Giornata in ricordo delle vittime di mafie, Fratoianni (LeU): "Battaglia da portare avanti"
“Abbiamo di fronte a noi una battaglia dura da portare avanti, con tenacia, caparbietà, convinzione, anche quando il vento della storia ci soffia in faccia, in direzione contraria. E’ la battaglia contro le mafie, le criminalità organizzate, contro la corruzione che si annida nei gangli del potere, delle burocrazie compiacenti, di certa politica prona.
Una battaglia che spesso assume i contorni cruenti della violenza e della morte. Come è capitato alle tante, troppe vittime che le mafie hanno fatto nel nostro Paese, da nord a sud, non risparmiando uomini di Stato, politici, sindacalisti, sacerdoti, persone comuni.”
Lo scrive il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali in un messaggio a Libera della Toscana alla vigilia della giornata delle Memoria in ricordo delle vittime di mafia del 21 marzo, e che vedrà un corteo sfilare per le vie della città di Pisa.
“ Lo dice bene da tempo don Luigi Ciotti - prosegue l’esponente di Leu - la memoria senza impegno, purtroppo, è esercizio sterile. Che non muta in nulla la condizione di una società infestata dalle consorterie criminali, cui la violenza della crisi ha restituito vigore e migliaia di giovani disposti a fare da esercito, in particolare nelle periferie e nei sobborghi delle nostre città, dove più forte si avverte la mancanza dei capisaldi di una società sana: il lavoro, la scuola, lo Stato.
A questo serve il lavoro che le associazioni fanno sui territori. A questo serve tenere la guardia alta, a tutti i livelli. A questo deve servire la giornata della Memoria e dell’Impegno, in tutta Italia, perché nessun territorio è zona franca , come ad esempio abbiamo visto anche in Toscana e nel pisano solo qualche settimana fa.
Sapendo che la battaglia contro le mafie non la si vince solo ed esclusivamente con gli apparati repressivi dello Stato, che pure fanno un lavoro straordinario. La si vince con la forza della socialità, con la cultura, con le risorse investite in servizi sociali, in lavoro, in scuola.
Ce lo ricordava una delle vittime più illustri del sistema mafioso, don Pino Puglisi, che per proseguire la sua battaglia contro la mafia al Brancaccio, in uno dei quartieri di Palermo più infiltrati dalla presenza mafiosa, aveva chiesto la presenza di una scuola media, una palestra e un centro di aggregazione.
Queste sono le nostre armi contro le loro bombe.
Questo è l’impegno che ogni giorno le vostre organizzazioni - conclude Fratoianni - devono continuare ad avere. Anche lì dove sembra che il tessuto sociale sia più sano, più ricco e, quindi, immune da certe dinamiche. Non è così, nessun territorio è immune dalle infiltrazioni mafiose e dalla corruzione."