Affido familiare, nell'area fiorentina sud-est accolti 56 bambini

Prendersi cura di bambini in difficoltà, aprendo loro le porte della propria casa per un periodo limitato di tempo, per consentire alle famiglie di origine di riaccoglierli quanto prima. Sono i cardini dell'affido familiare, che in questo momento nell'area fiorentina sud-est coinvolge 56 minori, accolti da famiglie affidatarie. È quanto emerge dal report relativo al 2017 presentato dal Centro affidi zonale, nato nel 2002 dalla collaborazione tra le amministrazioni comunali dell'area (Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Figline-Incisa Valdarno, Greve in Chianti, Impruneta, Londa, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull'Arno, Rufina, San Casciano Val di Pesa, San Godenzo, Tavarnelle Val di Pesa), Asl e le associazioni delle famiglie affidatarie presenti sul territorio.

Il Centro, di cui il Comune di Bagno a Ripoli è capofila, oggi ha la sua sede a Grassina ed è gestito dell'Istituto degli Innocenti di Firenze, che vi impiega un'assistente sociale e una psicologa. Obiettivo del Centro è promuovere la cultura dell'affidamento familiare e fornire consulenza e sostegno alle famiglie affidatarie prima, durante e dopo l'affido, con percorsi di formazione e di informazione in materia giuridica, sociale e psicologica. Dei 56 bambini attualmente in affido, 47 sono coinvolti in progetti di affido residenziale e per tutta la settimana risiedono insieme alla famiglia affidataria. Nove invece sono coinvolti da progetti di affido part-time e sono ospitati dai genitori affidatari solo per alcuni giorni prestabiliti. I bambini si dividono quasi perfettamente a metà tra italiani e stranieri e per genere, con una leggera prevalenza dei maschi sulle femmine. Le famiglie affidatarie si fanno carico dei bisogni materiali ed emotivo-affettivi dei bambini e li accompagnano nel percorso educativo e scolastico.

Nel complesso, in oltre quindici anni di attività, sono stati circa 114 gli affidamenti attivati sul territorio (di cui 29 solo negli ultimi quattro anni) su un totale di 315 richieste di attivazione di progetti di affido da parte dei servizi territoriali. 154 invece le famiglie valutate dal Centro, che ne ha inserite in banca dati 129. Solo nel 2017 gli operatori del Centro affidi hanno gestito 15 procedure per l'avvio di nuovi progetti di affido ricevendo proposte dai servizi, valutandone la fattibilità, ricercando la famiglia giusta in banca dati, gestendo i colloqui con le famiglie. Hanno ricevuto 8 nuove segnalazioni e valutato 10 nuove famiglie. Per quanto riguarda le famiglie affidatarie, ad oggi 53 sono coinvolte in progetti attivi, 44 in fase di rivalutazione e 23 quelle disponibili per nuovi progetti di affido. Cinquantanove gli affidi familiari giunti al termine, di cui 45 con rientro in famiglia, 3 con il raggiungimento dell'autonomia al compimento dei 18 anni di età dei bambini coinvolti e 5 con il trasferimento dei minori in comunità. Quattro ultraventunenni sono ancora in famiglia pur essendo terminato formalmente l'affido e 2 minori sono stati inseriti in altra famiglia affidataria in carico sempre al Centro affidi.

“Quello del Centro affidi è un servizio importante, soprattutto oggi in cui abbiamo tanti segnali di aumento del disagio tra minori e famiglie – dice il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, presidente della Conferenza dei sindaci della Zona fiorentina sud-est -. Come emerso dalla Conferenza di zona, ci proponiamo di sostenerlo ancora di più nei prossimi anni, potenziandone le attività. In particolare ci preme riuscire a farlo ulteriormente conoscere e avvicinare sempre più persone a questa esperienza, che non è solo un percorso difficile, ma ha tanti aspetti gratificanti, come dimostrano le testimonianze di chi, sostenuto dal Centro, lo ha intrapreso. L'affido è un esempio di altruismo e amore incondizionato e il legame che si crea tra genitori e bambini è indissolubile”.

“L’affido è uno strumento privilegiato per un welfare a misura di bambino – dice Maria Grazia Giuffrida, presidente dell’Istituto degli Innocenti –, intorno al quale si lavora sulla protezione e il rafforzamento delle responsabilità genitoriali, come anche sulla prevenzione di pratiche di allontanamento dei bambini dalla famiglia di origine. Poter contare su un Centro affidi per una comunità significa poter dare un sostegno alle famiglie più fragili”.

Fonte: Comune di Bagno a Ripoli - Ufficio Stampa

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