Ambiente e Sviluppo economico del Consiglio regionale, presiedute rispettivamente dai consiglieri Pd Stefano Baccelli e Gianni Anselmi, sono tornate a riunirsi ieri, martedì 20 marzo, per ascoltare i sindaci dei comuni del distretto apuo-versiliese.

Tra i nodi sollevati e portati all’attenzione dei commissari, la necessità di garantire l’autonomia dei territori. In particolare il sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale, ha definito la proposta di legge “zoppa” e con “forti criticità”. “Il principio che sta alla base del testo va profondamente rivisto” ha spiegato ricordando lo statuto comunale che all’articolo 2 comma 2 riporta testualmente: “I bacini marmiferi, inscindibilmente legati alla storia e all’economia, sono patrimonio indisponibile della comunità carrarese e come tali sono gestiti dal comune, tutelati e valorizzati nell’interesse collettivo presente e futuro”.

Altri punti sollevati nel corso delle consultazioni hanno riguardato il Nucleo tecnico di valutazione la cui utilità, a detta del Comune di Minucciano, è “poco comprensibile”. Anche i controlli di qualità previsti nel testo di legge sono stati oggetto di discussione e da più parti è stata avanzata la richiesta di avere strumenti uniformi per acquisire dati oggettivi e rielaborabili.

Le osservazioni emerse nel corso delle sedute e quelle inviate ai commissari in forma scritta “saranno oggetto di valutazione puntuale” ha detto al termine dei lavori il presidente Baccelli. “Il nostro impegno sarà di una restituzione importante per arrivare ad un testo approfondito e quanto più condiviso”.

Il confronto con le amministrazioni del territorio è necessario a “migliorare e qualificare l’intervento legislativo” ha detto il presidente Anselmi. “Dobbiamo entrare nel merito delle diverse norme che, come intuisco dal confronto di oggi, non sono così piane sia nell’interpretazione che nell’applicazione”. “Nessuno sottovaluta la decisività del settore marmifero nell’economia regionale” ha detto ancora il presidente della commissione sviluppo economico. “Il testo di legge cerca di governare l’intero contesto. La nostra attenzione deve essere rivolta alla generalità delle norme anche per capire quanto la puntualità della parte sul distretto apuo-versiliese può essere utile per un corretto governo da parte delle amministrazioni comunali” ha chiarito dicendosi “molto rispettoso delle regole e della potestà regolamentare dei comuni”.

Per il vicepresidente della commissione Ambiente Giacomo Giannarelli (Movimento 5 stelle), il testo di legge è “condivisibile” nella parte in cui si tenta di “contingentare e regolamentare l’attività estrattiva” ma resta comunque necessario “incrementare la filiera corta, intervenire dove ci sono criticità e guardare all’attività estrattiva non solo dove rappresenta una caratteristica identitaria”. “Variamo norme che interessano tutto il territorio regionale”. Nei prossimi mesi, secondo Giannarelli, occorrerà “recuperare quanto non è stato fatto dal 2015, sanare le mancanze della Regione e lavorare per non lasciare sole le amministrazioni locali”.

Fonte: Consiglio Regionale

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