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Processionaria, vademecum per saper gestire uno degli insetti più pericolosi dell’ambiente urbano
Avete mai visto una larva di processionaria? Io ammetto di subirne il fascino sia per la sgargiante colorazione, sia per il metodico discendere dai tronchi degli alberi in fila ordinata. Peccato che avvicinarsi troppo possa non essere così piacevole.
Ma cos’è la processionaria? La Thaumetopoea pityocampa è un insetto, appartenente nello specifico alla famiglia dei Lepidotteri ovvero quella delle farfalle. Si, perchè la simpatica larva che comunemente vediamo altro non è che lo stadio “infantile” di quella che diverrà in estate una farfalla notturna triangolare e pelosa, ovvero una falena. La nostra falena deporrà fino a 300 uova, formando un piccolo manicotto sulla punta degli aghi. Qui le piccole larve, inizialmente prive di pelo, inizieranno a farsi grandi scorpacciate di aghi, coadiuvate dal loro apparato boccale detto “masticatore” fino all’arrivo dell’inverno quando, per ripararsi dai freddi rigidi, cominceranno a costruirsi quei caratteristici nidi di seta che vediamo distintamente sui rami.
Passato l’inverno “al calduccio”, tra la fine di febbraio e l’inizio di maggio inizieranno la loro tipica discesa in fila indiana verso il suolo dove andranno poi ad interrarsi fino a che le condizioni climatiche più favorevoli non li trasformeranno in farfalle.
La stagione della processione è arrivata e giustamente alcuni comuni del circondario hanno iniziato una campagna di informazione al cittadino tramite avvisi come questo che ho trovato a Vinci.
Nell’avviso si ricorda che il motivo per cui rimane uno degli insetti più temuti è riconducibile ai problemi legati alla sua colorata ma irritante peluria: causa infatti reazioni allergiche importanti, sopratutto per le vie respiratorie, gli occhi e l’epidermide. Questi peli mantengono il potere urticante per ben due anni e vista la facilità con cui si staccano dalla larva, possono essere trasportati dal vento anche a distanza. Per questo ricordo che la lotta, obbligatoria per i privati che posseggono un albero infestato, va sempre affidata a ditte specializzate. Troppo spesso sento di persone che vogliono farsi “giustizia” da sole ma il rischio di diffondere i peli e causare gravi reazioni allergiche a uomini e animali è alto. Pertanto, in caso di bisogno, è bene contattare l’Ufficio ambiente del comune di competenza o altrimenti il Servizio Fitosanitario Regionale.
Quali sono i sintomi di un eventuale contatto con i peli urticanti? Prurito, forti congiuntiviti o in caso di inalazione o ingestione, difficoltà a deglutire e ipersalivazione. Se l’ipersalivazione o il vomito si presentano nei vostri amici animali, effettuate un lavaggio della bocca con abbondante acqua e rivolgetevi immediatamente al veterinario più vicino.
Ilaria Mancini